Alle porte di un voto cruciale del Parlamento Europeo sugli interferenti endocrini, un nuovo rapporto dell’ONG Pesticide Action Network (PAN) scuote l’opinione pubblica. Secondo il dossier dell’organizzazione, più di un terzo della frutta consumata in UE è contaminato da residui di sostanze che intaccano il sistema ormonale. L’obiettivo della ricerca è influenzare il voto sui controversi criteri, proposti dalla Commissione Europea, che definiranno pesticidi e altri agenti chimici presunti responsabili di impatti negativi sulla salute, dall’aumento dei rischi di cancro, allo sviluppo del feto fino a problemi per il sistema riproduttivo.
PAN afferma che il 68% della frutta
europea contiene tracce di pesticidi e nel 34% sono stati reperiti
residui di 27 interferenti endocrini. Per le verdure, le cifre sono leggermente più basse ma comunque preoccupanti: la stima è che il 41% non sia immune da residui e il 14% contenga sostanze che agiscono negativamente sul sistema endocrino.
Il rapporto, si basa sui dati raccolti dagli Stati membri nel 2015, e punta il dito principalmente sugli agrumi:
il 46-57% di mandarini, arance e
pompelmi contiene residui. Seguono pesche, uva e fragole, con il 34-45%
di frutti contaminati da interferenti. Le verdure più pericolose sono
invece sedano e rucola, con il 35-40% del campione contenente le
sostanze incriminate.
I paesi in cui il problema è più grave sono quelli dell’Europa meridionale: a Spagna (35% dei prodotti), Grecia (25%) e anche Italia (23%) vanno le maglie nere per la produzione. Tuttavia,
sono i paesi del nord Europa – Irlanda (42%), Svezia (34%) e Paesi
Bassi (32%) – i principali consumatori di frutta e verdura contaminata
da interferenti endocrini.
Oggi i deputati europei decideranno se
accettare i criteri proposti dalla Commissione per queste
sostanze, criteri respinti dalla commissione Ambiente del Parlamento
Europeo (ENVI) la scorsa settimana e criticati da dagli attivisti
ambientalisti perché incapaci di proteggere la salute e gli ecosistemi.
fonte: www.rinnovabili.it