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Green Carpet. Al Festival di Venezia il corto di Muccino sui cambiamenti climatici



Durante tutta la rassegna verrà proiettato uno short film del regista de “L’Ultimo bacio”, raccontato dalla voce di Stefano Accorsi

Al Festival di Venezia che si è aperto sabato scorso è forte il...

Cinema, Arpae e Emilia-Romagna Film Commission aderiscono a Green Film

Un protocollo per riprese e produzioni rispettose del patrimonio ambientale.




Produzioni cinematografiche e televisive che rispettano e valorizzano il patrimonio ambientale che le ospita, certificate con il marchio Green Film.

Emilia-Romagna Film Commission e Arpae hanno aderito al protocollo che ha l’obiettivo di incoraggiare le produzioni a lavorare nel rispetto dell’ambiente ottimizzando i trasporti, adottando il risparmio energetico, rendendo disponibili gli alloggi delle troupe in strutture certificate, selezionando la ristorazione e la gestione dei rifiuti.

Ideato dalla Trentino Film Commission nel 2017, il protocollo Green Film è stato revisionato nel 2019 per garantire una più vasta applicabilità sulle produzioni nazionali e internazionali, Film Fund, Film Commission, broadcaster o altre realtà.
Il ruolo di Arpae

In Emilia-Romagna sarà Arpae il partner incaricato del ruolo di ente certificatore, che verificherà periodicamente l’applicazione dei criteri del protocollo durante tutta la produzione. L’Agenzia regionale prevenzione ambiente energia dell’Emilia-Romagna ha, infatti, tra i suoi compiti la promozione e il presidio della strategia per il consumo e le produzioni sostenibili, favorendo la conoscenza e l’attuazione degli strumenti volontari per migliorare le prestazioni ambientali delle imprese e la valutazione e la comunicazione degli impatti su organizzazioni e prodotti. Il Protocollo Green Film è un esempio di come tali strumenti possano svolgere un ruolo per stimolare una nuova cultura ambientale e la scelta di aderire al protocollo Green Film si inserisce nella nostra volontà di costituire con i settori produttivi un fronte comune contro l’emergenza climatica in atto.
Come funziona il disciplinare Green film

Il disciplinare di Green Film prevede diverse azioni positive per tutta la durata della lavorazione.

Prima dell’inizio della produzione i produttori dichiarano quali criteri di sostenibilità ambientale previsti dal disciplinare si impegnano a rispettare durante le riprese.

Prerequisiti obbligatori sono pianificare in anticipo l’applicazione dei criteri di sostenibilità da adottare, utilizzando informazioni semplici e concrete, al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale senza rallentare il lavoro della troupe, e programmare la mobilità della produzione, per ottimizzare i trasporti e ridurne l’impatto ambientale ed economico.

Altri punti da verificare e attuare vanno dal risparmio energetico agli alloggi delle troupe in strutture certificate, dalla ristorazione alla gestione dei rifiuti, prediligendo il recupero e la raccolta differenziata.

Durante le riprese la produzione si impegna a rispettare quanto dichiarato e Arpae come ente certificatore verifica che tali criteri siano rispettati. Dopo le riprese l’Agenzia completa l’attività di verifica del rispetto della sostenibilità e, se ha esito positivo, la produzione riceve la certificazione di sostenibilità ambientale Green Film e gli eventuali premi stabiliti.

Maggiori informazioni sul protocollo Green Film possono essere richieste via mail all’indirizzo: greenfilm.emiliaromagna@arpae.it

Vai alla notizia sul portale Cinema dell’Emilia-Romagna

fonte: www.snpambiente.it


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Al cinema arriva ‘Trash’, il cartone animato che ci insegna a vedere i rifiuti… diversamente!




E se fossero i rifiuti stessi a sperare di avere una seconda vita? Se fossero essi stessi a desiderare di raggiungere la “piramide magica”, quella che contrassegna il possibile riciclo di un prodotto? Dal 16 ottobre esce al cinema “Trash” il divertente film d’animazione tutto italiano che mette al centro la vita dei rifiuti e le azioni concrete che possiamo compiere per “fare la differenza”.

Con il sostegno di Corepla, Comieco Carta-cartone, CoreVe vetro, Cial Alluminio e Ricrea Acciaio e la regia di Luca Della Grotta, “Trash” è un “adventure movie”, un cartone animato per i più piccoli che unisce divertimento e mission educativa grazie a un rocambolesco gruppo di “rifiuti”, oggetti ormai dismessi, che vanno alla ricerca di un nuovo scopo che dia un senso alla loro vita.

Col motto “la spazzatura di qualcuno è il tesoro di qualcun altro”, una banda di contenitori di cartone, plastica o vetro vanno dritti verso la loro seconda occasione: il riciclo e il riutilizzo.


“Il tema portante del racconto è la creazione del proprio destino senza mai arrendersi alla sorte avversa, per ottenere una seconda possibilità, quando si è anche disposti a rifiutarla senza rimpianti. Quello che ci ha convinto immediatamente è il punto di vista da cui un tema così complesso è trattato: i rifiuti”, si legge nel comunicato.
La trama

Slim è una scatola di cartone rovinata. Vive in un mercato, con il suo amico Bubbles – una bottiglia da bibita gassata – e altri compagni. Sopravvive nascondendosi dai “risucchiatori”, macchine aspiratutto addette alla pulizia. Rassegnato al suo destino, non crede più in nulla, neanche alla leggenda della “piramide magica”: un luogo mitico in cui è possibile per i rifiuti avere una seconda possibilità, rinascere, essere ancora “portatori”, utili a se stessi e agli altri. La sua vita non è sempre stata così. Una volta era una bella scatola, era un “portatore”. La massima aspirazione per ogni contenitore è proprio quella di contenere qualcosa.

Ma il suo destino cambia quando una notte un imprevisto irrompe nella sua routine sotto forma di una piccola scatola, Spark…

Ecco il trailer: 

Il film sarà nelle sale cinematografiche dal prossimo 16 ottobre.


fonte: https://www.greenme.it

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CinemAmbiente: i vincitori del festival e della cultura ambientale

Si è conclusa in questi giorni l'ultima edizione del festival di CinemAmbiente, un viaggio intorno al globo per esplorare lo stato del Pianeta e le emergenze ecologiche, ma anche le possibili soluzioni al problema ambientale, attraverso i migliori film e documentari ambientali a livello internazionale.















Il 22° Festival CinemAmbiente si è concluso mercoledì 5 giugno con la cerimonia di premiazione dei film vincitori nelle diverse sezioni competitive.

L’affluenza del pubblico si è profilata analoga a quella degli ultimi due anni, attestatasi a 15.000 presenze complessive. La crescita è stata significativa, in particolare, dove sussisteva ancora margine di espansione, ossia nel programma riservato alle Scuole di CinemAmbiente Junior, che, alla sola sua seconda edizione, ha sfiorato le 9mila presenze.
Tra le proposte del Festival rivolte a tutto il pubblico, il più alto indice di gradimento è stato registrato dalla nuova sezione panoramica “Inventing Tomorrow” – dedicata all’esplorazione del nostro possibile futuro alla luce delle nuove conquiste della scienza e della tecnologia o dell’evoluzione di tendenze già in atto, proposta l’anno scorso in forma sperimentale e ampliata in quest’edizione – che ha registrato un costante esaurito a tutte le proiezioni.
«Il nostro pubblico si conferma, nuovamente, molto sensibile al dibattito internazionale in materia di sostenibilità, di nuovi modelli di sviluppo, del mondo che ci aspetta domani: ovvero proprio i temi cari alla Green Generation a cui quest’edizione era dedicata ” – commenta il direttore del Festival Gaetano Capizzi, che esprime “molta soddisfazione per il risultato di quest’anno, e non solo per i numeri. 
In quest’edizione, ancor più che in passato, il Festival è stato quello che auspichiamo possa essere sempre di più in futuro: un crocevia dove si incontrano molteplici voci ed esperienze dell’ambientalismo nazionale e internazionale, dove possono comunicare e collaborare mondi in apparenza lontani. Quest’anno non si è instaurato un contatto solo tra il pubblico e i registi e gli artisti presenti, ma anche tra molti altri soggetti diversi – realtà educative, aziende virtuose, enti e istituzioni – che speriamo possa sempre più dare vita a progetti condivisi, a scelte culturali e politiche coerenti con la tutela e la sostenibilità ambientale» .
I vincitori di questa edizione:
- Premio del pubblico IREN - Main sponsor di CinemAmbiente assegnato a Anthropocene: The Human Epoch di Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier, Edward Burtynsky (Canada 2018, 87’)
- Premio Asja.energy al miglior documentario internazionale assegnato a The Burning Field di Justin Weinrich (USA 2019, 72’) dalla giuria composta da Roberto Della Seta, Richard O’Barry, Fabio Pusterla, Silvana Silvestri, José Vieira Mendes
con la seguente motivazione: 
"Un film che unisce il disastro ecologico di una delle più grandi discariche di rifiuti elettronici al mondo alla normalità quotidiana dell’inferno libera da compiacimenti estetici".
- Premio SMAT al miglior documentario One Hour assegnato a
Messaggi dalla fine del mondo di Matteo Born (Svizzera 2018, 52’) dalla giuria composta da Eroll Bilibani, Anca Caramelea, Patrizia La Trecchia con la seguente motivazione:
"Ad un avvincente viaggio visivo che incoraggia le giovani generazioni a mobilitarsi e a comunicare il cambiamento climatico nel momento in cui succede".
- Premio Ricrea al miglior documentario italiano assegnato a
Il sorriso del gatto di Mario Brenta e Karine De Villers (Italia 2018, 60’)
dalla giuria composta da Marco Fratoddi, Michela Miletto, Enrico Verra con la seguente motivazione:
"Uno sguardo capace d’indagare la complessità del presente e le contraddizioni delle realtà urbane attraverso un utilizzo poetico della cinepresa e del linguaggio cinematografico".
- Premio Barricalla “Stefano Susca” per il miglior cortometraggio internazionale assegnato a
All Inclusive di Corina Schwingruber Ilić (Svizzera 2018, 10’) dalla giuria composta da Heinz Hermanns, Sarah Momesso, Massimiliano Pontillo con la seguente motivazione:
"Un film che in pochi minuti illustra un viaggio da sogno su una nave da crociera, rivelando la vacua realtà del business dell'intrattenimento".

fonte: http://piemonte.checambia.org

Tutte le proposte di CinemAmbiente Junior


















Nell’ambito delle attività di educazione ambientale, il Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (Snpa) patrocina il concorso CinemAmbiente Junior. L’iniziativa è destinata alle scuole di tutta Italia, dalle primarie alle secondarie di secondo grado, con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sui temi ambientali e promuovere comportamenti ecosostenibili stimolando la curiosità, la riflessione e le competenze tecnico-artistiche degli studenti attraverso l’elaborazione creativa e originale di un cortometraggio.
Per partecipare al concorso è possibile consultare il regolamento ed effettuare l’iscrizione sul sito. C’è tempo fino al 31 marzo 2019.
CinemAmbiente Junior oltre al concorso prevede anche un programma di proiezioni video, un seminario dedicato al tema delle ecoscuole e laboratori didattici. Ce lo raccontano Lia Furxhi che si occupa della programmazione della manifestazione e Gaetano Capizzi, ideatore e direttore di CinemAmbiente.


fonte: http://www.snpambiente.it

Accordo Arpa Piemonte e Cinemambiente per la sostenibilità ambientale

Dalle emozioni che suscita la visione di un film alla consapevolezza che le azioni del singolo fanno la differenza anche nella tutela del nostro ambiente.



















Collaborare per la promozione e l’educazione alla sostenibilità attraverso un programma di iniziative da avviare nell’ambito del Festival Internazionale di Cinemambiente e in occasione di eventi collaterali: è questo l’obiettivo dell’accordo triennale di cooperazione, sottoscritto dall’Associazione Cinemambiente e da Arpa Piemonte. A siglare il documento il direttore e ideatore dell’Environmental Film Festival Gaetano Capizzi e il direttore generale di Arpa, Angelo Robotto.
Tra le azioni in cantiere, l’accordo prevede la realizzazione di progetti rivolti al mondo della scuola e del lavoro, il sostegno reciproco nella comunicazione e divulgazione di temi ambientali di attualità e la progettazione di materiali didattici attraverso strumenti audiovisivi con il coinvolgimento diretto dei ragazzi in veste di attori protagonisti e autori.
Il mezzo audiovisivo induce alla riflessione condivisa, al dialogo e al confronto sviluppando sensibilità rispetto al patrimonio ambientale, permette di migliorare le competenze comunicative e di espressione attraverso linguaggi contemporanei che meglio di altri fanno maturare consapevolezza e stimolano al cambiamento.
Gaetano Capizzi ha sottolineato che “convinti che lo strumento audiovisivo sia un mezzo strategico per accrescere cultura e sensibilità ambientali abbiamo realizzato strumenti quali Cinemambiente TV, film per l’educazione ambientale, Cinemambiente Tour e Cinemambiente Junior che vogliamo potenziare con l’accordo con Arpa Piemonte e il Sistema nazionale di protezione dell’ambiente”.
“La collaborazione che avviamo con Cinemambiente” ha osservato il direttore generale Arpa Angelo Robotto “assume anche una valenza più ampia dei confini regionali, sancita dalla concessione del Patrocinio del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA) per favorire in particolare la diffusione del Concorso nazionale per le scuole Cinemambiente Junior”.
“Il connubio film ed esperto funziona perché il video muove emozioni e l’incontro diretto al termine della visione con i professionisti, come i tecnici di Arpa, rispondendo alle domande del pubblico, aiuta ad acquisire strumenti scientifici utili per la lettura della realtà” ha aggiunto Capizzi.
“Sono certo che l’accordo non rimarrà un pezzo di carta ma diverrà parte dell’attività istituzionale come modo ulteriore per avvicinare la scienza al grande pubblico” ha concluso Robotto. “La tutela dell’ambiente non può essere obiettivo delle sole istituzioni ma occorre diventi un’azione corale che deve maturare in tutti noi attraverso la conoscenza dello stato di salute del nostro territorio. Alla condivisione di questa conoscenza Arpa lavora ogni giorno utilizzando tutte le strade possibili e l’accordo con Cinemambiente ne è la prova”.
fonte: http://www.snpambiente.it

CicloCinema, il primo festival di cinema sostenibile

l Festival ideato da due ventenni trentini si svolgerà dal 16 ed il 20 giugno e farà tappa a Riva del Garda, Molveno, Cles, Merano e Bolzano. Sarà l’energia delle pedalate di dieci bici ad alimentare le proiezioni nelle varie città










Bicicletta, borraccia e pop corn: ecco tutto quello che vi servirà per partecipare al Ciclocinema (www.ciclocinema.org), il primo festival di cinema itinerante del Trentino-Alto Adige interamente alimentato dall’energia delle pedalate! Il CicloCinema si svolgerà tra il 16 ed il 20 giugno e farà tappa a Riva del Garda, Molveno, Cles, Merano e Bolzano. L’idea è di un gruppo di ragazzi che ha puntato sulla passione per la bicicletta, per il cinema e per la sostenibilità.
Gli intraprendenti organizzatori del festival, entrambi trentini, sono due giovani appassionati di biciclettaAndrea Bertoldi, che ha 23 anni ed è studente alla Zelig e Federico Bertoldi, ingegnere elettronico di 25 anni. Il team del di CicloCinema percorrerà 40-50 km al giorno e sarà ospitato presso strutture che sostengono il progetto o in sistemazioni come parrocchie o palestre. A bordo delle loro dieci bici i ragazzi del team trasporteranno l’attrezzatura per le proiezioni all’aperto. Gli spettatori, dandosi il cambio su due delle dieci bici, potranno prendere parte al Festival pedalando e rendendo l’evento energicamente autosufficiente. Le dieci bici infatti, agganciate a ciclo-generatori offriranno fino a 1000 watt di potenza, sufficiente per sostenere una proiezione per circa 50 persone.

Si partirà da Trento in direzione di Riva del Garda dove la sera del 16 giugno ci sarà la prima proiezione alla centrale idroelettrica di Wonderful Losers – A different world di Arunas Matelis. Il 17 giugno la ciclabile fino a Castel Toblino porterà alla strada per Ranzo da cui si percorrerà la strada forestale fino al lago di Molveno (43km). Qui, in Piazza San Carlo sarà proiettato Funne – Le ragazze che sognavano il mare di Katia Bernardi. Il 18 giugno si andrà verso la valle di Non scendendo fino a Sporminore per poi risalire la valle fino a Cles. Al Dos di Pez a Cles ci sarà la proiezione di Papà Dario! di Thomas Saglia. Da qui il 19 giugno si salirà per 27 km fino al passo delle Palade per poi arrivare a Merano, luogo della quarta serata (50km). Al Schloss Kallmünz sullo schermo sarà presentato Unfinished Italy di Benoit Felici. Infine si scenderà per scendere lungo la ciclabile che costeggia il fiume Adige per arrivare a Bolzano, tappa finale del ciclo viaggio. Il 20 giugno al parco dei Cappuccini di Bolzano sarà presentato Bar Mario di Stefano Lisci.

fonte: www.rinnovabili.it

Arpa FVG al Festival Cinemambiente Torino




















Nella prossima edizione del Festival Cinemambiente, una delle più importanti realtà sulla cinematografia ambientale, che si svolge  a Torino da oggi 31 maggio al 5 giugno, parteciperà anche Mediatecambiente, il progetto sull’educazione ambientale attraverso l’audiovisivo creato da Arpa FVG – LaREA (Laboratorio Regionale di Educazione Ambientale), nato in collaborazione con il Sistema delle mediateche del Friuli Venezia Giulia.
In particolare, il 4 giugno alle ore 19.30 al Cinema Massimo di Torino, verrà presentato BINARI, l’ultimo documentario sulla mobilità sostenibile, realizzato con la mediateca di Trieste – La Cappella Underground, che è stato selezionato nella categoria documentari italiani.
Inoltre, il 5 giugno alle 9.30 all’Auditorium Quazza – Palazzo Nuovo, Arpa FVG – LaREA presenterà il progetto Mediatecambiente, con particolare attenzione all’attività di produzione video nelle scuole, nell’ambito del Convegno Scuola Cinema e Ambiente, dove saranno presenti varie realtà che nel panorama italiano si occupano di audiovisivo e tematiche ambientali.

Per maggiori informazioni:
Evento presentazione documentario BINARIhttp://cinemambiente.it/movies/binari/
Progetto Mediatecambiente: www.mediatecambiente.it
fonte: https://ambienteinforma-snpa.it

Dentro i veleni della Terra dei Fuochi












I luoghi reali per avere più verità – la zona tra Villa Literno e Baia Verde (Caserta) – una casa colonica abitata da contadini e un piccolo paese intorno, pochi chilometri dove sono tutti in trappola, buoni e cattivi, in quel territorio violato e che si continua a violare. Veleno, il film di Diego Olivares, presentato con applausi e emozione a Venezia 74, evento di chiusura alla Settimana della Critica, in sala dal 14 settembre con Altre Storie, è ispirato alla storia di Arcangelo Pagano, uno dei tanti contadini morti di cancro in quelle Terre dei fuochi contaminate e tossiche dove si continua a morire ancora oggi, più che un eroe un “milite ignoto” come preferisce definirlo il regista. Qui la clip in esclusiva Ansa
Roghi tossici. Oltre mille l’anno secondo i dati della Prefettura di Napoli. Tumori maligni in aumento (14 mila nuovi casi proprio tra la popolazione dell’area a nord di Napoli). Disastri ambientali di cui la Campania detiene il record di reati (dati Ecomafia 2017), oltre 10 al giorno, cioè il 14,7 per cento del territorio nazionale (un affare gestito da 86 clan di camorra). In questo scenario drammaticamente vero si racconta la storia di una coppia, Cosimo (Massimiliano Gallo) e Rosaria (Luisa Ranieri), contadini in quelle campagne avvelenate tra Napoli e Caserta. La discarica in cui il clan locale che nel giovane avvocato Rino (Salvatore Esposito) ha il suo volto presentabile persino alle elezioni è proprio vicino al casale di Cosimo e Rosario e serve per ingrandirsi pure quel terreno atavico. I due rifiutano ogni compromesso, nonostante le minacce, mentre il fratello di Cosimo e sua moglie (Gennaro Di Colandrea e Miriam Candurro) cedono sognando una vita tranquilla in un appartamento di città. A complicare una vita già sotto l’incubo della camorra ci si mette la malattia: un cancro aggressivo causato dal veleno che contamina bestiame, raccolti, acqua. Quel calvario di Cosimo e la determinazione di Rosaria ad andare avanti sono l’esempio delle contraddizioni di una terra abbandonata a se stessa, senza Stato come apertamente si denuncia.























Un film forte, con un cast potente per una storia che volutamente i produttori Gaetano Di Vaio della Bronx Film e Gesco Gruppo di Imprese Sociali mettono in scena senza alcuna censura, senza paura di mostrare la realtà degli affari delle ecomafie. “In questo territorio c’è tanta gente che si oppone, che ha voglia di ribellarsi e ripartire come fa Rosaria-Luisa Ranieri”, dice all’Ansa Salvatore Esposito, il giovane talento conosciuto in tutto il mondo per la serie Gomorra, contattato per nuovi progetti in America e in Francia.

“Lo Stato non c’è, da quando sono emersi gli scandali della Terra dei fuochi ormai dieci anni fa – aggiunge Olivares – niente è cambiato, controlli non ce ne sono. Noi stessi abbiamo girato in una vera discarica proprio a due passi dalla stazione Alta Velocità di Afragola”. Le tesi negazioniste sui terreni avvelenati, le “inaspettate resistenze” sono una sorta di background produttivo, “ma noi non abbiamo fatto un film inchiesta né abbiamo pretese di verità anche se questa storia è verissima. Noi abbiamo raccontato una storia d’amore che è dei due protagonisti ma anche per un territorio, l’amore per la terra che in tanti da quelle parti, impegnati in associazioni, continuano ad avere e che rappresenta l’unico antidoto al veleno, l’unico messaggio di speranza“.
L’idea era di raccontare questa storia “dal basso, facendo emergere l’aspetto umano più che quello criminale”, dice Massimiliano Gallo, uno degli attori italiani più bravi in circolazione (qui a Venezia con altri due film, Gatta Cenerentola e Nato a Casal Di Principe). Luisa Ranieri, la donna coraggio di Veleno (da gennaio al cinema con Ferzan Ozpetek in Napoli Velata), racconta l’emozione e la fatica di “lavorare in una casa vera di contadini in un contesto quotidiano di set privo di scenografie, molto reale, disagi inclusi. È stato un viaggio incredibile in un altro mondo, una bella storia di resistenza“.



fonte: https://comune-info.net

“First reformed” è il film più ecologista della 74° mostra di Venezia

Consegnato al regista Paul Schrader il Green Drop Award 2017. Gisotti: “un grande racconto morale che spiega che non è con gli estremismi che cureremo il mondo”















Due crisi si affrontano nell’ultimo film di Paul Schrader “First reformed”, una spirituale ed una ambientale. La pellicola è uno dei 21 film che hanno competuto per il Leone d’Oro e narra la storia del pastore Toller (Ethan Hawke), profondamente tormentato dopo la morte del  figlio, che lui stesso aveva incoraggiato ad arruolarsi nelle forze armate. La sua fede viene ulteriormente messa alla prova dall’incontro con Michael (Philip Ettinger), ambientalista radicale, e sua moglie Mary (Amanda Seyfried), portando velocemente a risvolti inaspettati.

La particolare visione “ambientalista” che permea First reformed ha convinto la giuria del Green Drop Award 2017 ad assegnargli il titolo di film più ecologista della 74° Mostra del Cinema di Venezia.  “Fra queste opere – ha spiegato Giuliana De Sio assegnando il riconoscimento  – quella che ci è sembrata più significativa, rispondendo alla domanda “cosa possiamo fare?”, è stata un film di grande rigore nella sua scrittura come nella messa in scena, interpretato da attori che non ci fanno dimenticare neppure per un attimo il pericolo per ognuno di noi di lasciarsi trascinare nella disperazione e, con essa, abbracciare la strada della sottomissione o dell’odio.(…) First reformed ci ricorda che l’impegno in prima persona è una scelta, per quanto faticosa e dolorosa, sempre possibile, purché guidata dall’amore”.

Alla notizia del Premio il regista statunitense ha voluto inviare un indirizzo di saluto al #GreenDropAward “Oggi molti film rappresentano i conflitti che tutti noi stiamo vivendo, e in particolare quelli di carattere ambientale. Io nel mio film ho voluto esplorare l’interiorità dell’uomo di fronte a questi problemi. Sono felice quindi che il mio film sia stata insignito di un premio che esalta proprio i valori dell’ecologia e della cooperazione fra i popoli. Abbiamo tutti bisogno di dare una risposta a questo stato di ansietà”.

Il trofeo Green Drop, soffiato dal maestro vetraio di Murano Simone Cenedese, rappresenta una goccia d’acqua che contiene ogni anno un campione di terra proveniente da un Paese diverso. Quest’anno la celebre goccia contiene la terra risalente a circa 66 milioni di anni fa, al limite fra l’era mesozoica e l’era cenozoica, corrispondente al periodo dell’estinzione dei dinosauri.

fonte: www.rinnovabili.it

Dal 31 maggio al 5 giugno 2017 il 20° Festival CinemAmbiente: on line il programma

105 titoli in cartellone in arrivo da tutto il mondo e suddivisi nelle tre sezioni competitive del Festival – Concorso internazionale documentari, Concorso internazionale One Hour, Concorso documentari italiani – e nelle sezioni Panorama e Panorama corti riservate ai film fuori concorso 
















Il Festival CinemAmbiente, la più importante manifestazione cinematografica a tema ambientale in Italia, compie 20 anni e da Torino si espande anche in altre città: a Bologna, in occasione del G7 dell’Ambiente, e a MilanoFirenzeGenova e Brindisi.
105 titoli in cartellone in arrivo da tutto il mondo e suddivisi nelle tre sezioni competitive del Festival – Concorso internazionale documentariConcorso internazionale One Hour, Concorso documentari italiani – e nelle sezioni Panorama e Panorama corti riservate ai film fuori concorso.
Non solo denuncia: il Festival accoglie la nuova tendenza della cinematografia greeninternazionale a soffermarsi sui modelli positivi realizzabili, le buone pratiche, le modificazioni degli stili di vita e dei comportamenti individuali e collettivi in grado di fare la differenza in un futuro prossimo.
L’inaugurazione con Il punto di Luca Mercalli, l’annuale “rapporto” sullo stato di salute del pianeta stilato dal noto meteorologo per il pubblico del Festival, e con il film The Age of Consequences, sui cambiamenti climatici come cause delle grandi emergenze internazionali: guerre, migrazioni, terrorismo.


Dal 31 maggio al 5 giugno 2017 il 20° Festival CinemAmbiente: on line il programmaTra i tanti temi dei film in concorso: la Terra ormai al punto di rottura (Frágil Equilibrio ispirato daJosé MujicaFootprint, Thank You for the Rain, Nahui Ollin-Sol de Movimiento), il land grabbing (Silent LandRise - Red Power), i cambiamenti del mondo del lavoro nell’epoca dell’iper-consumo (Machines), l’inquinamento del suolo e delle acque (Holy (un)Holy River), il flagello inarrestabile della plastica (Plastic ChinaOcéans, le mystère plastique)…
Le soluzioni possibili per un futuro sostenibile negli Ecotalk del Festival: si parlerà di Transition Towns e di just transition in un convegno organizzato con il Centro internazionale di formazione dell’OIL-Organizzazione internazionale del lavoro (ONU), di green society nell’ambito della presentazione del rapporto annuale di Legambiente, di paradossi, business e prospettive dell’agricoltura (soprattutto contadina) nel dibattito Terra nostra.
Gli animali minacciati grandi protagonisti del Festival: nel film Lion Ark, presentato in anteprima a sostegno della campagna LAV-Lega antivivisezione #unbelpassoavanti per la dismissione degli animali dei circhi, in Naledi, storia di un’elefantina rimasta orfana, occasione per parlare delle campagne internazionali contro il bracconaggio finalizzato al commercio di avorio.
Anche la Mole Antonelliana spettacolarmente mobilitata in difesa della biodiversità e dell’ambiente: durante il Festival, per l’evento Visioni della sesta estinzione (in collaborazione con il Museo Regionale di Scienze Naturali), le immagini dei vertebrati a massimo rischio inclusi nella Lista Rossa dell’IUCN appariranno sulle pareti dell’edificio-simbolo di Torino, che il 5 giugno si “vestirà” anche di verde in occasione del WED Green Lighting indetto dall’Environment Programme dell’ONU per la Giornata mondiale dell’ambiente 2017#Connecting with Nature.
La Vallée des loups film di chiusura del Festival: la storia del sogno realizzato di vivere in mezzo ai lupi firmata dal regista e documentarista francese Jean-Michel Bertrand, vincitore del Premio Movies Save the Planet, il riconoscimento che il Festival assegna ogni anno a un autore la cui filmografia si è distinta continuativamente nell’ambito della cinematografia ambientale.

Il premio letterario Le Ghiande – riconoscimento dedicato dal Festival a un autore che abbia radicato il tema ambientale nel complesso della sua opera — è assegnato in quest’edizione allo scrittore Matteo Righetto



Programma 20° CinemAmbiente [0,43 MB]

fonte: www.ecodallecitta.it

Non solo Cinepanettoni: in anteprima web LOVECYCLE, il corto d'autore di Natale firmato Conai | Video

Debutta oggi sul web il "corto d'autore" Conai di Natale. Da giovedì, in 1.790 cinema di tutta Italia. Un set realizzato artigianalmente, con protagonisti veri oggetti nati dal riciclo














Debutta oggi il cortometraggio di CONAI che racconta il riciclo dei rifiuti di imballaggio in un modo nuovo ed emozionante, richiamando lo stile e lo storytelling dei grandi classici dell’animazione, come Toy StoryNightmare before Christmas e Coraline e la porta magica.
Promosso da CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) e realizzato dallo studio Dadomani con la tecnica dello stop motionLoveCycle narra la storia di sei protagonisti (una pinzetta, una caffettiera, un libro, una cassettiera, un paio di occhiali e una bottiglia) che tornano a casa dei genitori-imballaggi in occasione delle vacanze di Natale.
LoveCycle ribalta l’approccio classico sul riciclo, che si focalizza sui rifiuti di imballaggio, per concentrarsi sui prodotti che nascono da questo processo, sei personaggi fantastici protagonisti di un lungo viaggio alla ricerca dei loro “genitori naturali”, gli imballaggi in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro.
Il viaggio simboleggia l’insieme delle attività e degli utilizzi dei prodotti durante il loro ciclo di vita, e termina con l’incontro gioioso tra genitori e figli, che sfuma sulla panoramica di un’intera cittadina, magica e incantata, fatta di imballaggi e prodotti generati da materia riciclata, ribattezzataConai Town.
Il set è stato realizzato fisicamente, in maniera artigianale, con l’utilizzo di materiali riciclati e a loro volta pienamente riciclabili.
Il video è on-line da oggi sui profili social di CONAI – su FacebookTwitter e Youtube – mentre da giovedì 15 dicembre fino al 1° gennaio il trailer di LoveCycle sarà distribuito in 1.790 sale cinematografiche del circuito RAI – Moviemedia in tutta Italia.
"LoveCycle" è stato ideato da J. Walter Thompson e realizzato dalla casa di produzione Dadomani. La regia è di Francesco De Meo, la direzione creativa di Dario Agnello.



fonte: http://www.ecodallecitta.it

Di set in set, quando cinema e tv scelgono il riuso

Non è un paese per vecchi
Se, guardando un vecchio film o un episodio della nostra serie tv preferita, dovessimo imbatterci in un particolare già visto prima, potrebbe non trattarsi di un semplice déjà vu.
Dai più semplici oggetti di scena ai costumi più pomposi, passando per interi set cinematografici, il mondo del piccolo e del grande schermo sembra prestare grande attenzione alla cultura del riuso. Nonostante budget da capogiro, infatti, autori e scenografi conoscono molto bene il valore delle cose e l’importanza di dar loro una nuova vita.
Anche sotto i riflettori, dunque, vale la regola del “non si butta via niente”, e sono tantissimi gli oggetti che nel corso degli anni sono passati da un set all’altro. Una vera staffetta del risparmio attraverso cui ottimizzare al meglio le risorse a disposizione.
Celebre e paradigmatico è il caso di un quotidiano che sembra essere davvero onnipresente. Si tratta di un giornale fittizio, realizzato negli anni ’60 dalla società The Earl Hays Press, che nell’arco della sua longeva carriera è stato letto e riletto dai protagonisti dei successi più disparati, tra cui il film “Non è un paese per vecchi” e le serie tv “Dallas”, “Mad Men”, “Scrubs”, “Streghe”, “Modern Family” e “Desperate Housewives”.
Il quotidiano della The Earl Hays Press in “Scrubs”
Il quotidiano della The Earl Hays Press in “Scrubs”
Altri esempi di riutilizzo hollywoodiano non possono sfuggire agli spettatori più attenti. In “Kill Bill”, durante il memorabile duello al ristorante tra Uma Thurman e Lucy Liu, le spade utilizzate sono le stesse maneggiate qualche anno dopo da Devon Aoki in “Sin City”.
Allo stesso modo, ritroviamo il futuristico marchingegno di “Ghostbusters” nei film “Essi Vivono” e “Cose dell’altro mondo”, o il jet di “True Lies” in “The Avengers”. La vasca da cui nasce il protagonista del “Rocky Horror Picture Show” non è altro che un oggetto di scena recuperato dal set di “La vendetta di Frankenstein”, così come l’idolo d’oro di “Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta” è lo stesso che riappare nel film “The Majestic”.
Anche un cult come “Via col vento” può essere annoverato tra le pellicole attente al riutilizzo. I rottami della famosa scena dell’incendio di Atlanta provengono direttamente dai set di “King Kong” del 1933 e de “Il Giardino di Allah” del 1936.
Il Quality Cafè in “Old School” e “500 giorni insieme”
Il Quality Cafè in “Old School” e “500 giorni insieme”
Talvolta le produzioni scelgono di riciclare interi set, come tradizionalmente accadeva negli studios in cui le grandi ambientazioni create per i kolossal venivano sfruttare appieno per la realizzazione dei cosiddetti b-movie.
Tale pratica è tutt’altro che superata. Il Quality Cafè del film “Mr. And Mrs. Smith”, con Brad Pitt e Angelina Jolie, è proprio lo stesso locale che ritroviamo in “Se7en”, “Fuori in 60 secondi”, “Prova a prendermi” e “Training Day”. In “Old School” e “500 giorni insieme”, ad essere ‘riutilizzata’ è persino la stessa angolazione della cinepresa.
Un altro dei set più riproposti è la Munsters House, una costruzione divenuta famosa negli anni ’60 grazie alla serie tv “I Mostri” e che, nel corso del tempo, ha fatto diverse comparsate in serie come “L’incredibile Hulk”, “La signora in giallo” e “Desperate Housewives”.
Il cappotto di Kate Winslet in “Titanic” indossato da Alexis Bledel in “Tuck Everlasting – Vivere per sempre”
Il cappotto di Kate Winslet in “Titanic” indossato da Alexis Bledel in “Tuck Everlasting – Vivere per sempre”
Le buone pratiche di riutilizzo sono un must anche per il settore costumi, e chi crede che le attrici di Hollywood si rifiutino di riciclare gli abiti delle colleghe si sbaglia di grosso. Tra i capi di abbigliamento riproposti c’è il celebre cappotto di Kate Winslet in “Titanic”, riadattato e indossato qualche anno dopo da Alexis Bledel sul set di “Tuck Everlasting – Vivere per sempre”. Innumerevoli sono i casi di riuso da parte di Maggie Smith e dell’intero cast di “Downton Abbey”, dall’abito di seta blu indossato da Uma Thurman in “The Golden Bowl” al vestito rosso di Catherine Zeta-Jones in “Houdini – L’ultimo mago”.
Che si tratti di un giornale o di uno sfarzoso abito da sera, il mondo dello spettacolo si dimostra sempre pronto a dare il buon esempio in fatto di riutilizzo e di recupero. Un’abitudine nobile che non passa inosservata agli occhi delle fandom. Sono diversi i blog e i forum che si divertono ad individuare e segnalare questi affascinanti Easter eggs, aggiornando l’elenco di chi si fa portatore di un messaggio importante che ci insegna a non sprecare e a dare alle cose nuove opportunità.

fonte: http://www.menorifiuti.org