La prospettiva di creare un fondo indipendente sarebbe nata sulla scia del modello norvegese, con l’intenzione di favorire la crescita e la prosperità nazionale. Ma la Norvegia punterebbe ormai sulle rinnovabili, anziché sull'oro nero.
La Norvegia avrebbe ormai deciso che il proprio futuro sarà “verde”. Ha infatti stabilito di ricorrere al fondo pensioni pubblico per dare supporto alle rinnovabili e contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici.
Il 18 settembre 2014 gli elettori dovranno decidere se la Scozia rimarrà parte del Regno Unito o se diventerà uno Stato indipendente. L’indipendenza della Scozia è supportata da chi spera in un futuro più orientato alla sostenibilità e alla difesa dell’ambiente. Si parla infatti di “Green Yes” a proposito di coloro che si esprimeranno a favore del cambiamento e di una trasformazione dell’economia, della società e della politica.
Con le elezioni del 2016 i cittadini scozzesi potrebbero votare per il primo Governo indipendente. Il miglioramento della qualità della vita e delle condizioni ambientali sarebbero tra le ragioni principali dei cittadini favorevoli all’indipendenza scozzese. L'idea di creare un Fondom Petrolio sarà dunque ben accolta dagli ambientalisti pro-indipendenza?
Il Governo è in procinto di pubblicare i dati che dimostrano che la Scozia possa essere indipendente e possa arricchirsi grazie all’istituzione di un Fondo Petrolio, dopo l’indipendenza dal Regno Unito. Secondo quanto dichiarato dal segretario della finanza John Swinney: “La decisione di Westminster di privare la Scozia di un Fondo Petrolio è costata al Paese tra le 17 mila e le 23 mila sterline”.
La creazione di un Fondo Petrolio sarebbe dunque il primo passo da compiere per ottenere l’indipendenza economica, dopo aver raggiunto quella politica. Swimmey ha accusato Westminster di una cattiva gestione delle risorse, poiché il fondo scozzese non avrebbe prosperato come il fondo petrolifero norvegese, che attualmente raggiunge un valore di oltre 500 miliardi di sterline.
Secondo Swimmey, l’indipendenza servirà alla Scozia per accrescere la produttività e per aumentare l’occupazione, soprattutto femminile, per favorire le esportazioni e le attività industriali.
Non mancano però i pareri contrari. Alistair Darling, che è a capo di Better Together e che si esprime in modo sfavorevole all’indipendenza, ha dichiarato che non sarà possibile realizzare un Fondo Petrolio senza prendere in prestito del denaro, che dovrà provenire dall'aumento delle tasse. A suo avviso, si tratterebbe dunque di una posizione ridicola in cui avventurarsi.
Inoltre, le riserve di petrolio nel Mar del Nord risulterebbero in declino: “Non possiamo permetterci di ritrovarci in una situazione in cui dover dipendere da una risorsa così instabile e in diminuzione, come il petrolio, con la possibilità di dover aumentare le tasse o di dover fare dei tagli per far quadrare il bilancio. Di nuovo, si tratta di una posizione ridicola" - ha dichiarato Darling.
Al momento, non è dato sapere se la Scozia riuscirà a raggiungere l’indipendenza dal Regno Unito. Sarà il voto dei cittadini a stabilirlo. Dalle più recenti dichiarazioni sembra che le ragioni del “No” all’indipendenza indichino che il petrolio non possa rappresentare una garanzia per il futuro economico della Scozia. La sua creazione potrebbe forse incontrare maggiore fortuna se venisse destinato alle rinnovabili, come accaduto in Norvegia?
fonte: www.greenbiz.it