Il sacchetto Bio provoca il boom dell’ortofrutta confezionata

Il report di Ismea: i prodotti «sfusi» perdono il 3,5% nei primi tre mesi del 2018 nonostante siano meno cari


















Nel primo trimestre del 2018 crescono gli acquisti di ortofrutta, diminuisce la spesa ma, complice l’introduzione obbligatoria del “sacchetto bio”, aumentano le vendite di ortofrutta fresca confezionata (+11% in volume e +6,5% la spesa) a scapito della «sfusa» diminuiti del 3,5% e del 7,8% nella relativa spesa. E questo nonostante il confronto dei prezzi medi evidenzia che, a parità di prodotto, «i confezionati» costano mediamente il 43% in più anche se non mancano le eccezioni costituite da prodotti di calibro o qualità superiore rispetto al confezionato. È il caso, ad esempio, degli agrumi e delle patate le cui vendite di sfuso avvengono a prezzi superiori rispettivamente del 6 e del 2%. Nel caso dei pomodori, invece, il «confezionato» costa ben il 75% in più. 

«Si tratta di numeri che rendono ipotizzabile come la reazione istintiva avversa dei consumatori – anche a seguito del forte seguito mediatico attribuito all’evento – abbia fornito un’accelerazione a un processo di sostituzione di per sé già in atto», sottolineano i ricercatori di Ismea che, con il supporto di Nielsen, hanno analizzato i risultati del panel sui consumi domestici di 9000 famiglie. 

Secondo Ismea «la novità e la sorpresa contenuta nei dati relativi al primo trimestre 2018 sta nella forza impressa a questa tendenza dall’entrata in vigore della nuova disposizione. Infatti, nel primo trimestre 2018 le vendite di ortofrutticoli confezionati rappresentano il 32% del totale contro il 29% del primo trimestre 2017». 

La ricerca mette anche in evidenza come l’aumento degli acquisti ha riguardato essenzialmente gli ortaggi (+6%), le patate (+3%), la IV gamma (+3%) e gli agrumi (+6%), mentre la frutta ha registrato un calo del 10% circa. «Queste dinamiche di vendita - precisa Ismea - sono avvenute in un contesto caratterizzato dalla riduzione dei prezzi medi di tutte le principali categorie con conseguente riduzione della spesa che, nel complesso, è scesa del 2,5% rispetto al primo trimestre 2017». 

fonte: www.lastampa.it