Se c’è una regione con una natura ricca di biodiversità, tra boschi e campi coltivati, che non è stata aggredita da industrializzazione, turismi di massa e consumo di suolo, quella è il Molise. Chi ha attarversato a piedi i fantastici tratturi, i percorsi della transumanza di una volta che legavano le montagne dell’Abruzzo con il Tavoliere delle Puglie, resta spesso spiazzato dalla bellezza di queste terre. Grazie allo Sblocca Italia su quelle terre hanno messo occhi e mani i signori delle trivelle in cerca di petrolio: è stata infatti data una concessione di 87 km quadrati che copre diversi comuni della provincia di Campobasso. La ditta trivellante ha subito fatto sapere che ovviamente questa concessione è di “importanza strategica”, che gli impatti saranno “limitatissimi”, “trascurabili”, “temporanei”, “nulli”, “ininfluenti”, che le loro operazioni al massimo avranno “magnitudo uno” (hanno la sfera di cristallo?) e che useranno solo delle “piccole cariche” nei tratti di bosco molto fitto (chissà se hanno avvisato anche la flora e la fauna che li vivono…)
Ai residenti di Mirabello Sannitico, Cercepiccola, Ferrazzano, Cercemaggiore, San Giuliano del Sannio, Campodipietra, Vinchiaturo, Gildone, comuni della provincia di Campobasso, la Irminio Srl, società petrolifera fa sapere quanto segue:
“Se le
operazioni di rilievo geofisico avverranno in terreni privati, prima
dell’avvio delle operazioni, la società esecutrice prenderà contatto con
i singoli proprietari dei terreni interessati dal rilievo e finalizzerà
con i medesimi accordi in via bonaria riguardo il diritto di accesso
temporaneo ai fondi, la riduzione del disturbo per le persone/attività
in esso presenti, il ripristino dei luoghi e la valutazione delle
eventuali e legittimi richieste di ripristino dei luoghi e delle cose in
diretta dipendenza dell’esecuzione del rilievo geofisico” (qui il progetto “Osservazioni fino a Natale – PDF).
Ditegli di No. I
pochi spiccioli che vi daranno oggi non valgono nemmeno un centimetro
del vostro territorio. Si inizia con poco e poi fra dieci, venti anni ci
si ritroverà come la Basilicata.È stata dunque presentata una nuova istanza petrolifera alle porte di Campobasso, non lontano dal confine con la Puglia, per fare qui ispezioni sismiche in terraferma. Giusto per non dimenticare che lo Sblocca Italia riguarda davvero tutto il paese.
La concessione, di 87 chilometri quadrati, si chiama Santa Croce e copre diversi comuni. La ditta trivellante è una carneade che si chiama Irminio Srl. In apertura di progetto, la prima cosa che ricordano è che ovviamente questa concessione sperduta fra i comuni molisani è di “importanza strategica” e di pubblica utilità. Come sempre, gli impatti saranno “limitatissimi”, “trascurabili”, “temporanei”, “nulli”, “ininfluenti“. Notare che l’area è stata già esplorata in passato, ma adesso vogliono tornare alla carica.
Dicono che le prospettive da questo “play petrolifero” sono ottime, come accertato dai vicini pozzi a Castelpagano e Benevento, trivellati fino a 4.500 metri di profondità, “nonché, a scala più ampia, nelle scoperte avvenute in Basilicata (Val D’Agri e Tempa Rossa)”. Cioè nei loro sogni piu erotici vorrebbero che il gioco petrolifero del Molise diventasse Viggiano (il comune della provincia di Potenza, “capitale del petrolio”, ndr)!
Prevedono di usare camionette vibranti di tipo Vibroseis, usate “in tutto il mondo da settantanni” . Nelle zone di difficile accesso, nei boschi o laddove la pendenza è maggiore, vicino a scarpate e cosi via, useranno non meglio specificate “piccole cariche”. Leggi, esplosivi. Queste “piccole cariche” saranno alloggiate in pozzetti di scoppio. Non dicono molto di più se non che verranno messi in boschi molto fitti: povero bosco, che male ha fatto? E mettere cariche in un bosco veramente non ha alcun impatto? E la flora e la fauna che li vivono?
Dicono pure che rispetteranno “le distanze di sicurezza da qualunque tipo di edificio o struttura”. Quali sono queste distanze? Quali edifici? Esiste una mappa delle loro linee future? Andranno a casaccio? I residenti saranno notificati? Ma nessun problema: le loro operazioni al massimo avranno “magnitudo uno”. Che significa? Hanno la sfera di cristallo per predirlo? Che ne sanno del sottosuolo?
E come sempre non è solo il bosco e il tempo dell’azione del Vibroseis, è il lungo termine, è lo scopo finale che si sono previsti: realizzare campi petroliferi. Possono dire tutto quello che vogliono, ma alla fine al pozzo, e a tutti gli effetti dannosi associati, vogliono arrivare, bosco o non bosco. E poi voilà, spuntano anche qui i fluidi di perforazioni, che però sono solo acqua e argilla. Come l’uomo primitivo! Ma credono che siamo scemi?
Dicono anche che le camionette vibranti possono essere paragonate al passaggio e alla sosta temporanea di macchine agricole. Anche qui, a chi vogliono darla a bere? I trattori devono al massimo arrivare a trenta centimetri di profondità. Qua le vibrazioni devono arrivare a quattro chilometri sotto la terra! Il trattore serve per arare i campi, per curare il terreno, per fare migliori vino e olive. I vibroseis servono per capire come spremere monnezza dal sottosuolo.
E poi dicono che prenderanno accordi bonari con i residenti per venire a fare attività sui loro terreni.
Ecco, questo è il momento di dire di no. Prima che iniziano. Lo dicono chiaramente che il loro modello è la Val D’Agri, e ci scommetto che è iniziata cosi anche in Basilicata. Solo che allora a loro non avevano nessuno a dirgli di stare attenti e che il cancro si ferma prima, quando sembra ancora “trascurabile” e “limitatissimo” e non dopo.
Maria Rita D’Orsogna
Fisica e docente all’Università statale
della California, cura diversi blog. Questo articolo è stato pubblicato
anche su dorsogna.blogspot.it. Maria Rita ha autorizzato con piacere
Comune a pubblicare i suoi articoli.
fonte: http://comune-info.net