Il voto definitivo
del Senato dopo il via libera della Camera. Rispetto alla norma varata
in Francia, che si basa sulla penalizzazione, quella italiana punta
sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica
ROMA - Chi
non butta via il cibo verrà premiato. È questo il principio alla base
della lotta allo spreco alimentare che è diventata legge dello Stato. Dopo il primo sì della Camera a marzo scorso, in serata è arrivato il via libera definitivo del Senato con 181 sì, due no e 16 astenuti. "Con
il voto di oggi, manteniamo una promessa. L'Italia si è dotata di una
legge organica sul recupero delle eccedenze e sulla loro donazione per
solidarietà sociale", dice la deputata del Pd Maria Chiara Gadda, prima firmataria della legge.
"Questa norma - fa eco il ministro delle politiche agricole Maurizio
Martina - è una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015. È
una traduzione in fatti dei principi della Carta di Milano. Un
provvedimento che conferma l'Italia alla guida della lotta agli sprechi
alimentari, che ancora oggi hanno proporzioni inaccettabili. Con questa
legge ci avviciniamo sempre di più all'obiettivo di recuperare un
milione di tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno attraverso
il lavoro insostituibile degli enti caritativi".
I punti salienti della legge. Il provvedimento, che arriva a soli sei mesi di distanza rispetto a un'analoga legge francese,
definisce per la prima volta nell'ordinamento italiano i termini di
"eccedenza"e "spreco" alimentari, fa maggiore chiarezza tra il termine
minimo di conservazione e la data di scadenza, e punta semplificare le
procedure per la donazione, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e
della tracciabilità. Rispetto alla norma approvata in Francia, che si
basa sulla penalizzazione, quella italiana punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica.
Consente la raccolta dei prodotti agricoli che rimangono in campo e la
loro cessione a titolo gratuito. Dice in modo chiaro che il pane potrà
essere donato nell'arco delle 24 ore dalla produzione. E, per ridurre
gli sprechi alimentari nel settore della ristorazione, permette ai
clienti l'asporto dei propri avanzi con la 'family bag'.
Non solo le onlus, inoltre, ma anche gli enti pubblici, potranno essere
considerati "soggetti donatori". Si possono poi donare anche i cibi e
farmaci con etichette sbagliate, purché le irregolarità non riguardino
la data di scadenza del prodotto o l'indicazione di sostanze che
provocano allergie e intolleranze. Non sarà poi richiesta la forma
scritta per le donazioni gratuite di cibo, farmaci e altri prodotti e
saranno coinvolte nella prevenzione dello spreco anche le mense
scolastiche, aziendali e ospedaliere. Infine più spazio alle cosiddette
produzioni a 'chilometro zero', che dovranno essere promosse dal
ministero delle Politiche agricole nel quadro di azioni mirate alla
riduzione degli sprechi.
Le reazioni. "Abbiamo calcolato che se tutti i
pubblici esercizi italiani mettessero a disposizione le loro eccedenze,
con una media di 20 pasti al giorni, si potrebbero distribuire
addirittura 7 milioni di pasti quotidianamente. Noi - dice Gregorio
Fogliani - che con il progetto no profit Pasto Buono abbiamo raggiunto i
500mila pasti recuperati all'anno, ci poniamo come obiettivo di
recuperare e donarne almeno un milione".
fonte: www.repubblica.it