Enzo Favoino: valutazioni sulle strategie per la riduzione dell'inquinamento da plastica
















Oggi è stato pubblicato su Science un articolo scritto a molte mani, e di cui sono co-autore, dal titolo "Evaluating Scenarios Toward Zero Plastic Pollution" (Valutazione degli scenari per arrivare ad annullare l'inquinamento da plastica). 
L'articolo include i risultati di uno studio ben più ampio condotto (sotto il coordinamento di PEW Trust, organizzazione filantropica statunitense), da un pool di ricercatori internazionali, tra i più attivi nel valutare la dispersione di plastica nell'ambiente, le principali cause ed i relativi contributi, le strategie e le pratiche per affrontare e contenere il problema, fino a risolverlo.

Lo studio, il primo che sistematizza le valutazioni numeriche sui contributi delle diverse strategie, intende fornire una guida nella individuazione delle opzioni più efficaci per prevenire la dispersione di plastica, e dei relativi effetti numerici a medio e lungo termine.

Per stimare l'efficacia degli interventi intesi a ridurre l'inquinamento da plastica, abbiamo modellizzato stock e flussi per cinque scenari (dal "business as usual" agli scenari di intervento più radicale) tra il 2016 e il 2040.
L'implementazione congiunta di tutti gli interventi ridurrebbe l'inquinamento da plastica del 40% rispetto al 2016 e del 78% rispetto al "Business as usual" nel 2040. Purtroppo, anche con un'azione immediata e concertata, ben 710 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrerebbero, cumulativamente, negli ecosistemi acquatici e terrestri.

Il principale messaggio dello studio, e dell'articolo in corso di pubblicazione su Science,  è dunque che non solo il "business as usual" prefigura scenari catastrofici (facendo aumentare la dispersione di plastica nei mari e negli oceani dagli attuali 8 milioni di tonnellate/anno a circa 30 milioni di tonnellate nel 2040) ma anche gli "impegni volontari" che recentemente sono stati definiti da alcuni grandi produttori ed utilizzatori di plastica (in genere impostati sull'aumento delle capacità di riciclo, e sull'impiego di quote crescenti di polimeri riciclati), danno una risposta del tutto marginale ed insoddisfacente al problema, riducendolo per una percentuale che oscilla appena tra il 3 ed il 6%.

Per evitare tale massiccio accumulo di plastica nell'ambiente, è dunque necessaria ed urgente un'azione coordinata globale per ridurre il consumo di plastica, aumentare i tassi di riutilizzo, raccolta e riciclo, espandere e consolidare i sistemi di gestione dei rifiuti nelle aree non ancora coperte da servizi di tale tipo, valorizzare il ruolo del settore informale.

Ma soprattutto, necessitano politiche e pratiche più aggressive che affrontino il problema alla radice, lavorando soprattutto sui livelli più elevati della gerarchia delle azioni: la riduzione, la durevolezza, il riuso, la minimizzazione del monouso. 


Enzo Favoino


Qui l'articolo di Science

https://science.sciencemag.org/content/early/2020/07/22/science.aba9475 




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