Alle porte di Grosseto vive da decenni una comunità senza denaro o negozi, ma con la raccolta differenziata
A Nomadelfia non ci sono né proprietà privata né oggetti posseduti
dai singoli: tutti i beni sono infatti in comune, non circola denaro,
si lavora all’interno della comunità e non si è pagati per farlo.
Conseguentemente, a Nomadelfia non esistono neanche negozi e men che
meno supermercati, ma dei magazzini dove vengono distribuiti
generi alimentari e abbigliamento secondo le necessità dei vari gruppi
familiari, in proporzione al numero delle persone e secondo le esigenze
dei singoli.
“Da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri
bisogni”, verrebbe da dire, non fosse che Nomadelfia non è un avamposto
marxista in Toscana, bensì una comunità che si definisce “un popolo di
volontari cattolici che vuole costruire una nuova civiltà fondata sul
Vangelo”, la cui esperienza si mantiene viva e vegeta alle porte di Grosseto ormai dal 1952.
Fondata da don Zeno, in un fazzoletto di 4 kmq regolato (anche) da
una propria Costituzione, Nomadelfia è costituita oggi da 300 persone,
in gruppi di 50 famiglie riunite in “gruppi familiari” che condividono
tutto: dagli alloggi ai figli. Una piccola “nazione” riconosciuta dallo
Stato come associazione civile organizzata sotto forma di cooperativa di
lavoro, e dalla Chiesa come Parrocchia e associazione tra fedeli, cui
si aderisce per libera scelta e da cui si è liberi di ritirarsi in
qualsiasi momento.
Da decenni la primaria forma di sostegno di questa comunità è costituita dall’agricoltura (nella foto scatto tra le vigne, ndr),
ma a Nomadelfia il tempo non si è fermato. I nomadelfi hanno ben
presente la complessità del mondo in cui anche il loro progetto di vita è
inserito, e non chiedono di esserne affrancati.
Per capirlo è utile osservare il funzionamento di questa così
particolare comunità dal prisma dei rifiuti, che nell’odierno mondo
occidentalizzato rappresentano l’altra faccia di una società basata sul
consumo. Una comunità che lavora la terra, non conosce denaro né negozi,
quali rifiuti potrà mai produrre? La risposta è un bagno di realismo:
se la frazione organica viene data come mangime agli animali o
compostata direttamente, per i restanti materiali vale la regola della
raccolta differenziata. Carta, cartone, ma anche rifiuti ingombranti,
Raee, eccetera: i nomadelfi raccolgono in modo differenziato tutti
questi loro rifiuti all’interno della propria comunità, ma com’è normale
che sia una volta esaurita questa minuziosa operazione la spazzatura
non sparisce. E deve essere gestita in modo sostenibile.
Nella fattispecie ad occuparsene è Sei Toscana, gestore unico di
tutto l’Ato Toscana Sud, che d’accordo con la comunità raccoglie i
rifiuti per poi inviarli ai propri impianti, gli stessi che servono gli
abitanti dei 105 comuni dell’Ato. I rifiuti organici possono infatti
tornare alla terra una volta compostati, ma i rifiuti elettronici (Raee)
la plastica, i metalli o il vetro non possono farlo. Sono figli della
modernità, e anche a una modernità senza capitalismo occorrono gli
appropriati impianti industriali per gestire in modo sostenibile i
propri scarti.
Non a caso i nomadelfi hanno chiesto a Sei Toscana un incontro perché
venisse presentato loro come funziona davvero il ciclo integrato dei
rifiuti. Ieri alcuni rappresentati dell’azienda si sono recati a
Nomadelfia e – come spiega l’azienda in una nota – hanno trovato un
pubblico attento e desideroso di avere tutte le informazioni utili per
svolgere al meglio il compito di cittadini responsabili nel dare il
proprio contributo nella tutela dell’ambiente. Quando si tratta di
ambiente, nessun uomo è un’isola.
«I nomadelfi – spiegano da Sei Toscana – ci tengono molto a fare la
loro parte di cittadini responsabili dell’ambiente e non solo di quello
in cui vivono: l’incontro richiesto era proprio fatto nell’ottica di
saperne di più e sentirsi partecipi ed integrati di un sistema complesso
come quello della gestione dei rifiuti». Ed è per questo che anche i
ragazzi della comunità (che seguono un percorso educativo interno ed
auto organizzato) si sono già candidati a partecipare alla prossima
edizione di “Ri-Creazione”, il progetto di educazione ambientale che Sei
Toscana organizza per le scuole di tutti i Comuni serviti e che
quest’anno vede la partecipazione di oltre 7000 studenti.
fonte: www.greenreport.it