Sale la preoccupazione in Francia per le condizioni dei reattori nucleari e anche altrove, Italia compresa, per le ripercussioni sul prezzo dell’energia. 12 generatori di vapore "potenzialmente a rischio" sono già stati spenti, in Francia se ne contano 58.
L’allarme è stato lanciato non dagli ambientalisti ma dal presidente dell’Authority sulla sicurezza nucleare (ASN) Pierre-Franck Chevet, che dichiara: “La situazione è diventata molto preoccupante”.
In particolare, Chevet sottolinea il peggioramento da aprile 2015, essendo stato registrato un eccesso di carbonio nell’acciaio della vasca dell’EPR (reattore pressurizzato europeo) in costruzione a Flamanville, in Normandia.
Ma lo stesso Chevet svela che sono emerse "pratiche inaccettabili" dall'inizio degli anni Sessanta nella fabbrica di Creusot di Areva: 400 dossier sono stati volontariamente nascosti al cliente e all'Asn. E quei dossier contenevano informazioni su anomalie.
Così i reattori si spengono uno dopo l’altro e non rientreranno in funzione prima di gennaio, se ripartiranno.
Ma perché quest’improvvisa preoccupazione? Tutto nasce sull’ondata di quanto accaduto a Fukushima. Anche i controlli a Flamanville sono scaturiti dall’intenzione di verifiche più severe ai reattori nucleari. In questo caso, l’acciaio che compone il nocciolo del reattore non è stato confezionato ad hoc e in alcuni punti – il coperchio e il fondo – presentano una concentrazione di carbonio con microfratture che vanno a renderlo più fragile. Dai controlli seguenti sono emerse, appunto, le pratiche inaccettabili ora svelate da Chevet. Ma, a catena, si è pensato a dove quella tecnologia è stata esportata: nella fabbrica di Creusot, per intenderci, sono stati realizzati dal 1965 17 reattori da 900 megawatt di potenza, 3 da 1.300 megawatt, 1 dei 4 reattori da 1.450 megawatt.
fonte: www.greenbiz.it