Il workshop milanese del 9 ottobre ha mostrato l'alleanza tra Corepla e
Assobioplatiche nel perseguimento di un obiettivo comune: evitare che si
faccia confusione nel conferimento degli imballaggi in plastica e
bioplastica. Quest'ultima va buttata sempre nell'umido
Durante il workshop milanese
di lunedì 9 ottobre, dedicato al progetto “Dicheplastica6”, sono
stati presentati i dati delle ricerche sulla gestione e separazione
delle plastiche e bioplastiche anche rispetto alla raccolta
dell’umido. Un momento di alleanza tra Corepla e Assobioplatiche, tra interessi e settori che in passato non sempre erano andati
d'accordo. Uno dei principali obiettivi comuni è evitare che si
faccia confusione nel conferimento degli imballaggi. È importante separare la
plastica dalla bioplastica e quest'ultima, lo ricordiamo, deve essere
conferita sempre nell'umido. Una regola che vale sia per gli
imballaggi flessibili, come i sacchetti in bioplastica, sia per
gli imballaggi rigidi, per esempio le stoviglie mono uso in
bioplastica biodegradabile e compostabile.
COSA
ACCADE NELLA PRATICA? COME RISPONDONO I CITTADINI?
Claudia Anna
Beretta di Corepla ha illustrato i dati dei monitoraggi presso
alcuni impianti di selezione della raccolta differenziata degli
imballaggi in plastica (quelli ritenuti più rappresentativi) che
mostrano la presenza di minime percentuali di imballaggi compostabili
(UNI EN 13432) nei flussi di raccolta urbana e all’interno dei
flussi di prodotti selezionati in uscita dagli impianti.
I dati sono stati rilevati
nel periodo ottobre-novembre 2016 e marzo 2017. Nel primo
periodo la percentuale di imballaggi in plastica
compostabile - sul quantitativo stimato di imballaggi in
plastica - era dello 0,84%, mentre nel secondo periodo si è
registrata una percentuale dello 0,85%. Sono soprattutto imballaggi a
base di film di piccole/medie dimensioni, trattandosi prevalentemente
di sacchetti e shoppers che per errore vanno a finire nella plastica
da avviare al riciclo. La stessa Beretta durante una nostra
intervista ci dice che "una piccola parte della bioplastica
immessa al consumo la ritroviamo nella plastica da avviare
alla raccolta differenziata ma questa bioplastica non può essere
riciclata e va rimossa così come va rimossa la plastica tradizionale
che va a finire nella raccolta dell’umido”.
NEL
CORSO DELLA PRESENTAZIONE MILANESE È STATA PIÙ VOLTE
SOTTOLINEATA L’IMPORTANZA DEL COMPOST.
Gli enti di ricerca
coinvolti, l'Università degli Studi di Milano, il Politecnico e la
Scuola agraria del Parco di Monza, hanno messo in evidenza il valore
del compost non solo perché riduce i rifiuti da avviare in
discarica. Concimare il terreno con il compost aiuta a combattere il
cambiamento climatico, perché un terreno ben concimato richiede meno
acqua e un uso limitato di macchinari,
contribuendo al
risparmio dei carburanti.
MA IL COMPOST DEVE ESSERE DI BUONA
QUALITÀ.
Il Consorzio
italiano compostatori ha condotto una ricerca sulla purezza
merceologica del compost prodotto in Italia e dai dati diffusi “si
stima che negli impianti dedicati alla produzione di compost ogni
anno arrivino, al netto dell’umidità, circa 31.000 tonnellate
di bioplastica (che, tramite il processo di compostaggio vengono
trasformate in compost) ma ancora arrivano 73.500 tonnellate di
plastica (imballaggi e non) che gli impianti devono opportunamente
separare ed estrarre per produrre compost di qualità.” Massimo
Centemero, presidente del CIC, nel complesso esprime un parere
positivo sulla qualità del compost prodotto, che ha “una
purezza superiore al 95%, ma ribadisce che “bisogna insistere sulle
campagne di comunicazione.”
OBBLIGO DI SACCHETTI
COMPOSATBILIA ANCHE ALL'ORTOFRUTTA
Come si sta preparando il
mercato degli imballaggi compostabili in vista del divieto di
commercializzare anche i sacchetti non compostabili dell'ortofrutta
dal 2018? I dati della ricerca che Corepla ha commissionato alla
società Plastic Consult mostrano che la percentuale degli
imballaggi compostabili immessi al consumo nel 2016 è
aumentata del 12% rispetto al 2015. . Ma la crescita del
mercato degli imballaggi compostabili è certamente destinata a
migliorare proprio in vista dell'entrata in vigore della normativa
che dal 2018 imporrà l'uso dei soli sacchetti biodegradabili anche
per l'ortofrutta.
fonte: http://www.ecodallecitta.it/