Monsanto passa al contrattacco. La società americana invita ad indagare sullo Iarc e l'Oms che nel 2015 segnalarono il glifosato come sostanza potenzialmente cancerogena.
L'erbicida "Roundup" a base di glifosato è il prodotto più controverso di Monsanto. In attesa del rinnovo della licenza da parte dell'UE, la società sta cercando di screditare l'Organizzazione mondiale della sanità, che ha collegato l'erbicida al cancro negli esseri umani.
Ricordiamo che dall'Oms, in
collaborazione con l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro
(IARC), arrivano diverse segnalazioni su alcuni pesticidi classificati come probabili o possibili agenti cancerogeni per l'uomo, tra cui il glifosato.
La decisione fu un duro colpo per Monsanto. A seguito della decisione dello IARC, l'Unione europea cominciò a considerare il divieto totale del prodotto,
privando potenzialmente Monsanto di un flusso significativo di entrate.
Dal canto suo la società, che sta cercando di ottenere il rinnovo della
licenza chimica dell'UE per i prossimi 10 anni, ha optato per un'altra
mossa: portare in tribunale l'Agenzia internazionale per la ricerca sul
cancro e le sue indicazioni di due anni fa.
A suo favore, Monsanto porta il fatto che lo IARC non avrebbe preso in considerazione due studi che secondo la società dimostrerebbero la sicurezza del glifosato per la nostra salute.
Il primo è stato condotto
dall'Istituto federale per la valutazione dei rischi (BfR) tedesco,
secondo cui “è improbabile che il glifosato sia cancerogeno per gli
esseri umani”. Il secondo è stato realizzato dallo scienziato tedesco indipendente Helmut Greim, che ha condotto una meta-analisi e ha scoperto che “il potenziale cancerogeno del glifosato è estremamente basso o inesistente”.
Monsanto si è dunque aggrappata a queste
due ricerche per screditare l'opinione dello Iarc, sostenendo che
l'Agenzia non avrebbe tenuto in considerazione i due studi, che mostrano
un parere diverso sull'esposizione al glifosato e il rischio di
cancro. Pare però che entrambi gli studi siano stati finanziati da
Monsanto.
La mancata inclusione di questi due
ricerche, secondo il vicepresidente di Monsanto, Scott Partridge,
dimostra che nello IARC qualcuno è stato corrotto, motivo per cui invita
a portare avanti un'indagine esterna sui funzionamenti dell'agenzia e
della sua leadership.
“Lo IARC ha trascurato decenni di analisi approfondite e scientifiche da parte delle agenzie di controllo in tutto il mondo e ha interpretato selettivamente i dati per arrivare alla propria classificazione del glifosato. Nessuna agenzia di regolamentazione nel mondo considera il glifosato cancerogeno” ribadisce Monsanto.
L'ennesimo tentativo, da parte della
società, di convincere gli enti regolatori e i governi che il suo
prodotto di punta sia sicuro e non un pericolo per la salute umana e
ambientale.
È ancora possibile firmare la petizione ICE (che3 ha già superato il milione di firme) e chiedere all'Europa di vietare il glifosato.
Per firmare la petizione clicca qui
fonte: www.greenme.it