Un
nuovo progetto finanziato dall’UE esplorerà le opportunità commerciali
della raccolta delle materie prime essenziali e dei metalli preziosi dai
RAEE
Nelle nostre città
esiste un prezioso tesoro che ancora troppo spesso è relegato in
discariche, più o meno legali. Parliamo dei RAEE, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche che costituiscono oggi delle vere e proprie miniere urbane o urban mining;
basti pensare che da una tonnellata di schede elettroniche, si possono
ricavare più di 2 quintali di rame, oltre 46 chili di ferro, quasi 28
chili di stagno e alluminio e circa 18 chili di piombo, oltre a quantità
minori di argento, platino e palladio.
Ma per capire quali siano vere le
potenzialità commerciali insite nel recupero delle materie prime
critiche e dei metalli preziosi dall’e-waste, in Europa è partito un
progetto ad hoc. Parliamo di CRM Recovery project, iniziativa guidata dalla britannica WRAP, che si propone studiare i processi di recupero delle materie prime e metalli preziosi
tra cui oro, argento e platino. “Questi elementi sono essenziali per
molti prodotti elettrici e la crescente pressione sulla loro fornitura
costituisce una preoccupazione economica crescente per aziende e
governi”, spiega WRAP in una nota stampa. Nel corso dei prossimi tre
anni e mezzo CRM Recovery cercherà di aumentare del 5% il recupero di
una gamma di materie prime critiche da prodotti come l’elettronica di
consumo, apparecchiature ITC e piccoli elettrodomestici.
Il progetto collegherà gli attuali metodi di raccolta, come ad esempio la raccolta differenziata porta a porta, il ritiro da parte dei rivenditori e il reso via posta,
alle modalità con cui i componenti materiali di questi prodotti possono
essere smontati in modo efficiente, recuperati e restituiti al mercato,
al fine di capire come i primi influenzino i secondi. Quattro paesi
parteciperanno all’iniziativa –il Regno Unito, la Germania, l’Italia e la Turchia
– ognuno dei quali rappresenterà diversi stadi di maturità della
filiera di recupero, consentendo così dei confronti incrociati. I
risultati verranno quindi trasmessi alla Commissione europea (che ha
finanziato il progetto) sotto forma di raccomandazioni e proposte per lo
sviluppo delle infrastrutture di recupero efficienti e di politiche ad
hoc.
fonte: www.rinnovabili.it