Senza supermercato si può. Si può vivere, mangiare e persino risparmiare
evitando di fare la spesa nelle catene della grande distribuzione,
privilegiando invece piccoli produttori locali, gruppi d’acquisto,
negozi dello sfuso e autoproduzione. Lo sa bene Elena Tioli, che ci
racconta la sua storia.
E, si badi bene, non è cosa possibile solo per chi non ha null’altro da
fare e tanto tempo a disposizione, o solo per chi abita in campagna o
nel paesino di montagna. Tutt’altro. Si può rinunciare al supermercato
anche se si abita in una grande città, anche se si lavora e si ha una
famiglia da accudire, anche se si ha poco tempo per cucinare. «Basta
volerlo, organizzarsi ed essere disponibili a rivedere alcune abitudini»
spiega Elena Tioli che si è lasciata carrelli e corsie alle spalle
ormai da due anni. Elena è autrice del libro Vivere senza supermercato
e non è certo il prototipo della casalinga. Abita a Roma, ha 34 anni,
un lavoro impegnativo e un compagno, ha ritmi sostenuti da gestire, ma
ha anche tanta determinazione e convinzione.
Innanzi tutto, però, è giusto e legittimo chiedersi perché mai si
dovrebbe fare a meno del supermercato. «Maggiore garanzia di alimenti
freschi e biologici, riduzione degli sprechi, meno tentazioni nei
confronti dei cibi lavorati, industriali e precotti, maggiore risparmio e
drastica riduzione nella produzione di rifiuti: provare per credere»
dice Elena. Una scelta virtuosa, dunque, che fa bene alla nostra salute e
all’ambiente.
«Se qualche anno fa qualcuno mi avesse detto che era possibile
vivere senza supermercato, per di più a Roma, gli avrei riso in faccia. E
invece...» spiega. «All’inizio è stata una sfida personale, ma il
concetto credo sia alla portata di chiunque: si può fare una spesa più
consapevole e sostenibile con o senza figli, con o senza lavoro, in
città o in campagna. E lo posso dire perché in tutto questo tempo senza
supermercato ho incontrato tantissime famiglie, donne e mamme, che hanno
scelto percorsi simili. Molti credono che questa scelta sia sinonimo di
maggiori costi e tempo, quando in realtà rinunciare alla grande
distribuzione è una decisione conveniente in tutti i sensi. In questi
anni fuori dal supermercato ho risparmiato parecchio: riducendo i miei
bisogni, comprando meglio e a meno, ottimizzando i tempi. Ovviamente
bisogna imparare a organizzarsi, mettere in discussione le proprie
abitudini ed essere disposti a piccoli e grandi cambiamenti. Ma non c’è
nulla di impossibile o complicato. Anzi».
«Ti si apre un mondo»
«Una volta detto addio a
parcheggi, corsie, code alla cassa e finte scelte, mi si è aperto un
mondo fatto di Gruppi d’acquisto solidale, negozi dove si compra sfuso
riutilizzando sempre gli stessi contenitori, negozi online di prodotti
sostenibili ed etici e piattaforme che mettono in contatto diretto
produttori e consumatori secondo la zona di provenienza, consentendo di
avere prodotti di qualità, a chilometro zero, in tempi rapidissimi e a
prezzi contenuti» prosegue Elena. «Oggi la spesa la faccio
inviando con una e-mail un documento excel o scegliendo direttamente su
una piattaforma online. Tempo impiegato: massimo 5 minuti. Inoltre, la
gamma di prodotti è ampissima: dalla frutta alla verdura, dai prodotti
per l’igiene della casa a quelli per la persona, dalle uova ai sughi,
dal riso ai legumi, dai detersivi alla pasta, dalla carta igienica al
caffè. Nulla è escluso e il valore aggiunto è enorme: so cosa compro, da
chi lo compro e chi “aiuto” con i miei acquisti. I prezzi sono
vantaggiosi (grazie alle grandi quantità e alla filiera corta) e,
infine, instauro relazioni umane che vanno ben oltre il rapporto
produttore/consumatore».
Cambiare abitudini
Gli
ostacoli iniziali si superano anche grazie alla modifiche di quelle
abitudini quotidiane che, spesso, ci rendono consumatori inconsapevoli.
«La prima cosa che deve cambiare è la nostra testa» spiega Elena con
convinzione. «Io ero una consumatrice accanita, non sapevo quanta forza
si nascondesse dietro un’azione semplice azione come l’acquisto. Quando
ho iniziato a capire quanto potevo fare per me stessa e per il mondo
semplicemente mettendo mano con più oculatezza al portafoglio, ho
iniziato a riflettere e a cambiare. È come se a un tratto qualcosa nella
mia testa si fosse messo in moto: ho imparato a leggere l’etichetta, ad
andare oltre le rassicuranti confezioni e le ammiccanti pubblicità, a
scegliere secondo le mie necessità e, soprattutto, ho imparato a fare.
Il resto è arrivato da sé: nuove abitudini, nuove conoscenze, un nuovo
stile di vita».
L’autoproduzione
«Mai e poi
mai avrei pensato di prepararmi un deodorante da sola. Oggi per me è la
normalità: tempo 30 secondi, costo 20 centesimi. Unisco 4 cucchiai di
bicarbonato di sodio a 2 di amido di mais e aggiungo 15 gocce di Tea
Tree Oil. Fatto! Pronto per l’uso. Con un impatto ambientale bassissimo e
con zero danni per la mia salute. Stessa cosa per pane, pasta o latte
vegetale. Poi ammorbidente e brillantante: per produrli, incredibile ma
vero, basta unire acqua e acido citrico. Le prime volte in cui ho
sperimentato l’autoproduzione è stato fantastico. Mi aspettavo qualcosa
di complicato e impegnativo e invece, grazie ai fortunati incontri con
maestre dell’autoproduzione, ho imparato tantissimo in pochissimo tempo.
Nel giro di qualche settimana la mia idea di igiene della casa è stata
rivoluzionata e oggi tutto l’occorrente per pulire per me si riassume in
cinque o sei elementi: aceto, acido citrico, bicarbonato, limoni,
percarbonato, acqua, un po’ di olio di gomito e qualche veloce ricetta.
Niente di eclatante, anzi. Per molti versi si tratta della scoperta
dell’acqua calda. Mia nonna e mia mamma l’hanno sempre fatto: pulire
casa senza sporcare il mondo non solo è facile, ma è anche economico».
«Stesso
discorso per l’igiene personale. Spendevo così tanti soldi in prodotti
dannosi per l’ambiente e per la persona quando avrei potuto avere a
disposizione ottimi prodotti naturali, sani per me e buoni per
l’ambiente, senza sostanze tossiche, allergeniche, irritanti,
potenzialmente cancerogene e non biodegradabili. Oggi il mio beauty è
composto da pochi, semplici elementi: un buon sapone di Aleppo,
deodorante e dentifricio autoprodotti, Tea Tree Oil, olio di mandorle e
di citronella, gel di Aloe Vera, argilla verde. Una bella rivoluzione
per una che aveva i cassetti del bagno pieni di creme, shampoo, saponi
di ogni tipo, balsami, maschere (per viso, capelli, corpo, idratanti,
tonificanti, rilassanti, illuminanti), dentifrici (antitartaro,
anticarie, sbiancanti, fortificanti) e chi più ne ha più ne metta».
La rivoluzione in un gesto
Pensate
a quanto rivoluzionaria può essere una sola, semplice azione: scegliere
di acquistare o non acquistare una merce può smuovere interessi che
pensiamo ci sovrastino e sui quali crediamo di non avere “presa”. E
scopriamo che ogni volta che decidiamo cosa e come comprare possiamo
veramente cambiare le regole del gioco.
«Viviamo in un mondo in
cui tutto gira attorno ai soldi, al mercato e a chi lo governa» aggiunge
Elena. «Non lo vediamo, ma il mercato siamo noi. Ogni volta che
facciamo la spesa decidiamo chi sostenere e chi boicottare, ogni volta
che mettiamo un prodotto nel carrello decidiamo in che mondo e in che
modo vogliamo vivere. È un potere immenso, superiore a qualsiasi forma
di voto o di protesta. Dobbiamo solo rendercene conto, dobbiamo
comprendere il significato politico, civico ed etico che c’è nell’essere
consumatori consapevoli. Consapevoli della forza delle nostre azioni e
coscienti di essere in tanti. Quando ci si perde, disorientati, tra le
corsie di un supermercato, soli e di fretta, spesso ci si dimentica che
dietro a quelle merci, a quelle pubblicità, a quegli scaffali ci sono
persone, storie, terre e risorse. Si compra senza sapere e senza
riflettere sulle conseguenze di quel gesto. Una spesa differente,
invece, permette di avere a che fare con ciò che la grande distribuzione
nasconde: i produttori, le scelte di produzione e le origini dei
prodotti».
«Oggi, grazie a questo percorso, mi ritrovo
all’interno di una comunità che condivide l’idea che attraverso il
consumo critico si possa e si debba agire sul sistema economico e
politico, migliorando la propria vita e quella degli altri. Questa
comunità è in continua crescita: sempre più persone stanno iniziando a
informarsi, ad assumersi responsabilità e a mettere in discussione le
scelte d’acquisto. I tempi sono maturi e il cambiamento è già qui, a
portata di mano».
fonte: http://www.terranuova.it