Nella supply chain, la sostenibilità
dei trasporti costituisce da sempre l’area più oscura per i consumatori
finali: il marchio di logistica sostenibile permette alle aziende di
intraprendere percorsi virtuosi e di comunicarli ai destinatari di
prodotti e servizi.
Prodotti e servizi, per potersi definire sostenibili, devono essere frutto di un’intera filiera dall’impatto ambientale controllato.
Una delle maggiori criticità finora riscontrate nella riduzione delle
emissioni e nell’impatto sociale ed economico avviene in fase di
trasporto: la logistica è una delle fasi dal maggiore impatto inquinante
e non sempre le aziende hanno modo di intervenire con buone pratiche
virtuose. Difficile poi, per il consumatore finale, avere informazioni
su questa fase della produzione.
Una logistica sostenibile però
è possibile e, da oggi, è riconosciuta concretamente: è nato il primo
marchio che garantisce il basso impatto ambientale dei trasporti, Sustainable Logistics, ad opera di SOS LOGistica,
l’Associazione per la Logistica Sostenibile costituita nel 2005 da
esperti di logistica, informatici, docenti universitari, tecnici
dell’innovazione e dell’ambiente, imprenditori ed operai del settore
logistico, manufatturiero e ICT.
Per poter ottenere il marchio di
logistica sostenibile, le aziende devono rispondere a tre requisiti
fondamentali: definizione di una strategia di sostenibilità con i propri
stakeholder, definizione delle priorità di sostenibilità, definizione
di una governance interna dedicata alla sostenibilità.
Questi fattori danno accesso alla fase
di vera e propria analisi, sviluppata dall’organismo di certificazione
Lloyd’s Register: una mappa di 21 sfide di logistica sostenibile viene
tradotta in oltre 100 domande che permettono di assegnare all’azienda un
punteggio e un relativo livello di sostenibilità delle strategie
logistiche messe in atto.
Le sfide identificate sono raccolte nelle macro aree della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
A seconda del punteggio raggiunto, l’azienda ottiene un marchio green,
blue, silver o gold, di validità annuale utilizzabile su prodotti e
comunicazione di servizi, per un dialogo trasparente con i propri
interlocutori.
Ogni azienda avrà così modo di
sviluppare un proprio modello di sostenibilità affidandosi a un
protocollo che delinea un modello personalizzato, con obiettivi
strutturati nel tempo e adeguati al proprio livello di consapevolezza e
necessità. La certificazione segna un passo importante nella direzione
di una filiera più trasparente e sostenibile in ogni sua fase, fino
all’arrivo nelle mani del consumatore finale, il quale avrà maggiori
informazioni a disposizione per effettuare scelte consapevoli.
fonte: http://nonsoloambiente.it