Tre
notizie importanti, passate nell’indifferenza dei più, ma fortemente
motivanti l’impegno sui territori per la battaglia contro l’inquinamento
e per le bonifiche.
La
prima ancora in fase propedeutica sta definendo, al Parlamento Europeo,
i valori sulle soglie nazionali di inquinanti ambientali catalogati
cocancerogeni da IARC.
Se
passa si apre un’autostrada per ricorsi contro industrie insalubri
(leggi inceneritori, cementifici e fonderie) dedite al superamento dei
valori di emissione.
Anidride
solforosa, ossido di zolfo e in particolare le Pm 2,5 sotto la lente di
ingrandimento dei rilevatori per valutare sforamenti che rendono l’aria
potenzialmente rischiosa per la salute di uomini e animali.
A
rischio ovviamente anche il comparto agricolo, in quanto ammoniaca e
metano, altri contaminanti ambientali tossici normati dalla
legislazione, sono quasi esclusivamente di pertinenza dell’utilizzo
incontrollato ed eccessivo di pesticidi e diserbanti e concimi nel
comparto agroalimentare.
La
seconda notizia, anche questa sul tema della tutela della salute, fa
riferimento alla riperimetrazione delle aree marine contaminate
ricadenti nei SIN ( siti di interesse nazionale). Con procedure
semplificative di dubbia utilità, ma con parametri di riferimento certi e
definiti.
Per
esempio in Campania i SIN solo solo 2 e ricoprenti aree marine di
notevole superficie che alla luce del decreto di Governo vanno
ricalibrate.
Questa
è l’occasione per riprendere il progetto, già condiviso dal precedente
Ministro dell’Ambiente Orlando e confermato in corso di campagna
elettorale dell’attuale Presidente della Campania De Luca, di riportare
gli attuali SIR nella pianificazione nazionale.
Occorre
istituire da subito subito un tavolo tecnico per non perdere
l’occasione e per ridefinire una strategia che faccia affluire risorse
certe e consistenti per avviare i piani di messa in sicurezza e la dove è
possibile bonificare tali aree contaminate ai sensi della L.R. 20 e
della L.6
Senza perdere ulteriore tempo visti i 90 gg. utili.
Infine
la terza riguarda l’approvazione del DL sugli standard di qualità per
il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee. Ancor piu per
quelle ricadenti in aree protette (come nelle aree dei Parchi).
L’adeguamento
alla norma EU aggiorna anche il numero delle sostanze ritenute
pericolose definendo i criteri con cui operare il monitoraggio a tutela
della salute.
Un
passo avanti importante proprio per il significato di normare,
finalmente come in tutta Europa, una matrice ambientale che alla luce
delle continue inchieste della magistratura, ha suscitato grande
allarme.
Monitoraggio di pozzi, piezometri e falde che servirà a definire il grado di inquinamento dell’intero territorio nazionale.
C’è
né per definire da subito un crono programma di monitoraggio ambientale
di tutte le componenti e matrici ambientali e definire il rischio a cui
sono sottoposti gli abitanti dei territori sede di contaminazione
accertata o presunta (vale sempre il principio di precauzione).
Senza
proclami e senza fughe in avanti nel dare per definitivi risultati
approssimativi e parziali che non tengono conto del work in progress
delle inchieste.
Ma
sopratutto tenendo conto dell’importanza che in questi anni ha svolto
la società civile, da sola e spesso nella totale indifferenza della
politica, che l’Europa contempla prioritariamente nell’applicazione
della convenzione di Aarhus e dell’agenda 21.
Elementi cardini per la compartecipazione e condivisione di strategie e di risultati.
Altrimenti il ricorso all’Europa è, per movimenti ed associazioni, la strada obbligata.
E le relative sanzioni, in itinere e in nuce, certe.
