Visualizzazione post con etichetta #Dossier. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #Dossier. Mostra tutti i post

Le auto elettriche saranno più convenienti di quelle a petrolio già nel 2027

Nel dossier commissionato da Transport & Environment, la parità tra EV e ICE è prevista al più tardi tra 6 anni. I primi sono i furgoni elettrici nel 2024, seguiti da auto di medie dimensioni e Suv nel 2025. Servono però politiche di incentivo da parte di Bruxelles









L’orizzonte per la mobilità elettrica in Europa è il 2027. Entro 6 anni produrre auto elettriche costerà meno di un’equivalente con motore a combustione interna. E tutto questo anche in assenza di tassazioni agevolate o di eventuali incentivi economici all’acquisto. E in qualsiasi segmento di mercato: dalle utilitarie ai modelli pensati per il traffico urbano, dai Suv ai furgoni leggeri.

Lo sostiene un rapporto di BloombergNEF commissionato dalla ong Transport & Environment, che delinea un futuro a portata di mano a patto che la politica faccia la sua parte. “Auto e furgoni elettrici saranno in grado di coprire il 100% delle vendite nel territorio UE entro il 2035, se i legislatori europei e nazionali introdurranno le giuste politiche, a partire da limiti alle emissioni di CO2 più rigorosi rispetto a quelli attuali”, si legge nel dossier.

Il rapporto studia l’evoluzione dei prezzi delle auto elettriche dividendole per segmenti di mercato. Il primo segmento di veicoli elettrici a diventare più convenienti di quelli tradizionali sarà quello dei commerciali leggeri: la parità è prevista già nel 2025, fra meno di 4 anni. Per il 2025 è attesa invece la parità da parte delle auto di media dimensione e dei Suv. I modelli a raggiungere più tardi i loro omologhi a petrolio sono invece le auto più piccole, nel 2027.

Una data, questa, che T&E prende come punto di riferimento per suggerire all’Unione Europea qualche aggiustamento nella politica per la mobilità sostenibile e la decarbonizzazione dei trasporti. L’ong sottolinea l’importanza di prevedere degli obiettivi vincolanti intermedi al 2027, oltre a quelli già previsti nel 2025 e 2030, per poi raggiungere il target finale che preveda lo stop alla vendita di nuovi veicoli a combustione interna nel 2035.

Cosa succede in caso contrario; se, cioè, le politiche di agevolazione non accompagnano questa tendenza virtuosa che porterebbe, peraltro, al 100% di quota di mercato occupata dagli EV? “Senza forti politiche di indirizzo, le auto elettriche a batteria raggiungeranno una quota di mercato dell’85% e I furgoni solo l’83% entro il 2035. I veicoli inquinanti continuerebbero a essere venduti più a lungo del necessario e questo impedirebbe alla Ue di centrare l’obiettivo di decarbonizzazione che si è posta per il 2050”, spiega il rapporto.

fonte: www.rinnovabili.it


#RifiutiZeroUmbria - Sostienici nelle nostre iniziative, anche con un piccolo contributo su questo IBAN IT 44 Q 03599 01899 050188531897Grazie!

#Iscriviti QUI alla #Associazione COORDINAMENTO REGIONALE UMBRIA RIFIUTI ZERO (CRU-RZ) 


=> Seguici su Blogger 
https://twitter.com/Cru_Rz
=> Seguici su Telegram 
http://t.me/RifiutiZeroUmbria
=> Seguici su Youtube 

5G:Inchiesta non autorizzata - Perugia - Sala Partecipazione Palazzo Cesaroni - Venerdi 4 settembre 2020 - ore 17



In allegato l'invito con la modifica della sala, Sala Partecipazione,  che è stata autorizzata dalla Regione al posto della Sala Brugnoli, non più disponibile a causa della proroga dello stato di emergenza sanitaria.
La capienza della sala è dimezzata ed è quindi necessario prenotare al mio indirizzo e-mail (marinellagiulietti@hotmail.it). Verrà, comunque, realizzata la diretta streaming per permettere agli interessati esclusi di seguire. 

Marinella Giulietti - Referente di Alleanza Italiana Stop5G Umbria e Docente membro Osservatorio Scuola



RifiutiZeroUmbria - #DONA IL #TUO 5 X 1000 A CRURZ - Cod.Fis. 94157660542

=> Seguici su Twitter - https://twitter.com/Cru_Rz 
=> Seguici su Telegram - http://t.me/RifiutiZeroUmbria

EOW, Quando lo Sbocca Cantieri blocca il riciclo

Dagli inerti da costruzione e demolizione agli oli usati, un dossier del Circular Economy Network riporta alcuni casi di attività di riciclo paralizzate.








fonte: https://www.ricicla.tv

Cambiamenti climatici: un dossier per conoscere (e per agire)

Il Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Francesco Gesualdi ha prodotto un dossier ricco di infografiche volte a spiegare in maniera comprensibile a tutti le cause dei cambiamenti climatici e i rimedi possibili a partire da noi. “L’unico modo che abbiamo per diffonderle è il tam tam. Invitiamo tutti a farne parte”




Ormai anche i governi hanno capito che dobbiamo impedire alla temperatura terrestre di innalzarsi ulteriormente. Dal 1880 ad oggi è aumentata appena di un grado centigrado e già si vedono gli effetti. I cambiamenti climatici non riguardano solo il futuro dei nostri figli e nipoti, sono realtà già oggi. Si verificano tempeste sempre più violente, incendi sempre più frequenti, penuria d’acqua per riduzione dei ghiacciai, innalzamento dei mari per scongelamento delle calotte polari.
Nessuno ha più certezza del destino del proprio territorio: l’alterazione delle piogge può trasformare ridenti paesaggi in deserti, città costiere in un intreccio di canali per l’avanzare del mare, ampi territori in distese d’acqua per lo straripamento dei fiumi. Con ricadute sociali inimmaginabili. Dal 2008 al 2018, nel mondo si sono avuti 265 milioni di sfollati per disastri naturali, molti di loro per l’instabilità del clima.

Chi ha provocato il danno lo sappiamo. La colpa è del sistema economico tutt’oggi dominante che avendo fatto dell’espansione della ricchezza il proprio idolo, ha spolpato la terra e prodotto rifiuti in maniera sconfinata. E non per la dignità di tutti, ma per il privilegio di pochi, e tuttavia quanto basta per avere messo il pianeta a soqquadro. Per definizione la produzione esige energia, la sua scarsità è il motivo per cui in passato la produzione era pressoché costante. Limite che il capitalismo ha superato con l’accesso ai combustibili fossili (carbone, petrolio, gas) e l’invenzione di macchine capaci di trasformare il loro enorme potenziale energetico in movimento, calore, elettricità. Peccato che attraverso questa operazione si siano messe in libertà miliardi di tonnellate di anidride carbonica, in misura ben superiore alla capacità di assorbimento di oceani e sistema vegetale. Di qui l’accumulo di anidride carbonica in atmosfera con conseguente intrappolamento dei raggi solari, aumento della temperatura terrestre e cambiamento del clima che porta con sé calamità, alterazione della piovosità e quindi riduzione della produzione di cibo e migrazioni.




Gli scienziati ci dicono che per arginare la situazione bisogna dimezzare le emissioni di anidride carbonica da qui al 2030 e annientarle entro il 2050. Un’operazione titanica che il sistema pensa di poter affrontare solo con cambiamenti tecnologici. Invece non ha capito che la vera sfida è la riduzione, che a sua volta chiama in causa un altro modo di organizzare l’economia. Se vorremo salvare la nostra umanità dovremo riorganizzarci in modo da permettere a tutti di vivere dignitosamente utilizzando poche risorse, producendo pochi rifiuti e garantendo a tutti l’inclusione lavorativa. Di sicuro il mito della crescita infinita è al tramonto, ma ancora non si è sviluppato un dibattito adeguato per discutere come va riorganizzata l’economia in una logica di stazionarietà orientata al benvivere. Un nuovo pensiero economico costruito non più attorno all’interesse dei mercanti, ma della buona vita per tutti, è ciò di cui abbiamo urgente bisogno. Ma nell’attesa che questo dibattito divampi ognuno di noi deve fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per arginare l’incendio. Tanti lo vogliono fare, ma non agiscono perché non sanno. Per questo come Centro Nuovo Modello di Sviluppo abbiamo prodotto una serie di infografiche tese a spiegare in maniera comprensibile a tutti le cause dei cambiamenti climatici e i rimedi possibili a partire da noi. L’unico modo che abbiamo per diffonderle è il tam tam. Invitiamo anche te a farne parte segnalando ai tuoi amici che possono trovare il dossier al seguente link.

fonte: https://altreconomia.it