Economia circolare: nel juice bar sperimentale di CRA ed Eni, le bucce delle arance si trasformano in bicchieri per la spremuta



















Che fine fanno le bucce di tutte le arance che spremiamo, a casa o al bar, per bere un succo fresco? Nella maggior parte dei casi finiscono, inevitabilmente, tra i rifiuti organici (quando vengono differenziate correttamente). Ma non deve essere per forza così. Le bucce possono essere riutilizzate per produrre nuovi oggetti, ad esempio i bicchieri in cui bere la spremuta stessa. Lo dimostra ‘Feel the Peel’, il juice bar circolare sperimentale ideato dallo studio di design Carlo Ratti Associati (CRA), in collaborazione con Eni, che si sta preparando a girare l’Italia per dimostrare come funziona il suo approccio all’economia circolare.
Già, ma come funziona? Il prototipo è sormontato da una spettacolare cupola di arance (circa 1.550), che scendono una dopo l’altra lungo i binari della macchina, ogni volta che si ordina una spremuta. I frutti cadono quindi nella spremitrice, che taglia le arance in due per estrarre il succo. Le bucce, invece, cadono nella parte inferiore della macchina, dove si accumulano.

Una volta essiccate, le bucce vengono polverizzare e miscelate con acido polilattico (Pla), un biopolimero di origine vegetale, per produrre una bioplastica utilizzata come materia prima da una stampante 3D per realizzare i bicchieri in cui, rispettando i principi dell’economia circolare, viene servita la spremuta stessa. Una volta usati, questi bicchieri possono essere smaltiti nell’organico.
fonte: www.ilfattoalimentare.it