Il fondo di caffè, uno scarto presente nella vita di tutti noi, diffuso
in Italia su tutto il territorio nazionale per 12 mesi all'anno, tutti i
giorni dell'anno. Perchè buttarlo? Che cosa farne? Da questo nel 2010
inizia la nostra storia, spinti da una sensibilità, soprattutto di
Annarita, per le tematiche ambientali e dalla voglia di costruire una
realtà che nella produzione salvaguardasse nel suo piccolo il mondo per
chi verrà. La nostra storia inizia con una raccolta di fondi di caffè da
bar di amici e da produzioni nei luoghi più strani: dalle cantine alle
soffitte. Questa storia inizia ufficialmente e pubblicamente con la
partecipazione al bando N.I.D.I. (Nuove Idee di Impresa Innovative)
organizzato dal Forim, azienda speciale della Camera di commercio
di Potenza. Il nostro progetto "RECOFFEE", funghi dai fondi di caffè,
una novità forse poco credibile ma che ha catturato subito l'interesse
di molti. Davvero si può fare? Nel 2011 il nostro business plan è
risultato vincitore del premio ed ha ottenuto un voucher spendibile in
consulenze tecniche e studi di fattibilità. All'epoca producevamo una
sola varietà di Pleurotus Ostreatus (gelone, orecchione) e avevamo da
poco iniziato a produrre il cardoncello con risultati sorprendenti. Con
il premio ottenuto abbiamo studiato a fondo i prodotti ottenuti e le
possibilità economiche di una vera e propria impresa. Un'impresa ad
impatto minimo che produce sostenibilità. A dirla tutta, nel nostro
percorso, abbiamo scoperto che produrre funghi dal caffè non è una
novità. Esistono nel mondo altre realtà che lo fanno ed anche con ottimi
risultati economici ed ambientali. Tuttavia esistono caffè e caffè, non
tutti i caffè sono uguali, lo sappiamo bene tutti.
La piccola novità, nel nostro caso, è stata quella di riuscire a costruire un processo produttivo basato sui fondi di caffè espresso
per produrre una tipologia di funghi molto apprezzati e richiesti nella
nostra Regione (la Basilicata) e nel Sud: il cardoncello. Con i soldi
del voucher del bando N.I.D.I. abbiamo approfondito lo studio dal punto
di vista chimico e sensoriale dei prodotti ottenuti, analizzato la
fattibilità economica dell'impresa, studiato a livello agronomico la
nostra idea. In
particolare le analisi sensoriali su una varietà di Pleurotus Ostreatus
ci hanno spinto a costruire l'impresa: una consistenza maggiore
rispetto alla stessa varietà in commercio
che ci ha fatto pensare ad una più lunga durabilità (shelf life) del
prodotto ed una migliore resistenza alla cottura. I risultati ottenuti,
in tutto e per tutto soddisfacenti, ci hanno spinto a tuffarci a capo
chino nella realizzazione di un'impresa in tempo di crisi: produrre
funghi dai fondi di caffè. Produrre sostenibilità e per sostenerci
vendere funghi. Dal 2011 in poi, con alti e bassi, difficoltà ed
inconvenienti, siamo riusciti a metter su la nostra iniziativa. Tra il
dire ed il fare di solito c'è solo il mare, ma il mare può essere quieto
e navigabile o pieno di maree. Noi abbiamo incontrato una marea di
piccoli e grandi problemi, che con un pò di ostinazione, un pò di
coraggio e un pò di fortuna, abbiamo superato. Tra tutti i problemi,
quello sostanziale e più grande è stato quello di trovare il denaro per
fare l'investimento e trovare qualcuno che credesse nel nostro
incredibile progetto. La Banca di Credito Cooperativo di Laurenzana e
Novasiri ha sposato l'idea, finanziando quasi interamente la nostra
piccola impresa.
A gennaio del 2013 abbiamo iniziato a
realizzare il nostro sogno. A maggio abbiamo avuto le prime produzioni,
impegnandoci in una scelta di varietà e di indirizzo della produzione;
ormai siamo riusciti a produrre molte varietà di funghi con ottimi
rendimenti. In particolare molte varietà di Pleurotus Ostreatus ed
Eryngii (cardoncello). Il processo produttivo è piuttosto semplice:
convenzioniamo i bar, loro si impegnano a mantenerci pulito il fondo di
caffè e noi ci impegniamo a recuperarlo settimanalmente,
portiamo tutto nel nostro stabilimento dove imbustiamo il caffè
seminandolo con il micelio dei funghi, dopo una fase di incubazione
inneschiamo la fruttificazione in una cella termoigrometrica. Il
risultato è un fungo con caratteristiche chimiche identiche a quelli in commercio
(ed alle tabelle dell'I.N.R.A.N.), ma con una capacità in più: fa bene
all'ambiente. A breve saremo in piena produzione e parallelamente stiamo
cercando di ampliare la nostra base di recupero dai bar e, dunque, la
nostra capacità produttiva, consapevoli del fatto che più produciamo,
più tutti vincono: i produttori di fondi di caffè che non devono
disfarsi dello scarto, i cittadini che evitano che una preziosa materia
finisca inutilmente in discarica, noi che otteniamo materia prima a
costi vantaggiosi ed i consumatori che ottengono delle bontà
sostenibili. L'obiettivo, entro la fine del 2017, è quello di recuperare
tutto il fondo di caffè prodotto dai bar del nostro capoluogo (Potenza)
e di incrementare ancora la vendita di kit per la produzione di funghi
ultrafreschi da fondi di caffè a casa o nei ristoranti, i nostri
splendidi e molto richiesti RecoKit.
fonte: http://www.recofunghi.com/
Fin qui abbiamo parlato di RECOFUNGHI,
la nostra piccola impresa. Noi due ci eravamo conosciuti all'università
nel 2008, studiando enzimologia. Nel frattempo la vita è continuata, ci
siamo sposati e nel 2011, il 16 novembre è nato Giovanni, che di fatto
resta e sarà per sempre la nostra più grande scoperta.
fonte: http://www.recofunghi.com/