Premiato Montello, il 1° impianto che immette biometano in rete

















La seconda giornata di Ecomondo ha celebrato il biometano, uno dei settori su cui si riversano le più grandi aspettative energetiche italiane. E lo ha fatto con la presentazione di un nuovo accordo, quello firmato dai membri della Piattaforma Tecnologica Nazionale sul (Bio)metano costituita da CIC (Consorzio Italiano Compostatori), CIB (Consorzio Italiano Biogas), Anigas, Assogasmetano, Confagricoltura, Fise-Assoambiente, Legambiente, Ngv Italy e Utilitalia.

La piattaforma è stata lanciata formalmente lo scorso anno, sempre dalla Fiera di Rimini, dove torna in questo 2017 per continuare a fornire un contributo “al consolidamento e allo sviluppo” della produzione nazionale di biometano”. Il nuovo protocollo d’intesa mira esattamente a questo, a dare un impulso concreto alla crescita del settore, realizzando iniziative comuni finalizzate a promuoverne la diffusione. L’obiettivo è tramutare in realtà i numeri che oggi sono ancora su carta: con giusto, l’Italia – che è già oggi il secondo produttore di biogas europeo –  potrebbe raggiungere una produzione di 10 miliardi di m3 di biometano nel 2030. La Piattaforma cerca e cercherà di valorizzare soluzioni tecnologiche innovative per far sì che l’Italia diventi anche uno dei principali produttori di questo combustibile.
Un’accelerazione in tal senso è necessaria, se si considera che ad agosto 2016 in Italia erano presenti solo 7 impianti di produzione di biometano: uno è presente a Roma presso la discarica di Malagrotta e produce il carburante per  una serie di automezzi impiegati per la raccolta dei rifiuti; gli altri sei sono di tipo dimostrativo. Tutto qua? Non proprio. A giugno di quest’anno è entrato in funzione il primo impianto che immette direttamente nella rete nazionale del gas, il metano bio che produce.
Parliamo della centrale di Montello Spa di Bergamo, premiata oggi dalla Piattaforma durante Ecomondo. La struttura è il primo esempio di impianto industriale presente in Italia in grado di produrre biometano esclusivamente dal trattamento dei rifiuti organici della raccolta differenziata urbana. È anche il primo ad essere definito “Carbon Negative” dal momento che è in grado di recuperare dal biogas generato (composto da circa il 60% dei metano e circa il 40% di CO2) anidride carbonica da destinare ad uso tecnico ed alimentare. A pieno regime Montello dovrebbe recuperare ogni anno l’umido prodotto da 6 milioni di abitanti “restituendo” indietro circa 32 milioni di metri cubi standard di biometano, 90 mila tonnellate di fertilizzante organico e 38mila tonnellate di CO2 liquida per usi industriali.

fonte: www.rinnovabili.it