Un
nuovo rapporto pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA)
richiama l’attenzione su i benefici e le sfide di una transizione
economica
Benefici, sfide e buone pratiche. Su questi tre elementi si muove l’analisi dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) dedicata all’economia circolare. Il rapporto richiama l’attenzione sui progressi compiuti dai Ventotto nel processo di transizione dalla tradizionale linear economy alla tanto agognata circular economy:
attraverso l’impiego di diversi metodi di misura per segnare i
miglioramenti compiuti, quello che le pagine della relazione ci
restituiscono è un quadro complesso e in divenire. Il report parte da un
dato di fatto: adottare un’economia circolare in Europa permetterebbe
di ridurre gli sprechi e la forte dipendenza del continente dall’importazione delle materie prime.
Ma, mentre l’ordine di grandezza dei benefici ambientali,
socio-economici e di quelli legati alle risorse è ragionevolmente
affidabile, i numeri esatti derivati dai vari studi effettuati sino ad
oggi devono essere trattati con una certa cautela, proprio a causa degli
attuali limiti metodologici.
Come in tutti i processi di transizione
spiega l’Agenzia, i benefici non saranno uniformemente distribuiti:
alcuni settori industriali, aziende, regioni o gruppi sociali rischiano
di registrare delle perdite nel processo, mentre altri otterranno subito
dei vantaggi. Ad esempio, molti lavori nelle industrie produttrici di
materiali vergini o di beni di consumo di bassa qualità, spesso al di
fuori dell’Europa, potrebbero andare perduti attraverso tali strategie.
Per questo l’AEA suggerisce di studiare politiche ad hoc per gestire
gli effetti negativi qualora si presentino.
Ma ottenere dei benefici dipenderà anche
da quanto bene e rapidamente potranno essere implementate e sviluppate
le necessari competenze e l’educazione alle nozioni base dell’economia
circolare.
Ricordiamo che la Commissione europea, a fine dicembre 2015, ha adottato un nuovo e ambizioso pacchetto di misure sull’economia circolare finalizzato ad aiutare le imprese e i consumatori europei a effettuare la sopracitata transizione. Il pacchetto propone tra le altre cose:
- finanziamenti per oltre 650 milioni di EUR provenienti da Orizzonte 2020 e per 5,5 miliardi di EUR dai fondi strutturali;
- azioni per ridurre i rifiuti alimentari, compresa una metodologia comune di misurazione, una migliore indicazione della data di consumo, e strumenti per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile globale di ridurre della metà i rifiuti alimentari entro il 2030.