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Nasce Ecopneus Academy

Il consorzio per il recupero degli pneumatici fuori uso riunisce in un'unica piattaforma tutte le attività educative e di formazione.



Il consorzio per il recupero degli pneumatici fuori uso (PFU) Ecopneus ha dato vita ad un progetto di alta formazione sull'economia circolare, che affronterà temi che spaziano dalla corretta gestione del riciclo dei PFU alla normativa di riferimento, fino a toccare i settori applicativi della gomma riciclata.

Attraverso la condivisione di conoscenze e strumenti innovativi, la piattaforma Ecopneus Academy integrerà le attività educational e di formazione già avviate insieme a nuove iniziative.

“La nostra esperienza decennale nel settore del riciclo e le nuove possibilità tecnologiche - spiega il Direttore generale del consorzio, Giovanni Corbetta - hanno aperto una riflessione sulla capacità formativa di Ecopneus, portando alla luce una razionalizzazione dei contenuti all’interno di un concept-ombrello: la Ecopneus Academy".
"Come Ecopneus - aggiunge - ci siamo impegnati molto negli anni a diffondere una maggiore conoscenza sulle applicazioni della gomma riciclata attivando e supportando diversi studi scientifici e iniziative formative a fianco di prestigiose realtà accademiche e di ricerca del nostro Paese. Ecopneus Academy vuole portare un valore che duri nel tempo, promuovendo momenti formativi dedicati ad economia circolare, ambiente, legalità e sostenibilità rivolti sia alle aziende e agli addetti ai settori che agli studenti delle scuole”.

Ecopneus gestisce una filiera industriale formata da circa 100 aziende su tutto il territorio nazionale che garantiscono rintracciamento, raccolta, trasporto e trattamento di circa 200.000 tonnellate di PFU ogni anno, trasformate in gomma riciclata.

fonte: www.polimerica.it


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Dall’emergenza alla prevenzione

Nel servizio pubblicato su Ecoscienza 3/2020, un approfondimento sulla pandemia Covid-19 e la relazione ambiente-salute.




“Vivere bene, entro i limiti del pianeta“: questo è il titolo del settimo Programma di azione europeo, varato a fine 2013 e in vigore ancora per pochi mesi. Proprio nell’ultimo anno del suo periodo di applicazione, la pandemia di Covid-19 ci ha costretti a interrogarci, con urgenza e apprensione, sia su cosa significhi “vivere bene”, sia su quali siano i “limiti del pianeta”. La connessione tra salute, benessere e ambiente è diventata, se possibile, ancora più importante in questo anno così drammatico.

Cura e contenimento sono state (e sono tuttora) le priorità nell’emergenza, conoscenza e prevenzione sono diventate condizioni imprescindibili per affrontare il futuro.

In questo servizio di Ecoscienza presentiamo gli studi e i progetti più rilevanti messi in campo in Italia sulla relazione tra Covid-19 e ambiente, ospitiamo numerose riflessioni e proposte relative al periodo che stiamo vivendo e alla fase di “ripartenza”, diamo conto dei primi risultati dell’analisi dell’impatto della pandemia e delle misure per il suo contenimento sull’ambiente.

Ne emerge un quadro molto articolato, che mostra la necessità di un approccio trasversale, che tenga conto del contributo di molteplici competenze.

Gli articoli pubblicati

Lezioni e interrogativi dall’esperienza Covid-19Carla Ancona1, Andrea Ranzi2, Francesco Forastiere3
1. Dipartimento di epidemiologia Ssr Lazio, Asl Roma1
2. Arpae Emilia-Romagna
3. Irib-Cnr Palermo e co-direttore di Epidemiologia&Prevenzione

La Pandemia e l’agenda di ambiente e salute
Francesca Racioppi1, Marco Martuzzi2
1. Responsabile Centro europeo ambiente e salute, Organizzazione mondiale della sanità (Who-Oms), Bonn, Germani
2. Responsabile Centro ambiente e salute Asia-Pacifico, Organizzazione mondiale della sanità (Who-Oms), Seul, Repubblica di Corea

Quel mondo invisibile dentro e fuori di noi
Annamaria Colacci
Arpae Emilia-Romagna

Se non ora, quando? Nuovi paradigmi di prevenzione
Luciana Sinisi
Ispra

Dal Snpa una risposta integrata all’emergenza
Stefano La Porta
Presidente Ispra e Snpa

Post Covid-19, una visione strategica sul futuro Snpa
Giuseppe Bortone
Direttore generale Arpae Emilia-Romagna, Presidente di AssoArpa

Da plastic free a free plastic
Francesco Bertolini
Sda-Bocconi

Inquinamento e Covid-19, il progetto EpicovairIvano Iavarone1, Carla Ancona2, Antonino Bella3, Giorgio Cattani4, Patrizio Pezzotti3, Andrea Ranzi5
1. Dipartimento Ambiente e salute, Istituto superiore di sanità
2. Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio, Asl Roma, coordinatrice della Rete italiana ambiente e salute (Rias)
3. Dipartimento Malattie infettive, Istituto superiore di sanità
4. Dipartimento per la valutazione, i controlli e la sostenibilità ambientale, Ispra
5. Arpae Emilia-Romagna

Pulvirus, per capire i legami tra Covid-19 e inquinamentoGabriele Zanini1, Stefania Marcheggiani2, Laura Mancini3, Alfredo Pini4
1. Enea, responsabile divisione Modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali, dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali
2. Istituto superiore di sanità, ricercatrice reparto Ecosistemi e salute, dipartimento Ambiente e salute
3. Istituto superiore di sanità, direttrice reparto Ecosistemi e salute, dipartimento Ambiente e salute
4. Ispra, responsabile Servizio di supporto tecnico alla Direzione generale

L’ambiente ringrazia lo smartworking: un’analisi su mobilità e lockdown
Mauro Mussin
Arpa Lombardia

Potenziare le strategie di prevenzione per le acque
Luca Lucentini1, Lucia Bonadonna1, Giuseppina La Rosa1, Giuseppe Bortone2, Tania Tellini3
1. Istituto superiore di sanità, Reparto di qualità dell’acqua e salute
2. Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), coordinatore area “Ambiente e Salute”
3. Utilitalia, coordinatrice attività del settore Acqua

Reflui e monitoraggio epidemiologico
Giuseppina La Rosa1, Giusy Bonanno Ferraro1, Marcello Iaconelli1, Pamela Mancini1, Carolina Veneri1, Lucia Bonadonna1, Luca Lucentini1, Elisabetta Suffredini2
Istituto superiore di sanità
1. Dipartimento ambiente e salute
2. Dipartimento di sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria

Lo sviluppo sostenibile soluzione contro la crisi
Enrico Giovannini
Portavoce Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile

Non fermare il processo dell’Agenda 2030
Anna Luise
Ispra

Dall’emergenza all’ecologia integrale
Matteo Mascia
Fondazione Lanza, coordinatore progetto Etica e politiche ambientali

Covid-19 e biodiversità: rischi e opportunità
Piero Genovesi
Ispra, responsabile servizio Coordinamento fauna

Gli effetti del lockdown sull’inquinamento luminoso
Andrea Bertolo1, Renata Binotto1, Sergio Ortolani2, Stefano Cavazzani2, Pietro Fiorentin3
1. Osservatorio regionale inquinamento luminoso, Arpa Veneto
2. Dipartimento di Fisica e astronomia, Università di Padova
3. Dipartimento di Ingegneria industriale, Università di Padova

Meno voli, più incertezza per le previsioni meteo?
Valentina Pavan, Andrea Montani
1. Arpae Emilia-Romagna, Osservatorio clima
2. European centre for medium-range weather forecasts (Ecmwf)

Non bastano informazioni corrette contro l’infodemia
Federico Grasso
Comunicazione Arpa Liguria

https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2020/08/servizio_covid_19_ambiente_salute_es_3_2020.pdf

fonte: https://www.snpambiente.it



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Dottor Plastic: visite gratuite in cambio di bottiglie di plastica per i pazienti indonesiani

Salute e ambiente: un connubio indissolubile, reso possibile da un medico indonesiano con la sua preziosa iniziativa.




















Dottor Plastic è l’appellativo di un medico indonesiano che ha sposato in modo creativo due importanti battaglie.
Alla possibilità di offrire prestazioni mediche gratuite per i pazienti più indigenti ha unito l’impegno ambientalista per la lotta alla plasticaA Cianjur, in Indonesia, le cure mediche sono costose e non accessibili a tutti. Inoltre, in questo piccolo e povero paese, gli studi non sono garantiti alle fasce più indigenti della popolazione. A ciò si aggiunge il problema dei rifiuti, che stanno letteralmente invadendo questi splendidi territori, come sta accadendo d’altra parte nel resto del mondo.

Dr. Plastic: la sua storia

La storia del dottor Nugraha è un chiaro esempio di tenacia e capacità di sfidare gli ostacoli per raggiungere gli obiettivi desiderati. Yusuf Nugraha ha sognato fin da piccolo di diventare medico. Provenendo da una famiglia non abbiente, solo vendendo riso ha potuto coronare il suo sogno completando gli studi. All’inizio del suo lavoro ha dovuto fronteggiare la situazione di povertà dei suoi clienti, che spesso non potevano permettersi di pagare le cure. La prima opzione era quelle di offrire prestazioni mediche gratuite. Una soluzione mal tollerata, tuttavia, dall’orgoglioso popolo indonesiano, poco propenso a chiedere l’elemosina.

Dottor Plastic: l’idea

Sono solo un medico. Come posso svolgere il mio lavoro e salvare la natura allo stesso tempo?
Ecco allora l’idea di questo giovane e appassionato medico. Ha inventato un alternativo sistema di pagamento tramite degli speciali voucher. Rendendo 10 bottiglie di plastica da poter riciclare, ogni paziente può accedere al sistema di cure offerto dal dottor Nugraha. Negli ultimi 3 anni ha così contribuito a raccogliere circa 180 mila bottiglie. Oltre ad aumentare la consapevolezza delle persone circa i  pericoli dovuti allo spreco di plastica, ha limitato l’impatto di questi rifiuti sull’ambiente.
Una piccola favola moderna in cui l’iniziativa di una sola persona sembra in grado di seminare speranza e impegno ambientalista.
fonte: http://www.ehabitat.it

L’educazione ambientale e alla sostenibilità nel Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente


















Il 16 e il 17 gennaio 2019 a Roma, presso la sede dell’ISPRA, l’SNPA, attraverso la Rete Referenti e il Gdl Educazione ambientale e alla sostenibilità, presenterà la propria strategia e azioni per l’educazione ambientale in una due giorni di riflessione interna e di confronto e dialogo con altri importanti interlocutori. In particolare, il 16 gennaio si svolgerà una tavola rotonda cui interverranno i rappresentanti delle principali reti educanti di livello nazionale. Il 17 gennaio si terrà invece un seminario formativo riservato ai referenti e personale delle Agenzie, per condividere metodologie, strumenti e prossime azioni comuni.
Tutto ciò anche quale contributo strategico e programmatico da offrire all’SNPA in vista della prima Conferenza nazionale di febbraio 2019, che vede tutto il Sistema impegnato in quell’opera di miglioramento delle proprie funzioni e servizi e di rinnovato dialogo con i propri stakeholder: amministrazioni governative nazionali e locali, enti pubblici, associazioni di impresa e ambientali, cittadini.

Brochure Educazione ambientale in Snpa

fonte: http://www.snpambiente.it

Uffa che caldo! Il libro di Luca Mercalli che spiega il clima ai bambini

Il climatologo Luca Mercalli ci parla del suo libro Uffa che caldo! e della sua importante missione: aiutare i bambini a sensibilizzare gli adulti sul tema, ormai urgentissimo, del riscaldamento globale.





Ormai non è rimasto più tempo. Se vogliamo lasciare alle nuove generazioni un pianeta ancora vivibile, dobbiamo intervenire adesso. Lo dicono gli scienziati, lo dicono le Nazioni Unite e ce lo “dice” con chiari segnali anche il nostro pianeta. A ribadirlo una volta di più, con il suo libro Uffa che caldo! (ElectaKids), è Luca Mercalli, climatologo, presidente della Società Meteorologica Italiana, cittadino impegnato per un mondo sostenibile, nonchè appassionato divulgatore e autore di programmi tv, come Scala Mercalli.
Il libro Uffa che caldo! Luca Mercalli
Il libro Uffa che caldo! di Luca Mercalli parla ai bambini del tema del surriscaldamento globale, con tante informazioni, illustrazioni e consigli ©ElectaKids
Questo suo ultimo libro, però, ha in sè una grande novità: parlare direttamente ai bambini per affidare loro il compito, non certo di salvare il pianeta da soli, ma di pungolare gli adulti, affinchè si rimbocchino subito le maniche, senza più rimandare a domani.
Con un linguaggio accessibile e tante illustrazioni chiare e immediate Mercalli ci consegna, così, il libro che ancora mancava nel panorama editoriale. L’idea vincente per catturare subito l’attenzione è quella di utilizzare la metafora della Terra con la febbre, che chiede aiuto a gran voce agli uomini affinché si attivino per invertire tutti quei processi di sfruttamento incontrollato delle sue preziosi risorse, innescando al più presto tutti quei comportamenti virtuosi e sostenibili che la scienza ha già chiaramente indicato.
Partendo dalla spiegazione di come funziona il clima e di come si misura, l’autore dipinge gli scenari del futuro, mostrando chiaramente che, andando avanti di questo passo, la temperatura della Terra si alzerà di cinque gradi entro il 2100, con conseguenze devastanti. Tra queste l’aumento dei fondali marini, che causerebbe la scomparsa degli atolli corallini e gravi danni a intere città, come Venezia e New York; ma anche siccità, invasione di insetti dannosi, cicloni e altri eventi terribili.
Uffa che caldo! Luca Mercalli
Tra le conseguenze del surriscaldamento globale c’è l’innalzamento dei fondali marini. Dal libro Uffa che caldo! di Luca Mercalli ©ElectaKids
Nella seconda parte del libro si passa a illustrare le modalità con cui tutti noi possiamo intervenire per limitare i danni, per esempio con la scelta di fonti rinnovabili, risparmiando le energie attraverso la casa ecologica, riciclando correttamente i rifiuti e usando mezzi di trasporto non inquinanti. Un vero e proprio vademecum per insegnare come diminuire la propria impronta ecologica, cominciando da piccoli gesti quotidiani alla portata di tutti, bambini compresi. Per misurare la propria coscienza ecologica, infine, il libro mette alla prova i lettori con un rapido quiz e con una simpatica chiamata alle armi per tutta la famiglia, riunita intorno a alla più classica tavolata natalizia. Un momento perfetto per iniziare la missione qui affidata ai bambini.

Luca Mercalli
Il climatologo Luca Mercalli, autore del libro Uffa che caldo! (ElectaKids)
Da dove si comincia a parlare ai bambini di surriscaldamento climatico?
I bambini oggi sono molto reattivi e, quando vengono loro spiegate queste cose, stanno attenti . Il problema è che poi possono fare poco, compiendo qualche piccolo gesto più simbolico che altro, come, per esempio, fare la raccolta differenziata. Ma nel momento in cui capiscono che in gioco c’è la loro vita futura, possono fare di più: sensibilizzare gli adulti, che sono quelli che possono davvero risolvere il problema. Il tema fondamentale è che abbiamo poco tempo e che non possiamo affidare ai bambini la soluzione, perché quando loro saranno grandi sarà troppo tardi per intervenire. L’unica finestra di azione è oggi e i pochi anni che abbiamo davanti, come ribadito anche dalle Nazioni Unite. Quindi, la nostra unica chance è che i bambini chiedano a gran voce ai loro genitori di fare qualcosa.
Come e quando è nata l’idea di Uffa che caldo!?Io ho sempre fatto divulgazione e scritto libri per adulti, ma mancava un testo pensato per i bambini. Si tratta di un tema molto difficile e forse per questo poco affrontato. Per tradurlo in un formato comprensibile ci è voluto un anno di lavoro, durante il quale ho collaborato con gli illustratori Alice Lotti e Patrizio Anastasi e con i miei collaboratori della Società Metereologica Italiana, tra cui Alessandra Buffa. Insieme abbiamo ideato forma e contenuti.
Uffa che caldo! Luca Mercalli
Il libro Uffa che caldo! spiega anche la storia del clima, i metodi e gli strumenti che si usano per studiarlo. © ElectaKids
E’ piu facile parlare di questi temi ai bambini o agli adulti?
E’ più facile parlarne ai bambini, che sono più aperti e ricettivi. Io faccio attività formativa nelle scuole da trent’anni e vedo che è più difficile parlare con i ragazzi del liceo, piuttosto che con quelli delle medie. L’unico limite è che per approfondire ci vuole un minimo di formazione scientifica.
Questo libro è accattivante per i bambini, ma interessante anche per gli adulti. Lo avete pensato proprio come lettura comune?
Sì, c’è talmente poca informazione su questo tema che leggerlo in famiglia potrebbe essere molto utile.
Tra i consigli che vengono dati nel libro c’è anche quello di non seguire ciecamente la moda. Avere a cuore il pianeta vuol dire saper andare anche controcorrente?Sì, nella misura in cui copiare la moda vuol dire seguire un modello insostenibile. Anche in termini pratici, perché, per definizione, la moda cambia in fretta e quindi produce oggetti usa e getta e porta a sostiuire prodotti che andrebbero ancora bene. Quindi c’è un aspetto più astratto e culturale, ma anche un aspetto pratico. Le mode producono rifiuti e consumano risorse. Scegliere oggetti duraturi permette di usarli fino al loro fine vita naturale. Pensiamo per esempio ai jeans che vengono venduti già strappati: una pratica totalmente contraria alla visone della sostenibilità.
uffa che caldo casa ecologica libro mercalli
La casa ecologica nel libro Uffa che caldo! di Luca Mercalli © ElectaKids
Lei insegna da tempo nelle scuole e nelle universitá. Che sensibilità c’è nelle nuove generazazioni su questi temi?Poca. Nel senso che, quando gli spieghi queste cose le capiscono, ma poi sono tutti troppo distratti, isolati o rassegnati. Cioè oggi manca la capacità di aggregazione, finalizzata a cambiare le cose. E pensare che i ragazzi oggi hanno in mano uno strumento come lo smartphone, che in un attimo potrebbe permettere di creare gruppi, capaci di diventare una forza sociale e politica. Invece questo non accade. Gli studenti sono privi di una visione aggregativa, mentre quarant’anni fa, con mezzi molto più limitati, si facevano sentire, per esempio volantinando nelle piazze. Oggi, invece, usano gli strumenti che hanno per trasmettere stupidaggini e mai per organizzarsi e difendere il loro futuro.
Non le è mai capitato di vedere qualche esempio virtuoso nelle scuole?
No, mai niente di rilevante, mai un nucleo concreto. Solo qualche orto scolastico alle elementari o alle medie o piccole iniziative, mosse da qualche docente illuminato, che durano qualche anno e poi finiscono. Bisognerebbe essere molto più incisivi. Io vorrei vedere nascere un gruppo organizzato, che fonda un sito internet per chiamare alle armi i coetanei. Servirebbe un apripista in questo senso. Non posso farlo io, perché io non ho il loro linguaggio. Io posso partecipare dando loro informazioni e visibilità, ma poi devono essere i ragazzi a parlare ai loro pari. E ribadisco, tra le centinaia di scuole in cui sono andato, nessuna finora ha mai preso questo genere di iniziativa in Italia.
Impronta ecologica Uffa che caldo! libro Mercalli
L’impronta ecologica è il metodo usato dagli scienziati per misurare la domanda di risorse naturali dell’uomo. © ElectaKids
Iniziano a esserci quantomeno nuovi edifici scolastici progettati in modo più sostenibile…
Sì, ma sono pochissimi. La grande maggioranza degli edifici è fatiscente. Anche di fronte a questo gli studenti dovrebbero ribellarsi e non tollerare più di vivere in strutture del genere, con enormi sprechi energetici.
I programmi scolastici italiani danno spazio al tema del surriscaldamento globale?
No, il problema è questo: studiamo ancora le guerre puniche, ma non si parla mai del problema climatico. E anche se fosse introdotto mancherebbero i docenti preparati. Ho constatato anche tra loro una scarsa consapevolezza. E inoltre sono occupati a gestire una burocrazia impegnativa e vecchia. Solo ogni tanto incontro docenti illuminati, che mi chiedono di andare nelle loro scuole a fare una lezione sul tema. Ma, evidentemente, io non posso andare ovunque. Posso consigliare i libri sui cui prepararsi, ma poi dovrebbero essere loro a farla. In sintesi dovrebbe nascere prima una forte consapevolezza nei docenti, che poi dovrebbero trasmetterla con una regolarità, che però nei programmi italiani non è contemplata.
Uffa che caldo Mercalli mezzi trasporto
Un buon modo per ridurre l’inquinamento è utilizzare mezzi di trasporto meno inquinanti, come mostra ai bambini anche il libro Uffa che caldo! © ElectaKids
Concludendo con una domanda sull’attualità: i durissimi fenomeni di maltempo che hanno colpito l’Italia di recente sono una dimostrazione che l’allarme climatico è molto più imminente di quello che si pensava?
In realtà la scienza lo aveva previsto da tempo. È la società che lo ha ignorato. Tutto sta accadendo come era stato previsto oltre trent’anni fa. Per noi scienziati non c’è nessuna sorpresa. Tutto sta accadendo esattamente come da previsioni. È la gente che continua a sorprendersi e a far finta di niente. E così si continua a rimandare la cura…
Un ruolo cruciale è giocato anche dai cittadini stessi?
Esattamente, i cittadini sembrano essere impermeabili a queste problematiche. Basta guardare l’Italia, che da nord a sud, con piccole eccezioni, è una discarica a cielo aperto. Altro che terra dei fuochi. Purtroppo esiste solo una piccola nicchia frustrata di persone sensibili, che viene addirittura attaccata con fastidio quando si espone. Sembra quasi che l’ambiente sia un accessorio, mentre invece è fondamentale! Questo è il risultato di non aver mai investito in educazione ambientale finora. Se lo avessimo fatto oggi avremmo una generazione più informata e sensibile, come probabilmente accade in Paesi come la Svezia, la Danimarca, la Svizzera o la Germania.
fonte: www.lifegate.it

Fuori dalla plastica: percorsi di educazione ambientale di Arpa Piemonte

L'educazione alla sostenibilità è un percorso di transizione verso nuovi paradigmi e comportamenti quotidiani che richiedono una formazione continua per questo Arpa Piemonte è impegnata costantemente in numerosi percorsi che vedono protagonista la scuola e anche aspetti della vita lavorativa dei suoi dipendenti.





















In occasione della Settimana per l’educazione alla Sostenibilità dal 19 al 26 novembre la Commissione nazionale italiana per l’Unesco Italia ha lanciato la campagna “Fuori dalla plastica: un percorso da costruire”. Arpa Piemonte ha intrapreso questo percorso in particolare con due iniziative.

La eco-rivoluzionata pausa caffè

Il Cral di Arpa Piemonte ha aderito alla campagna Unesco proponendo di eco-rivoluzionare la pausa caffè dei dipendenti in sintonia con la mission dell’Agenzia:
  • offerta gratuita di tazze di ceramica realizzata da un artigiano di Castellamonte (località piemontese famosa per l’arte della ceramica)
  • sostituzione dei bicchierini e palettine usa e getta in plastica con quelli in materiale biodegradabile
  • sconto sui prezzi delle bevande per chi usa le tazze riutilizzabili.
L’eco-pausa caffè è completata dalla presenza di erogatori di acqua di rete in alternativa al consumo di acqua in bottiglia di plastica.
L’educazione alla sostenibilità passa anche attraverso gesti quotidiani e deve partire anche dai luoghi di lavoro. Tali iniziative permettono di ridurre la produzione di plastica quantificabile come stima in oltre 200.000 rifiuti monouso in plastica all’anno, con risparmio di risorse, riduzione di inquinamento atmosferico e delle emissioni di gas climalteranti lungo il ciclo di vita dei prodotti.




L’attività di Arpa Piemonte non si ferma qui. L’educazione alla sostenibilità è un percorso di transizione verso nuovi paradigmi e comportamenti quotidiani che richiedono una formazione continua per questo Arpa è impegnata costantemente in numerosi percorsi che vedono protagonista la scuola.

A Biandrate una settimana dedicata all’ambiente

Per l’intera settimana i circa 800 alunni dell’Istituto Comprensivo Guido da Biandrate in provincia di Novara hanno interrotto le consuete attività didattiche per dedicarsi a una esperienza corale dedicata all’ambiente.
Protagoniste sono state le scuole primarie ma anche quelle dell’infanzia e secondarie di primo grado. Arpa Piemonte ha partecipato alle attività con i propri educatori ambientali, mettendo a disposizione il ventaglio dei progetti dedicati al primo ciclo di istruzione con l’obiettivo di coinvolgere tutti, nella più ampia interdisciplinarità.
Il resoconto dell’esperienza realizzato dall’Istituto.
fonte: http://www.snpambiente.it

In Friuli Venezia Giulia parte “Rifiuti in piazza”




















Nell’ambito della “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti” (17-25 novembre 2018), Arpa FVG organizza un ciclo di incontri pubblici per scoprire cosa si nasconde dentro i rifiuti che ogni giorno vengono conferiti ai gestori.
L’iniziativa, denominata “Rifiuti in piazza”, è realizzata assieme ai gestori della raccolta differenziata del Friuli Venezia Giulia (AcegasApsAmga, Ambiente Servizi, ISA-Isontina Ambiente, Gea, Net, A&T2000 Servizi Ambientali), con la collaborazione della Regione Friuli Venezia Giulia e dei Comuni ospitanti.
Il ciclo di incontri è iniziata sabato 17 novembre in Campo S. Giacomo a Trieste, dove alle ore 10.30 è arrivato un camion con i rifiuti appena raccolti, che sono stati analizzati dagli esperti dell’Agenzia regionale per l’ambiente con l’assistenza degli operatori ecologici locali.
I rifiuti separati per tipologia (analisi merceologica) alla presenza del pubblico presente, che ha potuto quindi valutare la qualità della raccolta differenziata e gli errori più comuni, oltre ad acquisire informazioni sulle modalità più corrette per differenziare i rifiuti recuperando materiale riciclabile ed energia.
Gli incontri proseguiranno, sempre con inizio alle 10.30, in altre 5 comuni della Regione con il seguente calendario:
  • martedì 20 a Fiume Veneto in piazza Del Des,
  • mercoledì 21 a Monfalcone in piazza della Repubblica,
  • giovedì 22 a Pordenone in piazza XX Settembre,
  • venerdì 23 a Udine in piazza Libertà,
  • sabato 24 a Nimis in piazza 29 Settembre
Gli incontri saranno anche l’occasione per un momento di approfondimento a cura della Direzione regionale ambiente, che illustrerà in sintesi il “Piano regionale di prevenzione della produzione dei rifiuti”.
In caso di forte maltempo gli incontri verranno riprogrammati in ambito locale.

fonte: https://ambienteinforma-snpa.it/

Una Pila Alla Volta: al via le iscrizioni per la seconda edizione










Ritorna in campo il più importante progetto educativo nazionale sul tema della raccolta differenziata di pile e accumulatori, rivolto a ragazzi e ragazze di età compresa tra i 10-14 anni.
In palio buoni acquisto per un valore complessivo di 38.000 euro da spendere in materiale didattico

Al via le iscrizioni per partecipare alla seconda edizione del progetto “Una pila Alla Volta”, la più importante iniziativa di sensibilizzazione sulla corretta gestione dei rifiuti di pile e gli accumulatori promossa dal Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori (CDCNPA) patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e rivolta agli studenti di età compresa tra i 10 ed i 14 anni, ai loro docenti e le loro famiglie.
Dopo il successo dell’edizione precedente che ha visto la partecipazione di più di 300 istituti scolastici e 500 insegnanti provenienti da tutte le regioni d’Italia, 1000 contenuti originali caricati sulla piattaforma web e circa 2 milioni di visualizzazioni dei post pubblicati sulla pagina Facebook, torna in campo l’iniziativa Una Pila Alla Volta che come lo scorso anno si compone di due percorsi paralleli ma comunicanti tra loro: quello didattico educativo durante il quale verranno diffusi i contenuti per imparare a conoscere le pile, a scoprire dove sono i contenitori, approfondire il tema del riciclo e dei suoi vantaggi e quello del contest una vera e propria gara a chi si impegna di più nel fare e comunicare la raccolta differenziata delle batterie durante la quale squadre di giovani ragazzi e ragazze, guidati da un tutor maggiorenne, potranno competere per vincere uno dei premi in palio e ottenere il titolo di campione del riciclo.
A chi si rivolge il contest
A partire da oggi i tutor potranno accedere al sito www.unapilaallavolta.it ed iscrivere le squadre delle quali sono alla guida, scegliendo l’ambito di preferenza: scuola o tempo libero. A differenza dello scorso anno, ciascuna squadra potrà avere sino a 25 partecipanti di età compresa tra i 10 ed i 14 anni. Il contest quest’anno avrà inizio il 15 gennaio e le prove saranno distribuite nel corso di tre mesi, sino a fine marzo.
Come funziona il contest
Dopo aver completato il percorso didattico, le squadre saranno chiamate a sfidarsi su 3 prove: un quiz interattivo su aspetti storici, tecnologici e ambientali riguardanti le pile e gli accumulatori; la realizzazione di un’opera (quadro, scultura) utilizzando le pile recuperate in casa; l’individuazione di un contenitore per la raccolta differenziata.
Per ciascuna prova dovranno poi produrre una testimonianza foto o video e i contenuti prodotti verranno caricati dal proprio tutor sulla piattaforma web e qui avranno la possibilità di essere votati e successivamente condivisi sui canali social a disposizione: Facebook, Twitter o Instagram. In questa maniera si metterà in atto un circolo virtuoso con un duplice effetto, promuovere la propria creazione ottenendo punti utili a scalare la classifica e dare visibilità al progetto e al tema della raccolta differenziata di pile e accumulatori.
Cosa si vince
Come per lo scorso anno, le squadre saranno organizzate in 2 ambiti (scuola e tempo libero) divisi per area territoriale: Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud ed Isole maggiori. Verranno selezionate per le 5 aree geografiche ed i 2 ambiti, le 3 squadre che hanno totalizzato più punti. Il premio previsto consiste in un voucher, da spendere in materiale didattico, di valore pari a 500 euro per la terza classificata, di 1000 euro per la seconda classificata e 1500 per la prima classificata. In questa maniera saranno premiate su tutto il territorio nazionale 30 squadre, con un montepremi complessivo di 38.000 €. Inoltre quest’anno sono previste tre menzioni speciali per coloro che con le pile riciclate avranno realizzato le opere più belle o rappresentative.
L’evento finale
A metà maggio 2019, le 10 migliori squadre si daranno battaglia nella finale del contest che si terrà a Como, città natale di Alessandro Volta e luogo simbolo per le pile e gli accumulatori, grazie anche all’attività didattica e divulgativa svolta dal Tempio Voltiano. Le finaliste dovranno affrontare nuove sfide, tutte ispirate al tema della raccolta differenziata e ottenere il titolo di primi campioni del riciclo delle pile e due voucher aggiuntivi da 2.500 euro ciascuno. Quest’anno a Como saranno insigniti della qualifica di Ambasciatore della Didattica ambientale i 3 tutor che più si sono impegnati nel corso del progetto. Oltre a questa qualifica, i tutor vincitori otterranno anche un voucher di 500 euro ed una targa per la scuola.
La sfida sui social network
L’obiettivo della campagna è quello di incrociare le due anime dei giovani di oggi, quella naturalmente predisposta verso l’utilizzo delle nuove tecnologie e quella incline verso un approccio positivo e propositivo a alle problematiche ambientali attuali. E cosa, se non una piattaforma social è in grado di realizzare questo incontro? Dopo il successo dello scorso anno con 5 milioni di impression totali, 640 like alla pagina Facebook ed oltre 20.000 condivisioni continua anche quest’anno l’intensa attività sui canali che diverranno il luogo su cui diffondere i contenuti che le squadre produrranno durante le sfide, tutti accompagnati dall’hashtag #UnaPilaAllaVolta. I canali da seguire, e con i quali interagire sono: la Pagina Facebook Una Pila Alla Volta, l’account twitter @CDCNPA_ l’account Instagram UnaPilaAllaVolta ed il canale YouTube che farà da supporto agli altri social trasmettendo i video del Consorzio e del contest.
L’edizione dello scorso anno è stata molto entusiasmante ed educativa – ha spiegato Giulio Rentocchini, Presidente del CDCNPA – quest’anno ritorniamo con una carica in più e con l’obiettivo di coinvolgere sempre più giovani nella raccolta differenziata delle pile e degli accumulatori rendendo questo gesto, semplice ma molto importante per l’ambiente, un’azione quotidiana. I ragazzi e le ragazze che partecipano al progetto, uniti per vincere insieme la sfida della sostenibilità, saranno i primi testimonial di questo comportamento virtuoso”.
Ma le novità non finiscono qui. Quest’anno, Una Pila Alla Volta verrà supportata dal progetto “Waste Travel 360” realizzato da Ancitel Energia&Ambiente. In 10 città italiane: Torino, Genova, Varese, Pordenone, Modena, Roma (I municipio), Colleferro (RM), Cava de Tirreni, Potenza e Vibo Valentia, sarà individuata una scuola nella quale il tema della raccolta differenziata verrà approfondito sia attraverso un tour virtuale nel mondo dei rifiuti con l’utilizzo di speciali visori a 360°, sia in maniera più operativa con una sfida sulla raccolta di pile, al termine della quale, con le Amministrazioni locali verrà presentato il progetto Una Pila Alla Volta.
A fronte di tutte queste novità, un elemento comunque rimane consolidato: anche quest’anno, ad accompagnare i ragazzi e le ragazze in questo percorso educativo ci sarà la mascotte robotica B.En. la cui fonte di energia, assolutamente sostenibile ed inesauribile, è rappresentata dalla corretta raccolta differenziata.
fonte: www.envi.info