Il Comune di Milano ha sviluppato un modello di riciclo degli scarti che permette di differenziare fino a quasi il 60% dei rifiuti.
Un approccio all’economia circolare del cibo significa ridurre il nostro impatto sull’ambiente e contribuire al tempo stesso alla lotta contro la malnutrizione. Si tratta del Goal 2 dei SDGs che intende porre fine alla fame, garantire la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile.
Diventa necessario ridurre lo spreco, recuperare gli scarti e minimizzare l’impatto ambientale dell’intera industria. Il momento particolare che stiamo attraversando a causa della pandemia è un’occasione per ripensare l’intero ecosistema produttivo, rivalutando l’economia circolare e la bioeconomia in armonia con i fondamenti del Green New Deal, il programma lanciato dall’Unione Europea per raggiungere la neutralità delle emissioni inquinanti entro il 2050.
Parlando in numeri, secondo Ispra nel 2018 abbiamo prodotto 14,5 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari o derivanti dal packaging, cifre che si ripercuotono inevitabilmente sullo smaltimento dei rifiuti. Sebbene nelle piccole città la gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata si è rivelata un modello ben riuscito, è anche vero che Milano si colloca al primo posto delle città al di sopra del milione di abitanti con il 58,8% di raccolta differenziata porta a porta e al secondo posto tra le città sopra ai 200 mila abitanti, dietro Venezia con 59,5%. In termini di produzione di rifiuti urbani pro capite con 502,1 kg/ab/anno il Comune di Milano è al di sotto della media del Nord Italia al di sotto dei valori delle altre grandi città. Un modello cittadino di economia circolare possibile, dunque.
Come si legge nel report del Comune di Milano con la Fondazione Cariplo e Novamont dal titolo “Economia circolare del cibo a Milano”, è stato realizzato un sistema industriale le cui dimensioni economiche sono cresciute negli anni grazie ad una rete di consorzi dedicati al miglioramento della raccolta, selezione e riciclo dei flussi di rifiuti differenziati. Fondazione Cariplo ha infatti sottoscritto il Protocollo lombardo per lo sviluppo sostenibile e ha firmato un Accordo Quadro specificatamente dedicato all’ambiente.
Dal 2014 Milano e Fondazione Cariplo hanno avviato un’agenda sul tema del cibo coinvolgendo tutti gli attori interessati, dai cittadini, agli Enti pubblici, associazioni, imprese e Università. Un progetto a cui ha preso parte la stessa Cariplo Factory, con l’iniziativa Food Policy Hot Pot, volta a sviluppare l’innovazione all’interno del sistema alimentare della città e alimentare il virtuosismo di Milano, prima città italiana a dotarsi di una policy legata al cibo.
Non è l’unica iniziativa: Cariplo Factory partecipa anche al progetto Food Trails. Ben undici città oltre Milano come Copenaghen, Varsavia, Birmingham, Bordeaux, Bergamo, Funchal, Groningen, Grenoble, Salonicco e Tirana, le Università di Cardiff, Wageningen e Roskilde e cinque player del sistema alimentare e di innovazione scendono in campo per evidenziare azioni concrete per supportare lo sviluppo e il consolidamento di politiche alimentari utili e praticabili. Il progetto europeo approvato nell’ambito del programma Horizon 2020 intende individuare eventuali ostacoli amministrativi alla replicabilità e trasferibilità delle politiche, permettendo successivamente di estendere queste conoscenze ad una rete più ampia di città. In ogni città vengono istituiti dei Living Labs per coordinare l’attuazione delle iniziative di innovazione del sistema alimentare, favorire la condivisione di idee tra istituzioni e l’ecosistema di attori della città e attrarre opportunità finanziarie che contribuiscano alla sostenibilità di tali sistemi a lungo termine.
Perché il riciclo sia un modello vincente è fondamentale che gli scarti possano essere riutilizzati anche da realtà che oggi non solo non se ne occupano ma neanche immaginano di poter diventare attori del processo. È qui che entra in gioco Open Innovation, uno spazio per le startup che intendono dare un contributo importante per migliorare la filiera del cibo in Italia ad esempio attraverso soluzioni e idee innovative che abilitino il controllo della qualità del cibo, o che ne migliorino la tracciabilità lungo l’intera catena del valore, o ancora che aiutino o migliorano il recupero delle eccedenze alimentari. Già nel 2018 Cariplo Factory ha attivato, insieme a Intesa Sanpaolo Innovation Center, il Circular Economy Lab (CE Lab), primo laboratorio per la circular economy in Italia che collega le imprese con le startup innovative.
fonte: www.nonsoloambiente.it/
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