Ripristinare l'equilibrio degli habitat marini è possibile secondo uno studio, occorre però agire subito per evitare il tracollo.
Possono essere sufficienti 30 anni per riportare gli oceani al loro antico splendore. A sostenerlo uno studio condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, guidato dal Prof. Carlos Duarte della King Abdullah University of Science and Technology in Arabia Saudita. Stando alle conclusioni presentate sarebbe ancora possibile porre rimedio ai danni provocati dall’uomo in termini di inquinamento, cambiamenti climatici e pesca insostenibile.
Laddove sono state adottate misure a tutela dell’habitat marino o comunque ridotto l’impatto antropico, spiegano i ricercatori, gli oceani hanno saputo recuperare terreno nei confronti dei danni provocati dall’uomo. Alcuni esempi sono rappresentati dalle megattere in Australia, dagli elefanti marini negli USA o dalle tartarughe verdi in Giappone.
Contrastando la pesca insostenibile, la distruzione delle coste e l’inquinamento marino gli oceani potrebbero mostrare una rinascita entro il 2050, spiegano i ricercatori, con ripercussioni positive per l’uomo in termini di stabilità climatica, sicurezza dei tratti costieri e cibo.
Questo anche grazie al volume di conoscenze accumulate negli anni in merito ai meccanismi che regolano l’habitat oceanico. Come ha sottolineato il Prof. Carlos Duarte della King Abdullah University of Science and Technology:
Abbiamo una limitata finestra di opportunità per lasciare un oceano in salute ai nostri nipoti, e abbiamo le conoscenze e i mezzi per farcela. Fallire l’accettazione di questa sfida e insieme condannare i nostri nipoti a un oceano rotto incapace di rappresentare una fonte di sostentamento non è un’opzione.
Fonte: The Guardian