E questo dove lo butto? Ecco una delle domande più frequenti che tutti ci troviamo a ripetere quando dobbiamo eliminare gli incarti e gli imballaggi dei prodotti che acquistiamo e utilizziamo.
Nonostante le etichette presenti su imballi e confezioni forniscano sempre più spesso anche istruzioni su come sia possibile riciclarli correttamente, la
grande varietà di sigle e simboli utilizzati talvolta rende complicata
l’interpretazione delle indicazioni di riciclabilità riportate sugli
imballi da parte dei consumatori, generando incertezza e confusione.
Se sugli imballaggi di vetro e alluminio
generalmente non ci sono tanti dubbi, molte perplessità sorgono invece
relativamente agli imballaggi di plastica e di carta, nonché di
multimateriale. Quanti di voi, ad esempio, saprebbero collegare la sigla
C/PAP84 al Tetrapak, riciclabile nella carta ormai in molti comuni
italiani?
Allo scopo di mappare le conoscenze degli Italiani in materia di etichette di riciclabilità e di fornire un aiuto concreto ai cittadini nella loro corretta interpretazione, la nostra redazione ha deciso di aderire alla SERR 2016, svoltasi a fine novembre 2016, elaborando un quiz sull’argomento.
Le numerose risposte pervenute hanno evidenziato una situazione con più ombre che luci. Quasi il 60% dei rispondenti, infatti, ha riconosciuto meno della metà dei simboli proposti,
e un rispondente su 10 ne ha riconosciuti soltanto due (o di meno) su
un totale di otto. Solo il 3% dei rispondenti, al contrario ha
riconosciuto correttamente tutti i simboli proposti. Se alcuni di questi
(come ad esempio il “tidy man” o il “ciclo di Mobius”) sembrano essere
abbastanza noti, il significato di altri sembra invece rimanere
sconosciuto ai più. Ecco allora che un ripassino sembra d’obbligo: vediamo assieme il significato dei simboli maggiormente utilizzati.
Questo simbolo, chiamato “Tidy Man” non fornisce indicazioni circa la riciclabilità del prodotto o della confezione, ma rappresenta un invito generico a non disperderlo nell’ambiente dopo l’uso. Ci ricorda che i rifiuti non vanno abbandonati nell’ambiente ma riposti negli appositi bidoni. Il simbolo può essere accompagnato o sostituito dalla dicitura “Non disperdere nell’ambiente”.
Questo simbolo è chiamato “Ciclo di Mobius” e indica che il prodotto o la confezione è riciclabile. E’ utilizzato principalmente su carta e cartone.
Il “Ciclo di Mobius” che riporta una percentuale (al centro del simbolo o a lato) non fornisce indicazioni circa la riciclabilità del prodotto o della confezione, ma indica che lo stesso è fatto di materiale riciclato. La percentuale indica la quantità di materiale riciclato rispetto alla massa complessiva del prodotto.
Questo simbolo, chiamato “Chasing Arrows” (o frecce che si inseguono) e riportante una serie di sigle e numeri, non fornisce indicazioni circa la riciclabilità del prodotto o della confezione, ma è un’indicazione del materiale utilizzato per produrlo: in questo caso il PET (o Polietilentereftalato), ovvero il polimero plastico utilizzato per produrre le bottiglie. In alternativa, le sigle PET o similari (PE, PVC, PS, etc.) possono essere riportate sui prodotti e sulle confezioni di origine plastica all’interno di un cerchio o un esagono. Questo tipo di simbolo può essere utile ai consumatori nel separare i materiali al momento della raccolta differenziata, ma di per sé non è un’indicazione che il prodotto sia riciclabile (ricorda che non tutte le tipologie di plastica sono riciclabili!).
Questo simbolo significa che il prodotto non deve essere gettato fra i rifiuti normali perché contiene sostanze potenzialmente pericolose, e deve essere quindi conferito presso il locale ecocentro per poter essere recuperato o smaltito a norma di legge. Il simbolo è solitamente utilizzato per i RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).
Questo simbolo, chiamato “Green Dot” (o punto verde) non ha particolare significato in Italia, perché si riferisce a un sistema di gestione dei rifiuti da imballaggio di altri paesi europei, come ad esempio la Germania. I produttori mettono questo simbolo sulle confezioni dei prodotti che circolano nel mercato europeo e per i quali è stata pagata una speciale tassa all’associazione che gestisce gli imballaggi a fine vita in altri paesi europei. In Italia, il recupero degli imballaggi a fine vita si basa sull’adesione al Conai da parte di produttori e utilizzatori di imballaggi e non prevede l’uso obbligatorio di alcun simbolo sulle confezioni.
Questo simbolo fa riferimento ad un nuovo sistema di etichettatura volontaria proposto dal Conai, che mira a rendere più facile la raccolta differenziata per il consumatore finale indicando il materiale di cui è composto il prodotto (in questo caso poliaccoppiato, indicato dalla sigla C/PAP84), il tipo di prodotto (incarto), e il bidone dove il prodotto stesso va conferito dopo l’utilizzo (raccolta carta). Questo tipo di etichettatura di riciclabilità sta iniziando ad essere adottata da numerosi produttori, ed è ormai ampiamente diffusa sulle confezioni: controlla sempre prima di buttare i tuoi prodotti!
I suggerimenti forniti dai simboli di
riciclabilità possono rendere la raccolta differenziata più facile,
quindi impariamo a familiarizzare con loro e consultiamoli più spesso!
Una recente ricerca ha messo in luce che, anche quando le
indicazioni di riciclabilità sono presenti, solo l’8% dei consumatori le
consulta nel momento in cui deve smaltire un imballaggio.
Infine, è bene ricordare che è importante verificare sempre le
indicazioni sulla raccolta differenziata fornite dal proprio Comune: il
fatto che un certo materiale vada conferito in alcuni comuni in un
bidone e in altri in un bidone differente dipende infatti dal sistema di riciclo adottato localmente.
Raccontateci le difficoltà che
incontrate nel fare la raccolta differenziata e saremo felici di
potervi aiutare. Buona raccolta differenziata a tutti!
fonte: http://www.ehabitat.it/
fonte: http://www.ehabitat.it/