UE: verso un migliore sfruttamento dei rifiuti per la produzione di energia

L'Europa fa il punto sullo stato di attuazione del recupero di energia dai rifiuti e sui possibili scenari futuri 



















L'Unione Europea considera l'incenerimento un'opzione residuale di gestione dei rifiuti; nel 2014, nell'Europa cd a 28 (28 paesi membri), sono stati avviati ad incenerimento 64,6 milioni di tonnellate di rifiuti urbani.
Il ricorso a questa modalità di smaltimento dei rifiuti è maggiore nei paesi membri dell'Europa centro-settentrionale, in particolare:
  • Danimarca (412 kg pro capite anno)
  • Paesi Bassi (251 g pro capite anno)
  • Finlandia (241 kg pro capite anno)
  • Svezia (217 kg pro capite anno)
  • Lussemburgo (217 kg pro capite anno)
  • Germania (215 kg pro capite anno)
  • Austria (206 kg pro capite anno)
  • Belgio (196 kg pro capite anno)
  • Francia (178 kg pro capite anno)
Spesso non si tratta di un semplice incenerimento di rifiuti ma di recupero di energia; a tale proposito l'Unione Europa ha presentato lo studio del JRC, centro di ricerche comune della Commissione europea, "Verso un migliore sfruttamento del potenziale tecnico per produrre energia dai rifiuti" dove si:
  • descrive lo stato di attuazione dell'incenerimento e di altre opzioni di recupero energetico dai rifiuti nell'UE,
  • fornisce una valutazione di tecniche collaudate ed emergenti per un migliore recupero di energia nei processi di gestione dei rifiuti,
  • propone possibili evoluzioni nel panorama della produzione di energia attraverso l'utilizzo dei rifiuti.
I dati provenienti dalle strutture dell'UE ma anche dal mondo dell'impresa che si occupa di questi processi fanno emergere che solo alcune tipologie di rifiuti sono destinati ad incenerimento e che fanno la parte da leone nella produzione di energia i rifiuti domestici ed assimilati ed i rifiuti residuo di operazioni di smaltimento.
Nello studio vengono approfondite anche le tecniche per migliorare il recupero energetico in ciascuno dei cinque principali processi di trasformazione di rifiuti in energia: impianti di combustione, impianti di incenerimento dei rifiuti, forni di cemento e calce, impianti di digestione anaerobica e altri considerati residuali.
Per quanto riguarda, infine, gli sviluppi futuri, lo scenario non è definito, se infatti da una parte si può ipotizzare un aumento del recupero energetico dato dall'incenerimento dei rifiuti domestici ed assimilati, nonché di altri residui di rifiuti, si può prevedere, al contrario, anche una diminuzione degli importi inviati al recupero energetico per altre tipologie di rifiuti, compresi quelli differenziati, come ad esempio i rifiuti di legno, destinati al riuso e riutilizzo.
 
 
fonte: http://www.arpat.toscana.it