Non si tratta ancora di un provvedimento definitivo. Il testo proposto dalla Commissione Europea dovrà passare in seconda lettura al Parlamento Europeo. La presidenza italiana del Consiglio Europeo, nei prossimi sei mesi a partire da luglio, avrà un ruolo fondamentale per stipulare l’accordo definitivo, che dovrebbe giungere entro dicembre 2014.
Dopo la conferma ufficiale, i Paesi europei potranno decidere di vietare o di consentire la coltivazione di Ogm su tutto il proprio territorio oppure su una singola porzione o regione. La decisione, se non verranno apportate modifiche al testo di legge, dovrà basarsi esclusivamente su ragioni economiche o di pianificazione del territorio.
Gli Stati europei potranno vietare gli Ogm per motivi diversi da quelli legati all’ambiente e alla salute. Dovranno infatti prendere in considerazione, ad esempio, ragioni di pianificazione urbanistica, di obiettivi di politica pubblica e di pianificazione del suolo.
Le multinazionali biotech avranno davvero un ruolo preponderante nelle decisioni? Sarà la Commissione Europea a fare da intermediario tra i Paesi UE e le aziende che richiederanno l’introduzione di Ogm, ma l’ultima parola spetterà esclusivamente agli Stati membri.
Sarebbero dunque fugati i dubbi secondo cui la proposta della Commissione Europea avvantaggerebbe l’operato delle multinazionali biotech e spianerebbe la strada ad un introduzione selvaggia degli Ogm in Europa.
Coldiretti ha accolto con favore l’accordo sugli Ogm, che supererebbe i provvedimenti d’emergenza da adottare per la difesa dell’ambiente e della salute. Dal suo punto di vista, gli Ogm sono sinonimo di omologazione in agricoltura, considerata un vero e proprio ostacolo per il Made in Italy.
Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, ha dichiarato: "Il divieto di coltivazione da misura provvisoria e legata al principio di precauzione per motivi ambientali e sanitari diventa giustamente una decisione permanente assunta sulla base del modello di sviluppo che ogni singolo Paese intende sostenere".
Dal punto di vista dello sviluppo economico italiano, la messa al bando degli Ogm rappresenterebbe dunque un buon auspicio, in particolare per tutelare il Made in Italy che, soprattutto abbinato al biologico (il settore più minacciato dagli Ogm), può ancora aspirare a trainare l’agroalimentare nazionale oltre la crisi.
fonte: www.greenbiz.it