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Edizione speciale di CinemAmbiente Junior aperta a tutta Italia

 

I FRIDAYS DI CINEMAMBIENTE JUNIOR

Proiezioni e incontri online per le scuole
(29 gennaio – 15 aprile 2021)

Il 23° Festival CinemAmbiente completa nel nuovo anno la sua attività proponendo dal 29 gennaio al 15 aprile 2021 l’ormai consueta rassegna di film e incontri a tema ambientale dedicati alle scuole.

In genere antecedente al Festival, ma posticipato a causa della pandemia, CinemAmbiente Junior si presenta quest’anno con un’edizione speciale che si svolge interamente online ed è quindi aperta al pubblico scolastico dell’intero territorio nazionale.Il cartellonecinematografico si articola in dieci proiezioni, ad accesso gratuito, che saranno disponibili, dietro prenotazione, su diverse piattaforme raggiungibili attraverso il sito del Festival www.cinemambiente.it.

Rivolti alle Scuole dei diversi ordini e gradi, i film si succederanno a cadenza settimanale, in concomitanza con i Fridays for Future, le giornate di mobilitazione scolastica dedicate all’ambiente.
Ogni venerdì alle ore 9.00 verrà proposto un nuovo titolo seguito dall’intervento di un esperto che dialogherà (sulla piattaforma Zoom) con il giovanissimo pubblico presente alla prima proiezione.
Il film e la registrazione dell’incontro rimarranno disponibili per la visione dalla prima proiezione per un’intera settimana.

Organizzata dall’Associazione Cinemambiente in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da MiBACT e MI, la rassegna si propone non solo come utile strumento di educazione ambientale, modellato con l’edizione online sulle attuali esigenze della didattica a distanza, ma anche come concreto complemento dei programmi scolastici. In particolare, le proiezioni proposte possono offrire spunti e contenuti specifici per l’insegnamento di educazione civica che, diventata da quest’anno materia con voto dedicato e obbligatoria in tutti i gradi d’istruzione, contempla come sua specifica area tematica anche quella dello sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Organizzata con la collaborazione di enti e associazioni che figurano tra i più importanti attori nazionali e locali impegnati nella tutela dell’ambiente e del territorio – Legambiente, WWF Italia, Slow Food, Società Meteorologica Italiana, Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, Arpa Piemonte, Casa Comune, Achab Group e Eduiren – e che mettono a disposizione le competenze dei loro esperti e studiosi negli incontri successivi alle proiezioni, la rassegna affronta svariati temi green con film diversificati secondo l’età scolastica.

Info e prenotazioni

Le proiezioni sono gratuite previa prenotazione obbligatoria. Alle classi prenotate verrà comunicata una password con cui sarà possibile accedere alla proiezione in qualunque momento nell’arco della programmazione settimanale del film prescelto.

Posti disponibili per ciascun film 1000.

Consulta il programma

Per informazioni e prenotazioni: junior@cinemambiente.it

fonte: https://www.snpambiente.it


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Carbon footprint, on line il nuovo calcolatore dell’Arpa Piemonte con consigli pratici per combattere da casa i cambiamenti climatici

L’iniziativa pensata con un taglio didattico mira a sensibilizzare gli studenti e le loro famiglie a un consumo consapevole e sostenibile. Lo strumento è corredato da una serie di consigli pratici per ridurre la carbon footprint familiare





Quest'anno la Settimana Unesco per l'Educazione alla Sostenibilità 2020, che ha preso avvio il 23 novembre ha per tema "Cambiamenti Climatici e la Pandemia" e si sviluppa in tutta Italia con una ricca serie di iniziative.

In questa occasione Arpa Piemonte ha presentato il nuovo calcolatore on-line che permette di misurare quanto il nostro stile di vita familiare e personale può incidere sulle emissioni di gas serra. Ogni nostro consumo infatti, dal riscaldamento all'illuminazione, dall'alimentazione alla mobilità, genera processi diretti e indiretti di emissione di gas climalteranti, a seconda dell’utilizzo di materie prime e di energia (da combustibili fossili) coinvolte nel ciclo di produzione.

Il calcolatore si base sulla metodologia della carbon footprint (o impronta di carbonio) che esprime il totale delle emissioni di gas a effetto serra associate direttamente o indirettamente a un prodotto o un servizio. L’iniziativa, pensata con un taglio didattico, mira a sensibilizzare gli studenti e le loro famiglie a un consumo consapevole e sostenibile. Lo strumento è corredato da una serie di consigli pratici, per ridurre la carbon footprint familiare, e permette di conoscere l’estensione forestale necessaria a compensarla.

“In questa particolare situazione pandemica, anche chiusi nelle nostre case, - scrive l’Apra Piemonte - possiamo contribuire a limitare gli effetti climatici che potrebbero ripercuotersi in aree lontane ma anche vicine a noi. Come ci dimostrano le risultanze del progetto CClimatt, gli effetti dei cambiamenti climatici si stanno avvertendo già ora sui nostri territori (ghiacciai e aree urbane in primis)”.

fonte: www.ecodallecitta.it


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L’inquinamento da PFAS a Spinetta Marengo: tra ricadute sull’ambiente ed effetti sulla salute

A Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, nel raggio di tre chilometri dallo stabilimento chimico della Solvay, dove si producono polimeri fluorurati, ci si ammala più che nel resto del Piemonte. A stabilirlo sono due studi epidemiologici condotti dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Piemonte e dall’Asl di Alessandria resi noti a fine 2019. Intanto la produzione dello stabilimento va avanti


Una manifestazione di comitati e cittadini contro il silenzio delle istituzioni e le ricadute dello stabilimento produttivo Solvay a Spinetta Marengo

A Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, nel raggio di tre chilometri dallo stabilimento chimico della Solvay, dove si producono polimeri fluorurati, ci si ammala -e di conseguenza si muore- più che nel resto del Piemonte. A stabilirlo sono due studi epidemiologici condotti dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) del Piemonte e dall’Azienda sanitaria locale di Alessandria. I dati sono stati resi noti nel dicembre 2019, proprio nel momento in cui si concludeva in Cassazione il processo -iniziato nel 2008- contro i vertici aziendali di Solvay e Ausimont (i due gruppi che si sono avvicendati alla guida dello stabilimento dal 1980 a oggi), accusati di “avvelenamento doloso delle falde e omessa bonifica”: tre degli otto imputati coinvolti sono stati condannati a un risarcimento economico (a breve si potranno leggere le motivazioni della sentenza, giudicata dalle parti civili “troppo lieve”).

Le due analisi epidemiologiche sono state avviate dal Comune di Alessandria nel 2017 con lo scopo di valutare gli effetti sulla salute umana dovuti alla vicinanza al polo chimico in questione. I dati finali confermano i timori degli ambientalisti, che da anni denunciano l’inquinamento da PFAS -sostanze perfluoroalchiliche per le quali l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) chiede di abbassarne gli attuali livelli di tollerabilità- che nell’area esaminata, denominata “Fraschetta”, hanno inquinato le falde acquifere sotto e intorno allo stabilimento da cui migliaia di cittadini, oltre ai lavoratori della fabbrica, si sono approvvigionati per anni. Altreconomia ne aveva già parlato nel 2015, andando a intervistare cittadini ed ex-lavoratori della Solvay.

L’indagine ha evidenziato un incremento del 19% delle patologie tumorali, in particolare del polmone, della pleura e dell’apparato emolinfopoietico, rispetto al resto del territorio alessandrino e piemontese. Dati che si differenziano a seconda delle malattie specifiche con punte del +75% rispetto ai dati regionali per quanto riguarda i mesoteliomi pleurici e +76% per tumore al rene. Inoltre nei maschi si è riscontrata una incidenza di oltre il doppio per quanto riguarda i tumori epatici e delle vie biliari e nelle neoplasie al pancreas; nelle donne vi è un raddoppio di ricoveri per leucemie. Tra le patologie non tumorali risultano incrementi di ricoveri per malattie dell’apparato cardiocircolatorio, respiratorio e apparato genitourinario. In particolare lo studio sottolinea un +22% di malattie endocrine, +50% di casi di ipertensione, +56% di infarti del miocardio, +29% per insufficienza renale, +36% per malattie ematologiche, +22% di malattie cutanee, e molte altre. Infine, le valutazioni effettuate nel sottogruppo costituito dai bambini hanno messo in evidenza un aumento dei ricoveri per malattie neurologiche con un incremento dell’86%. Per tutte queste patologie si nota un andamento crescente in base alla durata della residenza.

Lo stabilimento di Spinetta Marengo è nato agli inizi del Novecento dalla Montecatini e nel corso degli anni è stato sede di vari tipi di produzioni, fino alle attuali incentrate sulla chimica del fluoro, diventando parte della Solvay nel 2002. Un sottogruppo dei composti fluorurati prodotti è rappresentato da PFAS, composti di difficile degradazione e conseguente accumulo nell’ambiente (tracce di PFAS sono stati rinvenuti ai Poli Nord e Sud), nella flora, nella fauna selvatica e negli esseri umani dove si accumula nel sangue e nei tessuti. Molti studi hanno evidenziato rilevanti conseguenze sulla salute umana derivanti dall’esposizione a questi elementi, come quelli messi in rilievo dalle due indagini citate. I PFAS sono solo una delle famiglie di sostanze pericolose rilevate nell’area industriale di Spinetta Marengo: infatti sono stati identificati nel terreno superamenti per cromo esavalente, arsenico, piombo, ddt, idrocarburi pesanti e cloroformio. Quest’ultimo è presente anche nelle acque di falda insieme al tetracloruro di carbonio, tetracloroetilene e tricloroetilene. Anche la rilevazione della qualità dell’aria ha portato a individuare diversi composti a base di fluoro. La storia centenaria dello stabilimento avrebbe lasciato in eredità, secondo i comitati presenti sul territorio, oltre 1,15 milioni di tonnellate di materiale tossico su una superficie compresa tra i 10 e 15 chilometri quadrati.

Intanto la produzione dello stabilimento va avanti. La condanna non ha fermato la produzione di C6O4, un composto della medesima famiglia di PFAS, a catena corta e quindi considerato meno impattante. Nonostante l’Agenzia Chimica Europea (Echa) abbia classificato il C6O4 come “non biodegradabile” (oltre che tossico per ingestione e corrosivo), la Solvay ha già chiesto un ampliamento dello stabilimento per la produzione del composto. Durante la conferenza dei servizi non ha voluto rivelare le modalità di produzione di C6O4 invocando il segreto industriale. Inoltre la relazione tecnica attualmente resa pubblica da Solvay contiene 56 omissis, tra cui le previsioni di impatto sull’ambiente. Dal momento che la Solvay, come ricorda Legambiente Alessandria in una lettera inviata alle istituzioni, si è già confermata come la principale sorgente di PFAS nei fiumi Bormida e Tanaro, il timore è che si continui a inquinare. Eppure Solvay non prende in considerazione di sostituire il C6O4 (di cui sono state trovate tracce alla foce del Po) con altre sostanze più sostenibili: il laboratorio di chimica e tossicologia dell’ambiente Mario Negri ha individuato 20 sostanze alternative agli PFAS per ridurre l’impatto sulla salute e sull’ambiente. Lo studio è stato promosso dal ministero dell’Ambiente ed è proprio a partire da questa lista che il dicastero dovrà porsi l’obiettivo di fornire degli orientamenti precisi alle aziende che ne fanno maggiore uso. Dall’analisi dei dati di mortalità “si evince un importante incremento per patologie, tumorali e non tumorali, nella zona adiacente al polo chimico di Spinetta” ha spiegato l’epidemiologo Lelio Morricone del comitato locale “Vivere a Predosa”. “Ciò è strettamente correlato all’esposizione a sostanze tossiche ed inquinanti relative all’area in esame. Come tutti gli studi di tipo epidemiologico-descrittivo, che non hanno infatti questa finalità, non è possibile stabilire un rapporto diretto causa-effetto, ma il dato è talmente eclatante che risulterebbe poco plausibile pensare ad altre ragioni, per spiegare questo fenomeno”.

Al fine di rendere più “robusta”, dice l’Asl nel suo rapporto, l’analisi complessiva “parrebbe opportuno ipotizzare lo sviluppo di eventuali successivi step epidemiologici”. Che è anche quello che chiedono cittadini e comitati. Il costo delle analisi per la determinazione periodica di PFAS nell’acqua dei pozzi dovrebbe essere a carico dell’autorità pubblica ma nessuno per ora vuole accollarsene i costi. Intanto i comitati, tra cui Stop Solvay, propongono alle istituzioni di completare una mappatura precisa dei pozzi privati utilizzati a scopo potabile o irriguo. Come già disposto in Veneto, dove la Miteni di Trissino ha lasciato in eredità la più alta concentrazione di PFAS al mondo, occorrere un biomonitoraggio delle sostanze negli alimenti, i cui risultati siano resi pubblici al più presto.

fonte: https://altreconomia.it

Buone pratiche per vigneti e risaie

Grande partecipazione di tecnici, coltivatori e amministratori locali ai due workshop organizzati da Arpa Piemonte, Ispra e Università̀ di Torino.














Per la transizione verso un’agricoltura che faccia sempre meno ricorso all’uso di fitofarmaci, soprattutto nei vigneti e risaie, e sia più compatibile con la tutela della biodiversità, diventa prioritario riflettere sulle strategie da adottare in linea con il Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (DM 22/1/2014).
Questo il tema al centro dei due workshop organizzati il 16 gennaio a Boca (NO) e il 17 presso il Castello di Rovasenda (VC). Un’occasione per presentare le migliori pratiche ad oggi adottate in vigneti e risaie, per riflettere sulle strategie e migliorare la resistenza dei cultivar alle fitopatologie. Così come sulla gestione delle “infestanti” e la rigenerazione di un suolo che oggi soggetto a fertilizzazione non sempre adeguata e a ripetute lavorazioni e passaggi di mezzi agricoli.
I temi del workshop
E’ emerso nei due incontri quanto sia necessario mantenere la presenza della componente erbacea sia ai margini e all’interno dei coltivi e di fasce inerbite con specie autoctone e appetite agli impollinatori, nonché la disponibilità di habitat e la diversificazione colturale sia all’interno dell’azienda che a livello territoriale, soprattutto nei contesti di monocoltura intensiva.
Con buone pratiche, a partire dalla riscoperta di quelle che hanno storicamente accompagnato il ciclo naturale del riso e della vite,  fino alle sperimentazioni di tecniche innovative al servizio della piena assicurazione della fertilità naturale, l’agricoltore ha in mano la custodia di un paesaggio di alto valore ereditato da generazioni precedenti e la chiave per aumentare la resilienza nei confronti delle minacce future, grazie anche ai servizi ecosistemici offerti dalla biodiversità, fra cui in primis quello dell’impollinazione.
Gli organizzatori
Questi i temi fondanti nei due workshop organizzati da ARPA Piemonte in collaborazione con ISPRA e Università̀ di Torino (DBIOS), nell’ambito del progetto coordinato da ISPRA dal titolo “Sperimentazione di misure previste dalle linee guida per l’attuazione del PAN per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari in Siti Natura 2000”, finanziato dal Ministero dell’Ambiente.
Il workshop sui vigneti a Boca (NO) è stato realizzato in collaborazione con il Consorzio Nebbiolo Alto Piemonte e il Parco Regionale piemontese Monte Fenera, dove viene custodita una delle ultime stazioni della rara vite selvatica (Vitis vinifera sylvestris), il cui patrimonio genetico potrebbe essere molto utile in futuro per salvaguardare dalle avversità le varietà coltivate.
Il workshop sulle risaie del 17 gennaio, presso il Castello di Rovasenda (VC), ha avuto il patrocinio del Comune di Rovasenda, territorio che si distingue per la presenza della Riserva naturale delle Baragge e del Sito Natura 2000 “Isoetes maliverniana”, che custodisce nei canali irrigui delle sue risaie, le ultime stazioni in cui è presente questa felce acquatica endemica.
Entrambi gli appuntamenti sono stati molto partecipati e hanno destato un notevole interesse tra tecnici, coltivatori, fra cui quelli che hanno partecipato al progetto di sperimentazione delle misure del PAN,  e amministratori locali.
Disponibili sul sito dell’Ispra alcune delle presentazioni dei due convegni
Susanna D’Antoni, Ispra
fonte: https://www.snpambiente.it

Il nuovo portale per l’accesso ai dati del consumo di suolo in Italia




















I dati 2019 del Rapporto SNPA sul consumo di suolo in Italia costituiscono il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permettono di valutare l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici. Da quest’anno la presentazione del rapporto si è arricchita di una nuova e innovativa componente web per l’accesso ai dati sull’intero territorio nazionale. 

Il portale del consumo suolo, realizzato da Arpa Piemonte in collaborazione con ISPRA, mette a disposizione dati, cartografie, indicatori a scala nazionale, regionale e per singolo comune riferiti al quinquennio di osservazione 2012, 2015, 2016, 2017 e 2018.

Nello stesso portale sono inoltre presentati in forma semplificata e divulgativa i principali aspetti ambientali connessi al suolo, ai fenomeni di trasformazione e consumo, ai servizi ecosistemici ad esso correlati. Il portale realizzato con la tecnica e gli strumenti  dello storytelling guida l’utente nella scoperta e comprensione della materia attraverso un percorso organizzato in sezioni che integrano testi, immagini, video, mappe e animazioni.
Attraverso l’applicazione è possibile:
  • consultare lo stato e le tendenze del consumo di suolo  attraverso un sezione di sintesi del rapporto 2019 ed una apposita dashboard dinamica che attraverso cartogrammi, grafici e tabelle permette di leggere e confrontare i principali indicatori del fenomeno a scala nazionale, regionale e comunale;
  • accedere alla cartografia del consumo di suolo e consultare l’evoluzione del fenomeno con le mappe nazionali dal 2012 al 2018;
  • visualizzare attraverso l’Atlante fotografico del consumo di suolo, una serie di casi reali significativi di trasformazioni del territorio emersi e analizzati nell’ambito delle attività di monitoraggio da parte del sistema agenziale;
  • scoprire come viene realizzato il monitoraggio annuale attraverso una sezione divulgativa che illustra i principi e le tecniche di analisi utilizzare dal Sistema nazionale e basate sul telerilevamento satellitare ed aereo con particolare riferimento alle immagini messe a disposizione dal programma europeo Copernicus;
  • approfondire i principali concetti inerenti il solo come risorsa naturale non rinnovabile, i processi e le caratteristiche dei diversi fenomeni di consumo di suolo, il significato e il valore dei servizi ecosistemici garantiti dal suolo.
fonte: http://www.snpambiente.it

Concorso per le scuole, un video per la Climate song




















Molte sono le iniziative di educazione ambientale che l’Agenzia ha avviato nel corso del tempo. Di recente, a seguito della partecipazione all’evento internazionale di Climathon, tenutosi a Torino ad ottobre 2018, Arpa Piemonte e l’Istituto Comprensivo Novi Ligure 3, nell’ambito del progetto Musica d’Ambiente, per sensibilizzare sul fenomeno dei cambiamenti climatici hanno composto e registrato la Climate song.
Arpa Piemonte con Città di Torino, Città di Casale Monferrato, Earth Day Italia, Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte promuovono il concorso Un video per la Climate song  il concorso, promosso e sostenuto a livello nazionale dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur). Destinatari sono gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado chiamati a realizzare un videoclip di accompagnamento al brano musicale.
I videoclip (in formato “*Avi” oppure “*Mp4”) dovranno essere inviati all’indirizzo musicadambiente@arpa.piemonte.it entro venerdì 10 maggio. Ogni scuola può partecipare con un singolo video. Nel messaggio di invio dovranno essere indicati: nome di un docente di riferimento, mail, cellulare, nome istituto comprensivo, scuola e relativo indirizzo. 
Dovrà essere dichiarato che il video viene ceduto espressamente per il concorso e, se dovuto, allegata una nota valida ai fini della tutela della privacy di eventuali soggetti ripresi. 
La comunicazione del vincitore avverrà il 5 giugno, giornata mondiale dell’ambiente. 
Saranno selezionati due lavori, uno per grado di scuola; il primo classificato diventerà video ufficiale della Climate song e verrà divulgato e promosso su tutti i siti istituzionali dei partner, nonché inviato unitamente al brano alle principali emittenti radiofoniche e proposto negli eventi istituzionali promossi dai partner. 
Per quanto possibile, verrà comunque data evidenza a tutti i lavori inviati.
fonte: http://www.snpambiente.it

Accordo Arpa Piemonte e Cinemambiente per la sostenibilità ambientale

Dalle emozioni che suscita la visione di un film alla consapevolezza che le azioni del singolo fanno la differenza anche nella tutela del nostro ambiente.



















Collaborare per la promozione e l’educazione alla sostenibilità attraverso un programma di iniziative da avviare nell’ambito del Festival Internazionale di Cinemambiente e in occasione di eventi collaterali: è questo l’obiettivo dell’accordo triennale di cooperazione, sottoscritto dall’Associazione Cinemambiente e da Arpa Piemonte. A siglare il documento il direttore e ideatore dell’Environmental Film Festival Gaetano Capizzi e il direttore generale di Arpa, Angelo Robotto.
Tra le azioni in cantiere, l’accordo prevede la realizzazione di progetti rivolti al mondo della scuola e del lavoro, il sostegno reciproco nella comunicazione e divulgazione di temi ambientali di attualità e la progettazione di materiali didattici attraverso strumenti audiovisivi con il coinvolgimento diretto dei ragazzi in veste di attori protagonisti e autori.
Il mezzo audiovisivo induce alla riflessione condivisa, al dialogo e al confronto sviluppando sensibilità rispetto al patrimonio ambientale, permette di migliorare le competenze comunicative e di espressione attraverso linguaggi contemporanei che meglio di altri fanno maturare consapevolezza e stimolano al cambiamento.
Gaetano Capizzi ha sottolineato che “convinti che lo strumento audiovisivo sia un mezzo strategico per accrescere cultura e sensibilità ambientali abbiamo realizzato strumenti quali Cinemambiente TV, film per l’educazione ambientale, Cinemambiente Tour e Cinemambiente Junior che vogliamo potenziare con l’accordo con Arpa Piemonte e il Sistema nazionale di protezione dell’ambiente”.
“La collaborazione che avviamo con Cinemambiente” ha osservato il direttore generale Arpa Angelo Robotto “assume anche una valenza più ampia dei confini regionali, sancita dalla concessione del Patrocinio del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA) per favorire in particolare la diffusione del Concorso nazionale per le scuole Cinemambiente Junior”.
“Il connubio film ed esperto funziona perché il video muove emozioni e l’incontro diretto al termine della visione con i professionisti, come i tecnici di Arpa, rispondendo alle domande del pubblico, aiuta ad acquisire strumenti scientifici utili per la lettura della realtà” ha aggiunto Capizzi.
“Sono certo che l’accordo non rimarrà un pezzo di carta ma diverrà parte dell’attività istituzionale come modo ulteriore per avvicinare la scienza al grande pubblico” ha concluso Robotto. “La tutela dell’ambiente non può essere obiettivo delle sole istituzioni ma occorre diventi un’azione corale che deve maturare in tutti noi attraverso la conoscenza dello stato di salute del nostro territorio. Alla condivisione di questa conoscenza Arpa lavora ogni giorno utilizzando tutte le strade possibili e l’accordo con Cinemambiente ne è la prova”.
fonte: http://www.snpambiente.it

Fuori dalla plastica: percorsi di educazione ambientale di Arpa Piemonte

L'educazione alla sostenibilità è un percorso di transizione verso nuovi paradigmi e comportamenti quotidiani che richiedono una formazione continua per questo Arpa Piemonte è impegnata costantemente in numerosi percorsi che vedono protagonista la scuola e anche aspetti della vita lavorativa dei suoi dipendenti.





















In occasione della Settimana per l’educazione alla Sostenibilità dal 19 al 26 novembre la Commissione nazionale italiana per l’Unesco Italia ha lanciato la campagna “Fuori dalla plastica: un percorso da costruire”. Arpa Piemonte ha intrapreso questo percorso in particolare con due iniziative.

La eco-rivoluzionata pausa caffè

Il Cral di Arpa Piemonte ha aderito alla campagna Unesco proponendo di eco-rivoluzionare la pausa caffè dei dipendenti in sintonia con la mission dell’Agenzia:
  • offerta gratuita di tazze di ceramica realizzata da un artigiano di Castellamonte (località piemontese famosa per l’arte della ceramica)
  • sostituzione dei bicchierini e palettine usa e getta in plastica con quelli in materiale biodegradabile
  • sconto sui prezzi delle bevande per chi usa le tazze riutilizzabili.
L’eco-pausa caffè è completata dalla presenza di erogatori di acqua di rete in alternativa al consumo di acqua in bottiglia di plastica.
L’educazione alla sostenibilità passa anche attraverso gesti quotidiani e deve partire anche dai luoghi di lavoro. Tali iniziative permettono di ridurre la produzione di plastica quantificabile come stima in oltre 200.000 rifiuti monouso in plastica all’anno, con risparmio di risorse, riduzione di inquinamento atmosferico e delle emissioni di gas climalteranti lungo il ciclo di vita dei prodotti.




L’attività di Arpa Piemonte non si ferma qui. L’educazione alla sostenibilità è un percorso di transizione verso nuovi paradigmi e comportamenti quotidiani che richiedono una formazione continua per questo Arpa è impegnata costantemente in numerosi percorsi che vedono protagonista la scuola.

A Biandrate una settimana dedicata all’ambiente

Per l’intera settimana i circa 800 alunni dell’Istituto Comprensivo Guido da Biandrate in provincia di Novara hanno interrotto le consuete attività didattiche per dedicarsi a una esperienza corale dedicata all’ambiente.
Protagoniste sono state le scuole primarie ma anche quelle dell’infanzia e secondarie di primo grado. Arpa Piemonte ha partecipato alle attività con i propri educatori ambientali, mettendo a disposizione il ventaglio dei progetti dedicati al primo ciclo di istruzione con l’obiettivo di coinvolgere tutti, nella più ampia interdisciplinarità.
Il resoconto dell’esperienza realizzato dall’Istituto.
fonte: http://www.snpambiente.it