Dondi della Coop Estense di Ferrara: “Non si capisce perché in
questo paese il dentifricio si vende in un contenitore di carta?”. Focus
alla Fiera del Levante per spiegare cosa può fare la grande
distribuzione italiana per ridurre a monte i rifiuti. Dalle attività di
studio per ridurre gli imballaggi e alla donazione dei prodotti in
scadenza. La creazione del “prodotto marchio”
Cosa può fare la grande distribuzione italiana insieme al settore della
produzione e della trasformazione, per ridurre a monte i rifiuti? Lo ha
spiegato Mirco Dondi, vicepresidente della Coop Estense intervenuto
alla 78° Fiera del Levante a un convegno organizzato dall'assessorato
della Regione Puglia in qualità di relatore.
«Il sistema coop Estense rappresenta una delle più importanti catene
nazionali nel nostro territorio e da questo punto di vista proprio la
politica aziendale per noi è una realtà che si sviluppa sia a livello
nazionale, con grandi direttrici (e il marketing è una delle leve che fa
sì che aumenti la sensibilità ambientale), sia a livello territoriale
per quanto riguarda le singole cooperative.
La prima riflessione è legata alle politiche di sensibilizzazione.
Non è possibile soltanto affidarsi a tecnologie e ai sistemi contabili,
se non conquistiamo i cittadini questa battaglia avrà sempre risultati
assolutamente deludenti.
La seconda è quella relativa invece alla nostra azione del "non spreco" e
quindi un’azione che di fatto sottrae prodotti che sono destinati al
compattatore. Alcuni prodotti vengono ritirati prima della scadenza e
devoluti con azione di donazione. Sono 2500 le famiglie
che ricevono prodotti con questa pratica. Questa azione rappresenta una
delle attività di cui andiamo più orgogliosi, essendo noi da questo
punto di vista fautori di questa pratica dal 1999.
L’obiettivo per la nostra azienda è la realizzazione del “prodotto marchio” .
Il ragionamento di fondo è questo: è necessario pensare non solo al
contenuto, ma anche al contenitore e al processo tecnologico-industriale
che accompagna appunto la formazione di questi beni. Se non abbiamo
attenzione su questi tre stadi fondamentalmente non abbiamo la riduzione
dei consumi voluta. Per questa ragione il tema vero è stato quello di
introdurre con grande rilevanza un’attività di studio e di verifica su come ridurre gli imballaggi.
Non si capisce perché in questo paese il dentifricio si vende in un
contenitore di carta, io non so se qualcuno di voi usa mai il
contenitore di carta la mattina. Anche questa cosa banale c’è voluto
anni per portarla nei supermercati. Quindi il contenitore è l’elemento
fondamentale. Noi dal 2007 vendiamo detergenti sfusi, faccio solo un
esempio per quanto riguarda la nostra catena coop estense, questo dato
conduce a non portare al compattatore circa 500 mila flaconi, questo è
un dato rilevante da questo punto di vista. Qual è il beneficio che ha
il consumatore? Ha uno sconto del 10-20% sui prodotti e ha di
conseguenza l’onere di portarsi il contenitore ogni volta per farlo
riempire di questo materiale.
Seguire tutto il processo produttivo, infine, è fondamentale. Se
vogliamo merci e servizi sotto il profilo ecologico di qualità, noi
dobbiamo aver un grande senso di unità tra chi produce e chi
distribuisce, quindi la nostra grande attenzione per esempio è legata a
tutte le norme comunitarie. Noi scegliamo fornitori che siano in grado
di rispettare assolutamente questi protocolli che sono certificati e che
siano un elemento di garanzia per quanto riguarda i prodotti».
fonte: www.ecodallecitta.it