Nel quadro dell’iniziativa avviata nel 2016 per migliorare l’attuazione sia della politica ambientale europea sia delle norme stabilite di comune accordo in tutti gli Stati membri dell’UE, la Commissione Europea ha pubblicato il secondo riesame dell’attuazione delle politiche ambientali (EIR).
L’attuazione delle strategie e della normativa dell’UE in questo settore non è soltanto essenziale per un ambiente sano, ma offre anche nuove opportunità per stimolare una crescita economica sostenibile, l’innovazione e l’occupazione. La piena attuazione della legislazione ambientale dell’UE potrebbe far risparmiare alla nostra economia 55 miliardi di € all’anno in costi sanitari e costi diretti per l’ambiente.
Il riesame vaglia lo stato delle politiche ambientali e dell’attuazione delle norme in ciascuno Stato membro, oltre a individuare le cause delle lacune nell’attuazione. Aiuta a trovare soluzioni prima che i problemi diventino urgenti e mira ad assistere i responsabili delle decisioni a livello nazionale individuando gli ambiti prioritari che richiedono la loro attenzione. Tutti gli Stati membri hanno fatto uso del programma inter pares (P2P) istituito nel quadro dell’EIR nel 2017 che agevola lo scambio e l’apprendimento tra le autorità ambientali.
Il pacchetto si compone di 28 relazioni per paese, che illustrano lo stato di avanzamento dell’attuazione del diritto ambientale dell’UE nonché le opportunità di miglioramento in ciascuno Stato membro, e di una comunicazione, che trae le conclusioni e definisce le tendenze comuni a livello dell’UE, nonché raccomandazioni indirizzate a tutti gli Stati membri con le principali azioni prioritarie per progredire in tal senso. Stato di avanzamento nei principali settori di intervento
Dal riesame emerge che diciotto Stati membri sono ancora alle prese con livelli elevati di emissioni di ossido di azoto (NOx) e che quindici paesi devono ridurre ulteriormente le emissioni di particolato (PM2.5 e PM10).Considerati gli effetti dell’inquinamento atmosfericosulla salute, in linea con la sua comunicazione del maggio 2018 “Un’Europa che protegge: aria pulita per tutti”, la Commissione ha avviato dialoghi sull’aria pulita con diversi Stati membri, oltre ad avere elaborato interventi di attuazione più mirati.
Sebbene nel complesso il quadro di intervento per l’economia circolare sia stato rafforzato, la prevenzione dei rifiuti rimane una sfida importante per tutti gli Stati membri. In relazione alla gestione dei rifiuti, cinque paesi hanno già raggiunto i propri obiettivi in materia di riciclaggio dei rifiuti urbani entro il 2020, nove sono sulla buona strada, ma altri quattordici rischiano di non riuscire a raggiungerli. La solidità e l’efficienza di tali sistemi sono presupposti fondamentali dell’economia circolare.
Per quanto riguarda l’acqua resta ancora molto da fare per raggiungere pienamente gli obiettivi fissati dalle direttive sulle acque, in particolare per il conseguimento di un buono stato dei corpi idrici entro il 2027. Le acque reflue urbane non sono ancora adeguatamente trattate in due terzi degli Stati membri. Per raggiungere questi obiettivi sono essenziali maggiori investimenti e i fondi dell’UE continueranno a sostenere gli sforzi di attuazione.
In materia di protezione della natura e della biodiversità, la rete Natura 2000 ha continuato ad espandersi a terra e in mare e a livello di UE è già stato raggiunto l’obiettivo di dichiarare il 10 % delle zone costiere e marine zone marine protette entro il 2020, come stabilito dalla Convenzione sulla diversità biologica. Tuttavia, la maggior parte degli Stati membri deve accelerare gli sforzi per il completamento e la gestione della rete Natura 2000.
Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, gli Stati membri hanno compiuto buoni progressi nell’attuazione della legislazione dell’UE in materia di clima e gli obiettivi fissati per il 2020 dovrebbero essere raggiunti. Occorre però intensificare gli sforzi in tutti gli Stati membri e a livello di Unione per rispettare gli impegni internazionali assunti nell’ambito dell’accordo di Parigi e scongiurare le conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici.
Il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali ha introdotto un nuovo strumento (il programma inter pares) per stimolare le autorità ambientali di diversi Stati membri a imparare dalle rispettive esperienze a livello transfrontaliero. Da quando è stato avviato, tutti gli Stati membri sono stati coinvolti in almeno un evento riguardante temi connessi a economia circolare, qualità dell’aria, regolamentazione sul legno, natura e biodiversità e qualità dell’acqua.
Il riesame valuta inoltre alcuni fattori abilitanti che potrebbero migliorare drasticamente l’attuazione, ad esempio la governance ambientale. La Commissione invita gli Stati membri a migliorare l’integrazione tra gli obiettivi ambientali e altri obiettivi strategici, a incrementare l’efficienza e l’efficacia della pubblica amministrazione e ad aumentare la trasparenza nelle informazioni inerenti all’ambiente. Vi è inoltre margine per coinvolgere maggiormente le autorità regionali e locali e gli altri portatori di interessi nell’affrontare le principali sfide che l’attuazione pone.
fonte: http://www.snpambiente.it/