L’Ente di piazza Spada replica alle accuse
lanciate nelle scorse settimane dall'associazione ambientalista e dal
M5s di Foligno. Intanto venerdì i tre comitati del “no” incontreranno i
cittadini
Un impianto più moderno, più sicuro da un punto di vista ambientale e
più economico per i cittadini di Foligno e dei Comuni dell’Ati3. È così
che viene presentato il biodigestore che dovrebbe vedere la luce a
Casone, nel territorio folignate, laddove oggi sorge l’impianto di
compostaggio da rifiuti organici autorizzato dalla Regione Umbria nel
1994. A descriverlo è lo stesso Ati3 che, dopo settimane di proteste
portate avanti dal Wwf e dal Movimento 5 stelle di Foligno, prende la
parola per dire la sua. “È considerato quanto di più corretto ed
ecologico a livello europeo per le politiche del recupero dei rifiuti e
la produzione di energie rinnovabili” si legge nella nota, nella quale
viene anche sottolineato come l’impianto deputato alla produzione di
biometano abbia ottenuto il sostegno sia di palazzo Donini che delle
ventidue amministrazioni interessate, che “lo hanno deliberato –
sottolineano - dopo una partecipazione nei consigli comunali e con i
cittadini, delle associazioni dei consumatori e di primarie
organizzazioni ambientaliste”. Per i vertici dell’Ati3, quella messa in
piedi dal Wwf e dai pentastellati folignati, è una “campagna
diffamatoria di allarmismi e di menzogne”. Negano infatti da piazza
Spada che il nuovo impianto porterà all’aumento di traffico verso Casone
annunciato dal Wwf, così come rispediscono al mittente le dichiarazioni
relative alla pericolosità del biodigestore, ma non solo. “Il Movimento
5 stelle – proseguono dall'Ati3 – ha proposto il compostaggio domestico
dei rifiuti organici senza nessun controllo delle autorità ambientali e
con emissioni casa per casa capaci di produrre batteri in grado di
mettere a serio rischio la salute dei bambini, in primis di quelli
folignati”. L’invito rivolto alla popolazione è dunque quello “a
vigilare e diffidare della campagna avviata da soggetti che dovrebbero
difendere l’ambiente e contrastare interessi privati e che invece
cercano di carpire la buona fede dei cittadini per tutt’altri fini”.
Altro fronte su cui intervengono dall’Ati3 è quello del risparmio che
comporterebbe conferire i rifiuti organici nel biodigestore di prossima
realizzazione a Casone. Il costo sarebbe infatti di 70 euro a
tonnellata, “mediamente – dicono – di 30 euro in meno rispetto alle
cifre sostenute, ad esempio, dai cittadini dell’area ternana-orvietana”.
L’Ente di piazza Spada annuncia poi il ricorso alla magistratura per
quello che definiscono “un invito dal sapore calunniatorio”. “Il
prossimo mese di settembre – si legge in chiusure della nota - ogni
cittadino sarà completamente informato con i dati ufficiali”. Intanto il
prossimo venerdì 19 alle 21 - come anticipato dal presidente del Wwf
Perugia, Sauro Presenzini, sul suo profilo Facebook – nella frazione
folignate di Sterpete si terrà un’assemblea pubblica promossa dai
comitati Ina Casa/Sassovivo e Legalità e salute di Sant’Eraclio e dal
Comitato spontaneo volontario “No biodigestore a Casone”.
fonte: www.rgunotizie.it