Basseghini: «Regole chiare per le tariffe, definizione dei costi standard, efficienza del servizio e dotazione infrastrutturale del Paese sono alcuni degli elementi principali da fissare per uscire da questa fase ai limiti dell’emergenza»
Attraverso la delibera 303/2019/R/rif, l’Arera – l’Autorità di
regolazione per energia, reti e ambiente – dà il via all’iter che
porterà entro la fine dell’anno alla definizione del primo metodo
tariffario per il settore dei rifiuti, destinato ad unificare la
complessità delle tariffe e delle imposte sui rifiuti urbani e
assimilati, anche differenziati. Ad oggi infatti tutto questo non
avviene: il prezzo pagato attraverso la Tari per la gestione dei rifiuti
urbani varia enormemente da una città all’altra,
anche vicine tra loro, dai 558€ a tonnellata di Venezia ai 306 di
Verona. Non esistono parametri condivisi per l’individuazione di costi
standard per la gestione rifiuti lungo lo Stivale, né il principio di
legge per cui la Tari dovrebbe essere a copertura integrale di tali
costi è rispettato (ad esempio per gli ampi problemi portati
dall’evasione, come documentato recentemente dal Sole 24 Ore).
In questo contesto caotico prova ora a mettere ordine l’Arera: è
atteso un documento di consultazione entro la fine di luglio, e verrà
presentato entro il 31 ottobre, con effetti a partire dal 1° gennaio
2020, il primo metodo tariffario per il settore dei rifiuti. Pubblicando
il metodo tariffario entro la fine di ottobre Arera darà ai Comuni –
che devono approvare le tariffe della Tari in conformità al piano
finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani entro il 31
dicembre – gli elementi necessari ad includerne i principi già dalle
tariffe in fase di approvazione per il 2020.
«L’Autorità è consapevole dell’impegno necessario per accompagnare
l’accelerazione delineata dalla delibera – afferma il presidente
dell’Arera, Stefano Besseghini – Servirà uno sforzo da parte delle
istituzioni, degli enti locali e dei gestori dei servizi di igiene
ambientale. La cronaca dimostra quotidianamente, tuttavia, quanto il
tema dei rifiuti sia urgente ai limiti dell’emergenza e siamo convinti
che regole chiare per le tariffe, definizione dei costi standard,
efficienza del servizio e dotazione infrastrutturale del Paese, siano
alcuni degli elementi principali da fissare per uscire da questa fase».
Nel mentre, l’Arera ricorda alcuni dei passaggi principali che
ispireranno la prossima azione regolatoria sui rifiuti, che riportiamo
integralmente:
– definizione dei criteri di monitoraggio e di riconoscimento dei
costi efficienti, da applicarsi sulle annualità 2018 e 2019, comunque
coperte dall’attribuzione di funzioni regolatorie all’Autorità;
– introduzione di una prima metodologia tariffaria per il
riconoscimento dei costi efficienti della gestione del ciclo dei rifiuti
a partire dal 2020;
– avvio di adeguate attività informative e, ove necessario, formative
per la corretta adozione dei piani finanziari richiesti entro l’anno,
al fine di garantire l’efficace e rapida applicazione, ai diversi
livelli istituzionali, delle regole sopra richiamate;
– avvio di attività di confronto interistituzionale, finalizzate a
definire le procedure di validazione dei dati e le modalità di
approvazione dei piani finanziari e dei corrispettivi, al fine di
garantire, da un lato, veridicità, chiarezza, completezza e congruità
delle informazioni e, dall’altro, coerenza tra corrispettivi e costi
efficienti.
fonte: www.greenreport.it