Nessun muro contro la contaminazione


















La concentrazione di PCB nei delfini e nelle balene è particolarmente intensa. Si accumula nei tessuti grassi e non si elimina. Foto Natural Society

Uno studio scientifico, pubblicato la scorsa settimana, ha riscontrato “straordinari” livelli di contaminazione da agenti chimici altamente tossici nella fauna della fossa delle Marianne, il punto più profondo degli oceani, con più di 11.000 metri di profondità, nel nord-ovest dell’oceano Pacifico.
Tra gli altri, hanno trovato il PCBs (bifenili policlorurati), sostanza prodotta per più di 40 anni dalla Monsanto e più conosciuta in Messico, per la sua formulazione, come askarel.
Per lo studio hanno preso campioni di anfipodi, piccoli crostacei che vivono lì, e hanno trovato che hanno livelli di PCB superiori rispetto a organismi analoghi che vivono negli scarichi delle zone industriali fortemente inquinate dell’Asia, a più di 1000 chilometri di distanza.
Hanno preso anche esemplari di crostacei nella fossa oceanica Kermadec, nel Pacifico meridionale, vicino alla Nuova Zelanda e hanno riscontrato contaminazione da PCBs e da PBDEs (eteri di difenile polibromurati). Questa fossa è profonda più di 10.000 metri e si trova a 7.000 chilometri da quella delle Marianne.
Entrambe le sostanze sono catalogate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come cancerogene, inoltre sono neurotossiche, interferenti [disruttori] endocrini e causano difetti di nascita e altre gravi malattie.
Sono “contaminanti organici persistenti” e sono bioaccumulabili. Si definiscono così perché non si dissolvono nell’acqua né si degradano facilmente, sebbene siano solubili nei lipidi. Pertanto, ogni essere vivente che ne viene esposto, li accumula nei suoi tessuti grassi e non li elimina: li passa ai suoi predatori quando questi li mangiano e questi, a loro volta, ai successivi, accumulando ogni volta maggiori quantità. Risultano così contaminate molte specie di uccelli e pesci di acqua dolce o di mare, che sono poi cibo per gli uomini. È stata trovata contaminazione con PCB e PBDE in molti organismi diversi, in fonti di acqua e sedimenti, in uova di uccelli, balene e perfino nell’Artico. In diversi paesi, sono stati trovati residui di PCB e di PBDE anche nel latte materno e nei neonati.


















Il PCB è stato particolarmente utilizzato nei circuiti elettrici

Monsanto è stato il primo produttore mondiale di PCB fin dal 1929 e l’unico produttore di PCBs del Nord América, fino a quando, nel 1977, ha cessato la sua produzione. I PCBs sono stati usati principalmente come isolante del materiale elettrico e come ritardanti di fiamma. Attualmente il loro uso è proibito nella maggioranza dei paesi, ma esistono grandi quantità di rifiuti in condizioni precarie.
La produzione di PCB della Monsanto è stata realizzata attraverso la sua sussidiaria Solutia, ad Anniston, in Alabama, dalla quale in seguito si è scorporata. Ad Anniston, 20.000 abitanti hanno intrapreso un’azione legale contro le due imprese, per aver contaminato le acque, le terre e l’aria con il PCB, provocando un’alta percentuale di casi di cancro e molte altre infermità, aborti e difetti di nascita. Dopo un lungo processo, nel 2003 la Monsanto ha accettato di prendere misure di bonifica ambientale e pagare agli abitanti 700 milioni di dollari, una cifra ridicola per il disastro causato.
Uno dei punti più spaventosi del caso, è che durante il processo è venuto alla luce che la Monsanto fin dall’inizio aveva ricevuto rapporti sul fatto che il PCB era seriamente tossico, per casi di lavoratori ammalati e successivamente per la morte di pesci, così come per prove dell’acqua. Monsanto ha accantonato i rapporti che, per diversi decenni, le venivano consegnati periodicamente e ha continuato a produrre PCBs che adesso sappiamo che oltre ad avvelenare centinaia di migliaia di persone in diverse parti del mondo, è arrivato ai confini più estremi del pianeta, dove persiste la sua azione tossica.
In Messico, i maggiori importatori di askarel (PCBs con solventi) sono stati la Commissione Federale dell’Elettricità e la Pemex. Tanto la manipolazione, l’uso per la fabbricazione quanto lo smaltimento finale del PCB (in prodotti di scarto, ecc) sono altamente pericolosi e ci sono stati gravissimi casi di contaminazione per sversamenti, in diverse parti del mondo. In Messico, i casi più noti sono avvenuti nello Zacatecas (da parte della miniera Rosicler che come attività importava residui di askarel) e a Perote, nello stato di Veracruz, dove nel 1990 la CFE ha collocato 240.000 litri di rifiuti di askarel. Nel 1996, le forti piogge lo hanno sversato e la popolazione ha iniziato a indagare, tra le altre cose perché cominciavano a esserci feti con anencefalia e molti casi di cancro. Alla fine hanno costretto la CFE a portarli via, ma gli effetti e la contaminazione da PCB continuano.
Monsanto è anche l’inventore e per decenni è stato l’unico produttore del glifosato, l’agrotossico onnipresente nei transgenici e che nel 2015 l’OMS ha dichiarato cancerogeno. L’impresa ha cercato con molti mezzi di rovesciare o annullare questo rapporto con altri di scienziati legati all’impresa.



























Una delle molte proteste dei cittadini bresciani alla Caffaro, l’azienda che deteneva l’esclusiva della produzione di PCB in Italia su licenza Monsanto. Foto Atlante italiano dei conflitti ambientali, Cdca 

Bayer, Basf, Dow, DuPont, Syngenta e qualcun’altra, hanno tutte storie simili a quelle della Monsanto. Da più di cento anni, come imprese, producono sostanze chimiche tossiche, e hanno invaso campi, città, sementi, cibo, i nostri corpi, quello delle nostre figlie e figli e migliaia di specie nell’ambiente, fino agli estremi confini della terra.
Forse per questo, non ci dovrebbe sorprendere che siano giunti fino ai punti più profondi dell’oceano, ma è sconvolgente, perché dimostra in modo tanto chiaro quanto sia esteso e onnipresente l’artiglio della contaminazione chimica, intrinseco al capitalismo industriale.
Contaminazione che ci fa ammalare e ci debilita anche per combatterli. Per questo, lavorare per modi di produrre, consumare e relazionarci in forma solidale che facciano fronte a questa contaminazione, modi per evitare il vortice chimico-industriale, dai nostri cibi alle medicine e forme di organizzazione, sono anch’essi modi di resistere al capitalismo.

Silvia Ribeiro

fonte: http://comune-info.net/