E' iniziata il 20 settembre, nella masseria dell'ex allevatore
tarantino Vincenzo Fornaro, che subì l'abbattimento di centinaia di
pecore contaminate dalla diossina attribuita alle emissioni Ilva, la
raccolta della canapa seminata nell'aprile scorso secondo un programma
di riconversione dell'azienda progettato con la collaborazione di
Canapuglia
E' iniziata nella masseria Carmine dell'ex allevatore tarantino
Vincenzo Fornaro, che subì l'abbattimento di centinaia di pecore
contaminate dalla diossina attribuita alle emissioni Ilva, la raccolta
della canapa seminata nell'aprile scorso secondo un programma di
riconversione dell'azienda progettato con la collaborazione di
Canapuglia. E' avvenuto il primo campionamento delle piante. Con questa
iniziativa, che beneficia delle risorse regionali ottenute con il bando
'Principi attivi', si potrà valutare, a seguito dell'analisi dei dati,
la creazione di una filiera della canapa in grado di migliorare la
fertilità del suolo.
L'obiettivo è quello di trasformare la canapa in 25 mila prodotti
sostenibili e bonificare contestualmente il territorio agricolo
circostante il siderurgico e le fabbriche inquinanti. Numerosi i
messaggi sui social network nei confronti dell'ex allevatore, definito
"un guerriero coraggioso" che lotta per "la rinascita di Taranto". Il
leader dei Verdi, Angelo Bonelli, ricorda che "grazie anche alla sua
denuncia la Procura di Taranto ha avviato l'inchiesta che ha preso il
nome di 'Ambiente Svenduto' che ha portato all'arresto di dirigenti
Ilva, di Emilio e Fabio Riva (ancora oggi in attesa di estradizione) e
alla richiesta di rinvio a giudizio per presidente di Regione, della
Provincia e del sindaco di Taranto.
Oggi - conclude Bonelli - è il grande giorno, il giorno del raccolto...
Forza Vincenzo. Taranto libera dalla diossina e dai veleni".
fonte: Ansa Taranto