Cresce l’e-commerce, crescono anche i rifiuti: servono soluzioni per imballaggi sostenibili

















Con l’aumento degli acquisti online, aumentano anche gli imballaggi che diventano scarto. L’associazione americana Ameripen accende i riflettori sul problema e individua cinque principali aree d’intervento per affrontare il problema.
Gli acquisti viaggiano sempre più tramite internet: in Italia, nel 2016, gli utenti che hanno effettuato acquisti online sono aumentati del 10% rispetto all’anno precedente, per un totale di 20.7 milioni e un valore globale delle transazioni pari a 20 miliardi di euro (fonte Netcomm). Per il 2017, si prevede una crescita annua del 19%: questo aumento riflette una tendenza globale che pare destinata a protrarsi negli anni a venire.
Come ogni innovazione, anche il commercio online porta con sé vantaggi e rivela, d’altra parte, qualche problematica. Negli Stati Uniti, il gruppo Ameripen (American Institute for Packaging and the Environment) accende i riflettori sulla seconda categoria, spingendoci a porre attenzione al tema del packaging. Con l’aumento degli imballaggi, infatti, si fa sempre più accentuata la necessità di trovare soluzioni sostenibili per la produzione e per il recupero. L’associazione ha pubblicato un white paper nel quale identifica 5 fronti sui quali intervenire per poter ridurre l’impatto ambientale della crescente quantità di packaging prodotta dal commercio virtuale:
  1. Accrescimento della collaborazione e della trasparenza favorendo una maggiore consapevolezza, da parte delle aziende, riguardo ai migliori formati e ai materiali più adatti per la vendita tramite e-commerce, aumentando la sostenibilità e diminuendo i costi associati al danneggiamento dei prodotti durante spedizioni e trasporti.
  2. Collaborazione tra tutti gli attori della supply chain per la creazione di una filiera virtuosa riguardante i nuovi materiali che si stanno diffondendo per rispondere alle specifiche esigenze del comparto e-commerce.
  3. Incremento della ricerca sui materiali da imballaggio destinati all’e-commerce, con lo scopo di sviluppare strategie per la riduzione, lo smaltimento e il riuso della materia prima.
  4. Migliorare la logistica di ritorno, anche tramite nuovi imballaggi in grado di ridurre il rischio di danneggiamento dei prodotti.
  5. Sviluppo di nuovi standard di sicurezza per nuovi formati e modalità di distribuzione.
La ricerca di soluzioni sostenibili non può prescindere dall’importante vincolo di garantire il minor rischio possibile di danneggiamento e di deterioramento dei prodotti spediti, soprattutto per quanto riguarda il comparto alimentare. Ridurre il rischio di danno ai prodotti, inoltre, permette di limitare il ricorso alla logistica di ritorno, con relativo risparmio di consumi e imballaggi.
La logistica e il trasporto del materiale, così come lo conosciamo oggi, vanno insomma ripensati per far fronte a esigenze recenti e in rapida crescita: chi saprà raccogliere e vincere la sfida?

fonte: http://nonsoloambiente.it/