CAC PIÚ CARO PER LA PLASTICA. Come annunciato lo scorso ottobre da Conai, su richiesta del consorzio di filiera Corepla, il 1° gennaio scorso è stato compiuto un riallineamento verso l'alto del contributo ambientale per gli imballaggi in plastica, che ha colpito, in particolare, le due fasce considerate meno riciclabili: la B2 è infatti passata da 436 a 560 euro per tonnellata e la fascia C da 546 a 660 euro per tonnellata. Sono rimasti invece invariati i CAC per gli imballaggi di fascia A (150 euro/tonnellata) e di fascia B1 (208 euro/tonnellata).
Durante il webinar non sono state preannunciate ulteriori variazioni nel corso dell'anno, in particolare per adeguare i valori del contributo "non solo alla riciclabilità e al circuito di destinazione degli imballaggi, ma anche ai reali costi di raccolta e riciclo” (ma non vuol dire che i CAC non subiranno aggiornamenti).
DIFFERENZIATO ANCHE PER LA CARTA. Dopo la plastica, anche la carta si muove sempre più verso il CAC differenziato, nonostante il sistema si trovi ancora in una fase sperimentale.
Si parte da poliaccoppiati a prevalenza carta suddivisi in quattro fasce a seconda del contenuto: A (peso di carta sul totale dell'imballo tra il 90% e 95%), B (tra 80% e 90%), C (tra 60% e 80%) e D, con contenuto di carta inferiore a 60% o non esplicitato. Questa classificazione non riguarda i CPL, imballaggi per liquidi costituiti in modo strutturale da due o più materiali non separabili manualmente, in cui il materiale prevalente in termini di peso è la carta e il peso del materiale non cellulosico è comunque superiore al 5% del peso complessivo dell’imballaggio.
Attualmente i poliaccoppiati continuano a pagare tutti un CAC di 55 euro a tonnellata, ma dal 1° ottobre sulle categorie ritenute meno riciclabili - con contenuto di carta inferiore all'80% - verrà applicato un "extra CAC" che sarà definito e comunicato almeno sei mesi prima. Secondo le prime valutazioni di Conai, il CAC aggiuntivo dovrebbe essere sostanzioso, compreso tra 80 e 100 euro/ton per la categoria C e tra 190 e 250 euro per i poliaccoppiati di categoria D.
Si parte da poliaccoppiati a prevalenza carta suddivisi in quattro fasce a seconda del contenuto: A (peso di carta sul totale dell'imballo tra il 90% e 95%), B (tra 80% e 90%), C (tra 60% e 80%) e D, con contenuto di carta inferiore a 60% o non esplicitato. Questa classificazione non riguarda i CPL, imballaggi per liquidi costituiti in modo strutturale da due o più materiali non separabili manualmente, in cui il materiale prevalente in termini di peso è la carta e il peso del materiale non cellulosico è comunque superiore al 5% del peso complessivo dell’imballaggio.
Attualmente i poliaccoppiati continuano a pagare tutti un CAC di 55 euro a tonnellata, ma dal 1° ottobre sulle categorie ritenute meno riciclabili - con contenuto di carta inferiore all'80% - verrà applicato un "extra CAC" che sarà definito e comunicato almeno sei mesi prima. Secondo le prime valutazioni di Conai, il CAC aggiuntivo dovrebbe essere sostanzioso, compreso tra 80 e 100 euro/ton per la categoria C e tra 190 e 250 euro per i poliaccoppiati di categoria D.
IMBALLAGGI COMPOSTABILI (BIOREPACK). Conai ha confermato oggi che nelle prossime settimane verranno definiti i CAC per gli imballaggi biodegradabili e compostabili afferenti al nuovo Consorzio Biorepack, operativo dal 1° gennaio scorso.
Nel frattempo, i contrubuti restano quelli degli imballaggi in plastica secondo le diverse fasce: ad esempio, shopper e sacchetti per ortofrutta in B2 (560 euro a tonnellata) e altri imballaggi in fascia C (660 euro/ton).
Sono già disponibili i moduli per l'iscrizione al nuovo consorzio e quelli per le dichiarazioni periodiche, che riportano le tipologie di imballaggi assoggettate a contributo.
Ricordiamo che a Biorepack devono iscriversi i produttori o importatori di bioplastiche compostabili (categoria Produttori) e i fabbricanti e trasformatori di imballaggi in bioplastica ( e relativi semilavorati), compresi gli importatori di imballaggi vuoti o semilavorati (categoria Trasformatori). Chi produce packaging in plastica convenzionale e bio, deve ovviamente aderire sia a Corepla che a Biorepack.
É anche ammessa l'iscrizione volontaria degli utilizzatori (commercianti, distributori, utenti, importatori di imballaggi pieni) e riciclatori, ovvero le imprese imprese che trattano a fine vita gli imballaggi compostabili conferiti con la frazione organica.
La Guida Conai 2021 può essere consultata ai seguenti link:
Vol. 1 (Adempimenti, procedure e schemi esemplificativi)
Vol. 2 (Modulistica)
fonte: www.polimerica.it
Nel frattempo, i contrubuti restano quelli degli imballaggi in plastica secondo le diverse fasce: ad esempio, shopper e sacchetti per ortofrutta in B2 (560 euro a tonnellata) e altri imballaggi in fascia C (660 euro/ton).
Sono già disponibili i moduli per l'iscrizione al nuovo consorzio e quelli per le dichiarazioni periodiche, che riportano le tipologie di imballaggi assoggettate a contributo.
Ricordiamo che a Biorepack devono iscriversi i produttori o importatori di bioplastiche compostabili (categoria Produttori) e i fabbricanti e trasformatori di imballaggi in bioplastica ( e relativi semilavorati), compresi gli importatori di imballaggi vuoti o semilavorati (categoria Trasformatori). Chi produce packaging in plastica convenzionale e bio, deve ovviamente aderire sia a Corepla che a Biorepack.
É anche ammessa l'iscrizione volontaria degli utilizzatori (commercianti, distributori, utenti, importatori di imballaggi pieni) e riciclatori, ovvero le imprese imprese che trattano a fine vita gli imballaggi compostabili conferiti con la frazione organica.
La Guida Conai 2021 può essere consultata ai seguenti link:
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