Abbiamo già affrontato il tema evidenziando – tra i vari aspetti – gli effetti dannosi che l’inquinamento luminoso ha sugli animali migratori, come tartarughe e uccelli, ma anche su varie specie di insetti e piante che costrette e fiorire per l’esposizione coercitiva a fonti luminose artificiali.
A renderlo noto è uno studio condotto dall’Università dell’Oregon, secondo il quale la luce artificiale danneggerebbe seriamente la salute dell’uomo e dell’ambiente. I ricercatori, infatti, sostengono che l’inquinamento luminoso rappresenti uno dei principali fattori distruttivi del bioritmo umano.
Dagli esperimenti condotti sulle mosche della frutta (che hanno meccanismi funzionali dell’orologio biologico simili a quelli dell’uomo), infatti, sono emerse interferenze con il ritmo circadiano e degenerazioni cerebrali paragonabili a quelle che avvengono natualmente con l’invecchiamento. Il risultato è che il tempo di vita medio diminuisce del 32-50%, con una perdita di gran parte delle funzioni motorie e un rapido sviluppo di “buchi” cerebrali.
L’umanità è avvertita: cambiare il nostro modo di utilizzare le risorse energetiche (sia naturali che artificiali) è l’unica strada per sfuggire alla dolorosa sorte della falena…
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fonte: www.tuttogreen.it