
Nonostante il Paese sia in piena fase 2 e l’Italia, dicono, sia ripartita, di sicuro ciò che non è ripartita è la scuola. Ferve il dibattuto, grazie a una grande mobilitazione di genitori e insegnanti sensibili, che hanno aperto interessanti e vivi spazi di incontro, riflessione e mobilitazione, sia virtuale, ma soprattutto fisica (leggi, a proposito della protesta del 25 giugno in sessanta città Lezione di priorità), dando al futuro della scuola quella speranza, vivacità e profondità che le linee guida e le dichiarazioni della ministra non lasciano intravedere.
Come A Sud ci siamo in questi mesi profondamente interrogate sul futuro della scuola pubblica, spingendoci a proporre, a partire dalle nostre competenze, un contributo per supportare le scuole e le istituzioni educative nella ridefinizione di una nuova modalità educativa.
Riteniamo centrale e non più prorogabile una proposta formativa che metta al centro del suo agire educativo la necessità di costruire una società diversa e armonica con il mondo naturale, necessità ancor più forte dopo i mesi di coatta restrizione in cui ci siamo allontanati tutti, e in particolare in più giovani, ancor di più, dal mondo naturale, dalla bellezza di una biodiversità che incurante dei virus ha, anzi, ritrovato una sua più forte naturalità e vigore. Abbiamo, nel discorso pubblico, troppo tralasciato l’emergenza ambientale, la crisi climatica, per molti sovrastata da un’emergenza sanitaria, più tangibile e impellente. Il nesso intrinseco tra le due è troppo spesso sottovalutato e non considerato. Troppi gli appelli a lasciare i timidi investimenti nella politica green, per far ripartire subito e presto l’economia fossile, energivora, per salvare l’economia, i posti di lavoro, dimenticando che ci salveremo solo se saremo in grado di pensare a un equilibrio possibile con il mondo che ci circonda.
Insieme alle realtà incontrate nel nostro decennale percorso, abbiamo deciso di proporre un corso di formazione che ha come obiettivo il ridisegno della scuola, dell’infanzia, primaria e secondaria, nell’ottica dell’educazione ecologica, della formazione di una generazione che abbia la capacità di sentirsi parte di una complessità fatta di tanti uomini e donne, di altri esseri viventi, di ecosistemi con risorse limitate da tutelare e rispettare. Amare e rispettare il Pianeta, conoscere il senso profondo dei concetti quali ecologia e biodiversità, clima e riscaldamento globale, non può avvenire – tantomeno nell’epoca dell’emergenza sanitaria – seduti su un banco di un’aula, deve essere un processo empatico che parta dall’attraversamento e dalla quotidiana esperienza di educazione all’aperto, in natura, con la natura, per questo affronteremo e condivideremo con esperti i principi dell’outdoor education.
Vogliamo costruire un percorso condiviso che accompagni i nostri bambini/e e ragazzi/e a un ritorno alla normalità, ma non quella precedente, una nuova normalità più avanzata, più ricca ed armonica con il mondo naturale, con le risorse del pianeta. (Segue)
fonte: comune-info.net
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