Bruxelles, Costa: "Vietare le bottiglie di plastica negli edifici pubblici"

Il ministro dell'Ambiente rilancia la politica plastic free nelle sedi istituzionali. Al Consiglio Ue: "Essenziale che venga garantito il diritto all'acqua potabile e l'accesso all'acqua a tutti"















"VIETARE le confezioni di plastica negli edifici pubblici": lo ha proposto il ministro dell'Ambiente Sergio Costa intervenendo al Consiglio ambiente Ue in corso a Lussemburgo. La decisione di adottare una politica 'plastic free' a partire dalle sedi istituzionali, già annunciata a metà giugno, è stata ribadita durante il dibattito avviato dal Consiglio Ue sulla revisione della direttiva acque potabili, in base alla proposta presentata dalla Commissione europea il primo febbraio scorso. "Dobbiamo liberarci del mono-uso e dell'usa e getta e credo che le istituzioni siano le prime a dover dare il buon esempio", ha spiegato il ministro ai giornalisti dopo la fine della riunione.

·DIRITTO ALL'ACQUA PUBBLICA
Il responsabile del dicastero ha anche sottolineato che è "essenziale che l'Ue garantisca il diritto all'acqua potabile e l'accesso all'acqua a tutti" tenendo in considerazione che essa è "un bene comune". Quindi, secondo il ministro, "non è soggetta al mercato unico" e "va mantenuto il monitoraggio pubblico sui privati".
La bozza, che ha l'obiettivo di rendere l'acqua dal rubinetto più sicura e accessibile, e i cittadini più consapevoli per risparmiare su bollette e bottiglie di plastica, prevede modifiche delle regole per i materiali da costruzione a contatto con l'acqua potabile che la Commissione suggerisce di modificare per motivi di mercato interno.

·STOP EUROPEO AL MONOUSO
Niente cannucce, né posate o stoviglie di plastica. Il bando al monouso è stato lanciato a fine maggio dagli stati membri che nei prossimi mesi dovranno fissare obiettivi nazionali di riduzione dell'uso di materiale inquinante non riciclabile, e stabilire nuove norme che obblighino i produttori a coprire i costi di smaltimento e di riciclo dei rifiuti.
 
Costa è intervenuto nell'ambito del dibattito avviato dal Consiglio Ue sulla revisione della direttiva acque potabili, a partire dalla proposta presentata dalla Commissione europea il primo febbraio scorso. La bozza legislativa ha l'obiettivo di rendere l'acqua del rubinetto più sicura e accessibile, e i cittadini più informati e consapevoli. Aumentando la qualità dell'acqua di rubinetto, è il ragionamento, si ridurranno i consumi di quella in bottiglia e i rifiuti in plastica. Per rendere più fluido il mercato interno, però, la Commissione propone anche che i requisiti minimi di sicurezza e igiene dei materiali a contatto con l'acqua non siano stabiliti nella direttiva in discussione, ma nel regolamento sui materiali da costruzione. Ipotesi che è stata respinta da un gran numero di delegazioni, Italia compresa.

All'ordine del giorno c'era anche una prima discussione sulla proposta di Bruxelles di tagliare le emissioni di van e auto del 30% entro il 2030, rispetto al 2021. "Dobbiamo raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi", ha ricordato Costa, proponendo un target vincolante del 15% nel 2025 e del "40% al 2030". E ha proposto anche di eliminare il sistema dei crediti ai produttori "che alla lunga incentiva a inquinare". Costa ha parlato poi della possibilità di sbloccare "un fondo a rotazione dalla Cassa depositi e prestiti per acquistare autobus elettrici e dotarli delle necessarie infrastrutture di rifornimento" per ridurre lo smog nelle aree del Paese dove il problema è più sentito. 

fonte: http://www.repubblica.it/