I.C.”T. Gaza”, orto di Scario (Sa): si raccoglie e condivide per l’ecomerenda. Può bastare? (leggi anche La scuola della terra di Maria De Biase)
Che viviamo una crisi al tempo stesso ecologica, economica e culturale è cosa nota. Abbiamo bisogno di seminare oggi un futuro diverso, abbiamo bisogno di salvare la terra di cui siamo parte e di ricomporre le relazioni sociali che il mercato distrugge ogni giorno, anche per questo c’è bisogno di ripensare l’educazione e di farlo insieme. “La terra dell’educazione: seminare il futuro” è il titolo del sesto incontro nazionale della Rete di cooperazione educativa C’è speranza se accade@. Maestre, maestri, insegnanti, educatori, genitori provenienti da tutta Italia si incontreranno in autunno nel cuore della Valpolicella, a Negrar (Verona), per due giorni di scambio, ricerca, approfondimento e laboratori. Di seguito, il video che lancia l’appuntamento che Comune accompagnerà passo dopo passo (qui un articolo sull’incontro 2015 C’è speranza).
Non si tratta solo di tinteggiare con un po’ di verde il modo di fare scuola, si tratta di vivere e perfino favorire la crisi (come discernimento, punto di svolta), si tratta per dirla con Illich di “sconvolgere il presente”.
Scrive Ivan Illich in La convivialità (1973):
“L’evento
catastrofico può segnare la fine della civiltà politica o addirittura
della specie «uomo»; ma può essere anche la Grande Crisi, cioè
l’occasione di una scelta senza precedenti. Prevedibile e inattesa, la
catastrofe sarà una crisis, nel senso proprio del termine, solo se, nel
momento in cui essa colpisce, i prigionieri del progresso chiederanno di
scappare dal paradiso industriale, se chiederanno che nel recinto della prigione dorata si apra una porta.
Bisognerà allora saper dimostrare che la dissoluzione del miraggio
industriale offre l’occasione per scegliere un modo di produzione
conviviale ed efficace. La preparazione a questo compito è il cardine di
una nuova pratica politica. Saranno necessari gruppi capaci di
analizzare coerentemente la catastrofe e di esprimerla con un linguaggio
semplice (…) Nell’ora del disastro, la catastrofe si muterà in crisi se
un gruppo di persone lucide che conservano il proprio sangue freddo
saprà ispirare fiducia nei concittadini. La loro credibilità
dipenderà dall’abilità nel dimostrare che non solo è necessario ma è possibile instaurare una società conviviale… Nell’ora del disastro, solo se si resta radicati nella storia si può avere la fiducia necessaria per sconvolgere il presente…”