Eco dalle Città ha intervistato Aldo Barbini, responsabile tecnico della cooperativa Mattaranetta di Verona, importante realtà che opera nell’ambito del riuso:
Quando nasce la vostra esperienza?
Esistiamo da 10 anni. Tuttavia, tutto parte da lontano. Dagli anni Settanta, quando qui esisteva una comunità Emmaus. In quegli anni loro si occupavano di materie prime seconde, ferro e carta. L’attività sul riuso si è innestata dopo e negli anni Novanta nacque un mercatino dell’usato, il primo di Verona. Poi vennero i mercatini in conto vendita con la nascita di Mercatino srl e l’evoluzione di Mercatopoli. Tutto qui a Verona, una città con una forte tradizione in questo campo.
Da cosa è alimentata la vostra attività sul riuso?
Fin dall’origine la nostra attività è stata alimentata dalle donazioni. Questo è un luogo dove la gente viene da 40 anni a portare cose che gli dispiace buttare. Se negli anni Settanta i cittadini portavano la carta, tempi in cui non esisteva la raccolta differenziata, oggi portano cose che si possono riusare.
Oltre alle filone storico delle donazioni, c’è il canale degli sgomberi. Si tratta di una tipologia di attività svolta storicamente in modo informale. Qui a Verona, invece, noi lo facciamo in maniera più organizzata, raggiungendo una quantità significativa di interventi, circa 1.000 all’anno. E se prima erano piccoli sgomberi, oggi molti interventi richiedono lo sgombero di interi appartamenti.
Vi occupate anche di attività legate ai rifiuti?
Sì, ultimamente si è aggiunto un terzo filone. Ma per descrivere questo, faccio un breve passo indietro. Insieme all’attività sul riuso, a partire da fine anni ‘90, abbiamo iniziato a lavorare anche sui rifiuti con le raccolte porta a porta e la gestione di stazioni ecologiche. Una si trova nel comune di Verona ed è stata costruita di fianco a noi. Altre si trovano nei comuni limitrofi. In una di queste abbiamo introdotto una novità: abbiamo installato un “container del riuso” dove le persone possono depositare oggetti ancora utilizzabili. Molti cittadini, infatti, si disfano delle cose ma ritengono che queste potrebbero servire a qualcun’altro. Con questo box diamo l’opportunità a chi porta questi beni, di depositarli all’interno della stazione ecologica senza farli diventare rifiuti.
Cosa fate presso la vostra struttura?
Ci occupiamo della selezione degli oggetti. Per i componenti d’arredo (ad esempio le stoviglie) abbiamo un servizio di igienizzazione prima della vendita. Per le parti elettriche abbiamo un laboratorio, non inteso come riparazione, ma come test di sicurezza e funzionamento dei prodotti. Abbiamo inoltre un laboratorio per le bici. Avevamo anche una falegnameria che oggi non è più attiva in quanto il mobile non è più un mercato sostenibile in termini economici.
Per quanto riguarda invece la vendita abbiamo due mercatini. Uno, più spartano, presso la nostra sede. Un’altro più grande, dall’atmosfera più elegante, che abbiamo aperto nel 2014. In questo nuovo negozio facciamo anche compravendita con l’acquisto-vendita in conto proprio di beni riusabili. Si tratta di beni che acquistiamo direttamente oppure attraverso contratti estimatori (formula che prevede nel caso di mancata vendita la restituzione del bene al proprietario).
Quali sono le dimensioni fisiche dei vostri spazi?
Si tratta di superfici di vendita di circa 2.000 metri quadrati, 300 mq per quanto riguarda i laboratori e altri 300 occupati dagli spazi per la selezione.
Quali sono le ricadute occupazionali della vostra attività?
Tutta la cooperativa include poco più di trenta persone. Per quanto riguarda le attività sul riuso ne lavorano circa 15 persone. Tra queste, essendo noi una cooperativa sociale, ci sono 5 lavoratori svantaggiati. Altri, tuttavia, provengono da percorsi di inclusione sociale che terminato il periodo sono rimasti a lavorare con noi.
fonte: www.ecodallecitta.it