A Favignana e Lampedusa il progetto BloRin per sperimentare le Smart community solari

È iniziata l'era di prosumer e comunità energetiche. Ne è testimone il progetto BloRin, guidato da Exalto e sviluppato dall'Università di Palermo in collaborazione con Regalgrid. Ne parliamo con Gianni Silvestrini, Presidente di Exalto Energy&Innovation.


Ingegner Silvestrini, il BloRin nasce per sperimentare le comunità energetiche nelle isole minori. Ci può raccontare qualcosa in più sul progetto e sui suoi obiettivi?



Il cuore della ricerca riguarda la realizzazione di una piattaforma che consenta di gestire gli scambi di energia prodotta con le fonti rinnovabili tra diversi utenti, utilizzando la tecnologia Blockchain per certificare i flussi.
Intendiamo, testare il modello in una mini comunità energetica a Lampedusa coinvolgendo una decina di edifici. Inoltre, governeremo gli scambi di energia gestiti da infrastrutture bidirezionali di ricarica di veicoli elettrici, Vehicle to Grid, a Favignana. È interessante sottolineare il fatto che in entrambe le isole sono coinvolti nella ricerca anche i locali produttori/distributori di energia elettrica, Selis e Sea, recentemente interessati sullo sviluppo delle rinnovabili e della mobilità elettrica.
Per quanto riguarda l’organizzazione della ricerca, partiamo dalla capofila. Exalto è una società nata a Palermo anche per dimostrare la possibilità per ingegneri - donne e uomini - di lavorare nel campo dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, evitando la strada dell’emigrazione. Grazie alle ricerche svolte, Exalto ha messo a punto la piattaforma SMart Energy Tool, SMET® che, oltre a consentire di monitorare i consumi energetici di edifici e di industrie, si sta evolvendo in uno strumento per gestire i programmi di Demand Response, in grado di modulare domanda ed offerta di energia.
Il gruppo di ricerca vede poi l’Università di Palermo, impegnata sui fronti del Blockchain, Cyber Security, Intelligenza Artificiale, e gestione delle reti.
Infine, abbiamo Regalgrid, una società veneta all’avanguardia nella gestione di flussi tra diverse utenze che, in attesa di poter operare in Italia, sta lavorando all’estero, dalla Germania all’Australia.

Come è nata l'idea delle Smart community solari?

L’idea ci è venuta due anni fa elaborando una proposta di ricerca per un bando del PO FESR della regione Sicilia, convinti da una sperimentazione allora in corso a Brooklyn. La società LO3 aveva infatti iniziato a utilizzare l’approccio Blockchain per gestire e certificare gli scambi di energia solare tra diversi utenti dotati di impianti fotovoltaici.
Con una differenza di prospettiva. Mentre infatti in Europa, con il recepimento della Direttiva sulle rinnovabili 2018/2001, le Comunità Energetiche potranno svilupparsi, negli Usa questa possibilità è preclusa, tanto che è in corso una raccolta di firme per cercare di convincere il Governatore di New York, Andrew Cuomo, a rendere legale questo approccio.
Un altro elemento qualificante della ricerca riguarda i luoghi in cui verranno avviate le sperimentazioni.
Dopo molti anni di sollecitazioni da parte degli ambientalisti, grazie ad un decreto del Mise del febbraio 2017 che fissa obbiettivi al 2020 e 2030 per le piccole isole italiane, si va configurando uno scenario di transizione dall’obsoleta produzione elettrica con generatori diesel alle rinnovabili.
Da qui l’idea di effettuare una sperimentazione in un paio di isole. Sapendo che effettuare gli scambi di energia non era ancora possibile, abbiamo chiesto un’autorizzazione all’Autorità dell’Energia per avviare un test su piccola scala.

Dal quel che ci dice, Favignana e Lampedusa verranno trasformati in due laboratori dedicati alla digitalizzazione dei sistemi energetici locali. Cosa si intende con ciò e come intendete farlo?

A Lampedusa contiamo di individuare una decina di edifici, possibilmente anche un albergo, nei quali installare impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo. Ovviamente questo implicherà un’attività di informazione dell’opinione pubblica, delle famiglie e degli operatori che verranno coinvolti.
Una volta realizzate le installazioni si passerà a testare il funzionamento della piattaforma, che verrà messa a punto nel corso del 2020, al fine di gestire gli scambi di energia attraverso l’uso del Blokchain. In sostanza, quando un’utenza non sarà in grado di consumare l’energia solare prodotta, né di accumularla, invece di cederla alla rete ad un prezzo basso, potrà “venderla” ad un prezzo migliore ad un’altra utenza che ne avrà bisogno. Pensiamo anche di sperimentare la possibilità di modulare la domanda di energia (frigoriferi, pompe di calore..) in funzione delle richieste della rete.
Insomma, testeremo tutte le dinamiche che riguarderanno lo sviluppo delle Comunità energetiche, inclusi gli aspetti contrattuali che andranno proposti.
A Favignana ci concentreremo invece sulla mobilità elettrica. In questo caso installeremo una infrastruttura di ricarica bidirezionale che consentirà ai veicoli elettrici di assorbire energia, ma anche di cederla alla rete in caso di necessità.
Insomma, nelle due isole si sperimenteranno soluzioni che fra pochi anni potranno rappresentare strumenti efficaci per accelerare la transizione energetica.

Insomma una "nuova era" ci attende; un'era in cui l'utente finale diventa un soggetto attivo del sistema energetico. Quali opportunità ci riserva questa "rivoluzione" e come possiamo coglierle, anche in vista del recepimento della nuova direttiva rinnovabili?

In effetti, siamo in una interessante fase di transizione con il prossimo recepimento della Direttiva sulle rinnovabili (RED 2) e di quella sul Mercato elettrico. In questo modo si definiranno le modalità con cui potranno funzionare le Comunità delle Rinnovabili (REC) e quelle dei Cittadini (CEC).
È interessante osservare il fermento che ha portato alcuni paesi europei ad anticipare le nuove modalità di aggregazione (Portogallo, Spagna, Germania, Austria, Belgio, Slovenia, Grecia…). Anche in Italia le Leggi regionali sulle Comunità Energetiche (Piemonte, Puglia) e l’avvio della discussione in Sardegna segnalano il forte interesse. Questi provvedimenti regionali non consentono di avviare delle sperimentazioni, ma rappresentano una chiara sollecitazione nei confronti del Governo e al tempo stesso, indicano la volontà di preparare i territori alle opportunità che si apriranno.
Al momento in Italia la quota di rinnovabili auto-consumata è piuttosto bassa, 6 TWh/a, meno del 2% della domanda elettrica nazionale. Questo valore è però destinato a crescere con l’avvio della diffusione delle Comunità energetiche, con una rapidità che dipenderà dalle regole che verranno adottate.
Naturalmente la preoccupazione dell’Autorità è che non si restringa troppo il numero di utenze complessive su cui spalmare gli oneri di sistema, cosa fattibile facendo pagare comunque una quota ragionevole di questi oneri alle nuove Comunità. È noto che l’Autorità dell’Energia preferirebbe evitare di utilizzare l’incentivo “implicito”, che deriverebbe dall’esenzione delle componenti tariffarie legate agli oneri di sistema e preferirebbe degli incentivi espliciti.
Vedremo come evolverà la normativa, auspicando che, come richiesto da più parti, anche dalla Commissione Industria del Senato, si possa anticipare al 2020 la definizione delle regole delle Comunità delle Rinnovabili.
Riferimenti

Direttiva Parlamento europeo e Consiglio Ue 2018/2001/Ue - Direttiva sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili (rifusione) - Abrogazione direttiva 2009/28/Ce
in Nextville (Osservatorio di normativa energetica)



fonte: www.nextville.it