Ma le biobottiglie producono microplastiche? I dubbi di un lettore e la risposta di Assobioplastiche

















Un lettore ci scrive per cercare di risolvere i suoi dubbi sulle cosiddette biobottiglie e sugli effetti sulla salute che il loro utilizzo può comportare. Ecco la lettera.
Le biobottiglie rilasciano microparticelle come quelle di plastica? Ritengo che, se la biobottiglia non costituisce pericoli per la salute, il suo uso potrebbe essere incentivato e che il maggior costo sarebbe accettato dalla maggioranza dei consumatori.
Lettera firmata
Alla domanda del nostro lettore risponde Carmine Pagnozzi, direttore di Assobioplastiche.
Se per biobottiglie si intendono i contenitori certificati EN 13432 e, quindi, realizzati con polimeri biodegradabili e compostabili, il prodotto si trasforma in compost insieme alla frazione organica dei rifiuti urbani senza generare accumulo di microplastiche (il miglior comportamento ambientale dei prodotti certificati EN 13432 è, infatti, garantito sempre all’interno della gestione e raccolta delle frazione organica). Occorre però sottolineare che non esistono soluzioni miracolose alla non corretta gestione del fine vita delle bottiglie dell’acqua. 
Più che all’idea della sostituzione 1:1 (biobottiglia invece delle bottiglia in PET) occorre guardare ad iniziative come quella della cosiddetta ‘acqua del Sindaco’, all’utilizzo di borracce e/o contenitori riutilizzabili e, soprattutto, ai comportamenti responsabili dei cittadini e alle corrette raccolte dei rifiuti. Non dobbiamo dimenticare che l’inquinamento ambientale non dipende mai dai materiali in sé ma solo dall’utilizzo che di questi ne fa l’uomo quando diventano rifiuto. Peraltro, occorre anche riconoscere che, nell’amplissimo mondo dei manufatti in plastica, le bottiglie in PET sono quelle che hanno flussi di raccolta ben definiti e che più di altri possono assicurare il riciclo del materiale.
fonte: www.ilfattoalimentare.it