Microplastiche anche nel sale marino: studio tedesco lancia l’allarme















Le conseguenze allo sfrenato uso che si fa della plastica in tutto il mondo si riflettono persino sul sale marino. I ricercatori tedeschi hanno trovato le microplastiche anche nel Fleur de Sel, una varietà particolarmente nobile e altrettanto costosa, che secondo quanto scoperto può contenerne in quantità persino maggiori rispetto al sale normale.

Conosciuto e commercializzato come “il caviale del mare”, il Fleur de Sel ha un prezzo più alto del sale tradizionale, ma comunque non sempre indicativo di una migliore qualità. Nello studio l’istituto per la chimica e la biologia dell’ambiente marino (ICBM) tedesco ha confrontato diversi sali dei supermercati, trovando in ognuno di questi un certo livello di microplastiche. I campioni del Fleur de Sel invece ne contenevano molto di più, a quanto pare.

Secondo i risultati, il sale marino normale conteneva tra i 14 e i 59 microgrammi di microplastiche per chilogrammo rispetto ai 140/1800 microgrammi in quelli trovati nel Fleur de Sel. Le microplastiche sono piccoli granuli di plastica, fibre e frammenti di diametro inferiore ai 5 mm. Possono avere una lunghezza da due a tre centimetri e spesso sono sottili come un capello umano.

Sebbene il livello di contaminazione sarebbe troppo basso per rappresentare un serio rischio per la salute dei consumatori che assumono tale tipologia di sale, i ricercatori esprimono una certa preoccupazione per le conseguenze ecologiche che sta avendo lo smoderato uso che si fa della plastica.

Per via di una “cattiva gestione globale dei rifiuti” e dell’utilizzo “incauto” della plastica, questa “ritorna come microplastiche sui nostri piatti”, sottolineano infatti gli esperti.

fonte: www.greenstyle.it