È bastato un solo mese ai volontari di Legambiente sulla spiaggia di Romagnolo a Palermo per identificare una condizione preoccupante. Ben 4002 rifiuti spiaggiati ogni 100 metri. Per lo più cotton fioc, ma anche oggetti in plastica, tessuto, metallo e vetro. Il lido è da tempo ormai al centro delle attenzioni locali in termini di operazioni di risanamento ambientale: dopo un lungo periodo di criticità, i livelli di salubrità del mare sono tornati a essere nella norma mentre continuano le opere di pulizia della costa.
Eppure è una delle spiagge in condizioni
più problematiche tra quelle monitorate dal Cigno che sbarca oggi in
Sicilia con la sua Goletta Verde.
Accanto alla campagna di controllo della qualità delle acque, che la
celebre imbarcazione rinnova ogni estate, Legambiente aggiunge oggi una
nuova iniziativa. Parliamo di #NoRifiutinelWC, sviluppata
assieme a Ogilvy Change per spiegare ai cittadini l’importanza di
piccoli gesti, come quelli di non usare i bagni di casa come cestini per
l’immondizia.
Come mostra la spiaggia di Romagnolo,
infatti, uno dei materiali più facilmente rinvenuti sono cotton fioc e
altri oggetti per l’igiene personale. Rifiuti buttati nel wc che
raggiungono il mare, anche a causa di sistemi di depurazione
inefficienti. Secondo l’indagine Beach litter di Legambiente in Sicilia il 21% dei rifiuti spiaggiati arriva direttamente dagli scarichi domestici.
“Tutti sanno che gettare rifiuti nel
Wc è sbagliato, ma in tanti ancora lo fanno perché si tratta di un
comportamento così radicato nella routine di molti italiani da essere
diventato purtroppo automatico, istintivo e quindi molto difficile da
cambiare – aggiunge Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia. La
cattiva gestione dei rifiuti a monte e la maladepurazione restano la
principale causa del fenomeno del marine litter e la Sicilia è ancora
molto indietro su questo tema”.
Per questo motivo Legambiente, oltre a lanciare una campagna di sensibilizzazione, chiede di affrontare il problema anche dal punto di vista normativo,
mettendo ad esempio al bando i bastoncini per le orecchie non
compostabili, sull’esempio di quanto l’Italia ha fatto con il bando ai
sacchetti di plastica
“I nostri dati – continua Zanna
– evidenziano come buona parte dei rifiuti che troviamo negli ambienti
costieri e marini potrebbero essere riciclati. Ad esempio nelle nostre
indagini sulle spiagge siciliane è emerso che la maggior parte (66%)
degli oggetti ritrovati in spiaggia come rifiuti era stato concepito per
essere utilizzato un’unica volta o per un periodo molto breve: 23% per
quest’ultima categoria (come ad esempio penne o tappi) e per il 43% usa e
getta. Se si mettessero quindi in campo delle politiche di prevenzione
ad hoc, oltre a ridurre i rifiuti in mare, si avrebbero risultati non
indifferenti dal punto di vista economico. Ed è quello che chiediamo
alla Regione, ai Comuni e agli stessi operatori commerciali”.
fonte: www.rinnovabili.it