Rudo democratico

Raccolta Differenziata vs Rudo Democratico.
Se arriva da OltrEnza pare che la spazzatura perda improvvisamente il suo tipico olezzo e diventi fine carburante per le bocche fameliche dell’inceneritore di Ugozzolo.
Così, il rudo made in Reggio Emilia supera del doppio la produzione di Parma e oscura il cielo cittadino con simpatiche nubi piddine di miasmi superfini, incolori, innumerabili.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In 4 mesi del 2017 il camino di Iren ha bruciato rifiuti come se ne fossero passati 6.
Dopo essersi sorbiti i nostri rifiuti per anni e aver finalmente spento il loro camino, i cittadini reggiani oggi non si preoccupano minimamente di recapitare in terra parmigiana montagne di sacchi neri.
La raccolta differenziata reggiana langue? Don’t worry, c’è il camino di Parma a un tir di Tir! Comodo, economico, efficiente.
Tanto in Regione si sa chi comanda e i regolamenti vanno e vengono, a suon di deroghe e/o modifiche in itinere.
Eppure i regolamenti comunitari sono chiari e i reggiani dovrebbero applicarli: raccolta differenziata spinta, tariffazione puntuale, riduzione dell’indifferenziato.
Una ricetta che se funziona a Parma…
I nostri vicini dovrebbero vivere male questa situazione di grave ritardo e attrezzarsi: occorre solo volontà politica e decisione. Ci sono?
La notizia del brucia-brucia dell’inceneritore è l’ennesima conferma della teoria enunciata in tempi non sospetti da Gcr: il forno di Parma non servirà alla città, ma a più ampie politiche regionali.
Un nuovo enorme camino non viene certo costruito per gettare al vento 200 milioni di euro e le norme e le regole si possono sempre emendare e ciò che è proibito oggi può diventare più che lecito domattina. In un espace d’un matin.
Parma capitale dei rifiuti è il progetto sporco di fuliggine accarezzato da anni da tutti gli esponenti locali, di sinistra ma anche di destra nell’era ubaldiana. Tutti insieme appassionatamente per dare a Parma il vanto della grande bocca mangiatutto.
Come sappiamo, purtroppo, nulla sparisce e nemmeno con la spazzatura riesce l’incantesimo.
Per una questione di leggi fisiche finora non messe in crisi dalle hola pro incenerimento, immessa nel forno una tonnellata di rifiuti altrettanta dall’altra porta del forno ne esce.
Una tonnellata di fumi, scorie, veleni, polveri ultrafini, molecole infinitesime che fuggono nell’aria circostante per poi depositarsi anche a decine di chilometri dal camino.
Di certo ciò che esce da un inceneritore è forzatamente più pericoloso di ciò che entra.
Materia stabile e inerte in entrata, fumi ricchi di veleni in uscita.
A pochi giorni dal voto, è utile ricordare il summit parmigiano della sinistra di 6 anni orsono (2011). Un utile esercizio per comprendere come i democratici siano capaci di razzolare malissimo nonostante le belle prediche.
Dal palco, all’apertura della campagna elettorale dopo il crack in Comune, in vista delle elezioni 2012, lo slogan era “ascoltare la città” (Pagliari) e i cittadini, dopo gli anni sordi del corso Ubaldi-Vignali.
In contemporanea, sotto il palco, veniva trascinato fuori con maniere brusche Francesco Barbieri, attivista di Gcr e strenuo oppositore del forno.

A imperitura memoria.
 
Aldo Caffagnini
 
http://aldocaffagnini.blogspot.it