Il crollo della produzione di rifiuti urbani è solo un lontano ricordo.
Dal 2014 la produzione è tornata stabile e i primi nove mesi del 2016
confermano il trend, forse c è anche un piccolo aumento.
Uno degli obiettivi principali quando si parla di rifiuti,
oltre a migliorare sempre più la qualità e la quantità della
raccolta differenziata, è la riduzione dei rifiuti. Un
risultato che bisogna perseguire ad ogni costo perché se si riduce
il numero di rifiuti, e per numero si intende fisicamente il loro
peso in tonnellate, di conseguenza il loro impatto sull’ambiente si
ridimensiona.
È indubbio che differenziare i rifiuti è un gesto che va in
questa direzione e che incide molto sulla riduzione dei
rifiuti, ma è altrettanto vero che la parte più
sostanziosa dei rifiuti urbani che produciamo (secondo gli ultimi
dati dell’Ispra, la percentuale di raccolta
differenziata dell’Italia nel 2014 è stata del
45,2%, nda) finisce in discarica e
negli inceneritori, e nel peggiore dei casi
direttamente nell’ambiente.
Le campagne di sensibilizzazione e informazione su raccolta
differenziata e riduzione dei rifiuti (e la SERR ne è un esempio
concreto e tangibile), invitano i cittadini a ragionare su questo
problema attraverso azioni dirette, che negli anni stanno
raggiungendo risultati straordinari. Ma questo sforzo non basta,
bisogna fare di più.
Quel “bisogna fare di più” non è retorica ma
realtà, perché i dati sulla produzione nazionale di rifiuti
raccontano tutta un’altra storia. Se andiamo ad analizzare i dati
diffusi dall’ultimo Rapporto
Rifiuti Urbani 2015 dell’Ispra, che riporta i dati
sulla produzione dei rifiuti nel 2014 ci si accorge che la tendenza
negli ultimi anni si è invertita. Ovvero: si producono più rifiuti.
Infatti spulciando i dati dal 2002 al 2014, si nota che dal
2002 al 2006 la crescita della produzione rifiuti era in
costante aumento. Registrando una crescita che sfiorava il
9%. Poi dal 2006 al 2010 l’Italia si è bloccata, nel
senso che la produzione dei rifiuti ha smesso di crescere (eccezion
fatta per il 2009 dove la produzione dei rifiuti è addirittura
calata rispetto agli anni precedenti) e, complici gli effetti della
crisi economica internazionale sui consumi
si è assistito ad un crollo, che ha fatto precipitare la produzione
dei rifiuti a valori pre 2002. In pratica dal 2010 al 2013 la
produzione dei rifiuti è calata più del 9%.
A generare questo crollo del 9% non è stata solo la crisi dei
consumi (anche se rimane il fattore più significativo), infatti a
questo dobbiamo aggiungere i frutti delle politiche attive
sulla raccolta differenziata e sulla riduzione dei rifiuti,
la dematerializzazione dell’economia che ha
cominciato a manifestarsi prepotentemente soprattutto nel mondo della
carta, lo sviluppo tecnologico che ha investito il
mondo degli imballaggi facendoli “pesare” sempre meno e, per
ultimo, il cambiamento dei comportamenti dei
cittadini sempre più virtuosi e attenti al tema dei rifiuti.
Fatti e numeri che fino al 2013 hanno fatto ben sperare, facendo
credere a molti che l’obiettivo della riduzione dei rifiuti fosse a
portata di mano, ma nel 2014 il trend che ha visto
il peso dei rifiuti urbani diminuire si è invertito. Sempre l’Ispra
ha certificato che nel 2014 “la produzione nazionale dei
rifiuti urbani si attesta a circa 29,7 milioni di tonnellate, facendo
rilevare una crescita di 83 mila tonnellate rispetto al 2013”,
aumento pari al 0,3%. Un aumento lieve, quasi impercettibile per
alcuni, ma acquisito se si confronta con i dati del 2015 e
l’andamento dei primi nove mesi del 2016, raccolti nella banca di
Eco dalle Città.
Nel 2015 la produzione dei rifiuti urbani è
stata sostanzialmente identica a quella del 2014, registrando un
curioso andamento, infatti se nelle grandi città come Milano
+1,26, Napoli +0,14, Torino +0,54 aumentava, a Roma
è calata del 2,13% come nel resto dei principali capoluoghi
d’Italia (Genova -2%, Trento -3,22%, Pisa -6,22% Lecce -1,83% solo
per citare alcuni dati).
Per quanto riguarda il 2016 i dati sono parziali
ma mostrano, per i primi nove mesi, un aumento lieve della
produzione dei rifiuti (Milano +0,23% Torino +1,8% Trento
+2,46% solo per fare alcuni esempi), un aumento che se viene messo a
confronto con i dati del 2015 e del 2014 impongono di continuare ad
insistere sul fronte della riduzione dei rifiuti.
fonte: www.ecodallecitta.it