Se l’economia circolare dovesse sposarsi con la passione per lo shopping, il luogo dove farlo sarebbe sicuramente la ReTuna Återbrucksgalleria, il primo centro commerciale del riuso e riciclo. Il complesso nasce nella città Eskilstuna, in Svezia, come una sorta di centro polivalente. Riunisce quindici negozi differenti specializzati nella vendita di beni recuperati e, in caso, riparati o ristrutturati: dai mobili ai vestiti, dalle biciclette ai computer e apparecchiature audio, fino ai materiali da costruzione e le attrezzature da giardino.
L’impianto ricorda molto da vicino l’outlet di elettrodomestici rigenerati nato
in Italia. In questo caso però l’idea centrale, ovvero che un oggetto
debba potere divenire un rifiuto il più tardi possibile, è ampliata al
massimo, perseguendo quello stesso obiettivo al centro nuova proposta di legge svedese sul riuso.
Il centro ha un proprio impianto di
riciclo dove gli acquirenti possono lasciare gli oggetti di cui si
vogliono disfare. Un team ha il compito di selezionarli, riparali,
pulirli e re-immetterli in vendita. Al suo interno ospita anche una
caffetteria specializzata in alimenti biologici locali e uno spazio
educativo che offre un corso annuale in “Progettazione, Riciclo e Riuso”, brevi sessioni sulle riparazioni fa-da-te e tour a richiesta per i visitatori interessati a capire come funzioni il progetto.
“Questo non è un centro commerciale normale. Qui si può sperimentare lo shopping in un modo completamente nuovo, in modo ‘climate-friendly’- si legge sul sito del mega store – ReTuna
Återbrucksgalleria è il primo centro commerciale in Svezia, e forse al
mondo, che sfrutta gli oggetti che hanno bisogno di una nuova casa”.
Il centro è gestito dal comune, ma i
negozi sono in mano a imprese private e sociali, in modo da dare spazio
alle start-up e agli artigiani locali. Gran parte del merito del
successo che sta raccogliendo questo progetto, va dato però ai residenti
di Eskilstuna che hanno dimostrato fin da subito di essere
completamente a loro agio con l’idea di acquistare prodotti di seconda
mano.
Le difficoltà, ha ammesso il direttore
generale, non mancano dal momento che alcuni dei negozi stanno ancora
faticando a creare veri e propri profitti. Una sfida normale, però, se
si considera che nessun altro ha finora tentato un modello di business
simile su tale scala.
fonte: www.rinnovabili.it