La Commissione europea ha inviato una richiesta di parere motivato
all'Italia per mancato recepimento nel proprio ordinamento della
direttiva sulle borse di plastica in materiale leggero (UE 2015/720)
La Commissione europea ha inviato una richiesta di parere motivato
all'Italia per mancato recepimento nel proprio ordinamento della
direttiva sulle borse di plastica in materiale leggero (UE
2015/720). Insieme all'Italia anche Polonia, Cipro e Grecia hanno
ricevuto lo stesso avviso. La Commissione europea ha già inviato a Roma
una lettera di messa in mora lo scorso gennaio, aprendo la procedura di
infrazione. Con la richiesta di parere motivato si passa alla seconda
fase della procedura e l'Italia ha due mesi di tempo per notificare le
misure adottate. In assenza di una risposta soddisfacente la
Commissione potrà deferire gli Stati membri recalcitranti alla Corte di
giustizia dell’UE.
Pur essendo stato il primo paese
comunitario ad aver introdotto limiti molto stringenti alla vendita
di sacchetti monouso in plastica, tanto da rischiare la procedura di
infrazione, oggi l’Italia riceve un sollecito da Bruxelles che sa tanto
di tirata d'orecchie. C’era tempo fino al 27 novembre 2016 per recepire
la direttiva europea che mira a ridurre il consumo di buste di plastica e
dopo 7 mesi oltre le scadenze l’Italia non ha ancora detto a Bruxelles
cosa ha fatto.
La direttiva 2015/720 introduce misure per
ridurre la circolazione di sacchetti monouso in plastica, tra cui
strumenti economici, come ad esempio imposte o l’attribuzione di un
prezzo.
Un’altra possibilità è l’introduzione di obiettivi di
riduzione a livello nazionale: gli Stati membri devono garantire che
l’uso annuale non superi 90 borse di plastica pro capite entro la fine
del 2019 e 40 borse entro la fine del 2025. Entrambe le opzioni possono
essere conseguite mediante misure obbligatorie o accordi con i settori
economici. È anche possibile vietare le borse di plastica - fa sapere la
Commissione -, purché tali divieti non vadano al di là dei limiti
stabiliti dalla direttiva al fine di preservare la libera circolazione
delle merci all’interno del mercato unico europeo.
fonte: www.ecodallecitta.it