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Oceano e clima, dieci murales per la tutela degli ecosistemi marini

 

Da Milano a Bari, passando per Chioggia, Marina di Ravenna, Firenze, Malfa e Golfo Aranci: dieci opere di street art hanno inaugurato una campagna di comunicazione a supporto di mari ed oceani del Pianeta. Un primo passo verso un Mar Mediterraneo sempre più protetto.


Ancora una volta, l’arte diviene protagonista nella comunicazione ambientale. In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani dell’8 giugno, l’onlus Worldrise ha svelato i 10 murales frutto del progetto ‘Oceano e Clima’. Da Nord a Sud, le dieci opere sono state realizzate in tutta Italia con vernici ecologiche, ma la vera novità in termini comunicativi è che ogni singolo murales è stato associato a un talk divulgativo finalizzato a sensibilizzare riguardo il ruolo della tutela dell’ambiente marino nel fronteggiare la crisi climatica. Dalla fauna tipica al rapporto indissolubile uomo-oceano, le opere raffigurano le bellezze del mondo marino e altre forme evocative in grado di suscitare interesse e far riflettere. 


Alcuni esempi dei murales della campagna. Qui tutte le foto: Oceano e Clima


L’iniziativa si colloca all’interno della campagna 30×30 nata per puntare i riflettori sull’importanza degli ecosistemi marini del Pianeta. “Il mare – scrivono i promotori nella sezione “conoscenza” – genera tra il 50 e l’80% dell’ossigeno che respiriamo, rappresentando il polmone blu del nostro Pianeta, e assorbe un terzo del biossido di carbonio (CO₂) emesso nell’atmosfera”. Questo prezioso comparto della Terra è però in pericolo, ricordano nella sezione “consapevolezza” dove suggeriscono diverse sfide necessarie da affrontare per salvaguardarlo. Ma le potenziali soluzioni non mancano: nella sezione “rispetto”, infatti, sono diverse le possibilità elencate che potremmo adottare per proteggere mari ed oceani del Pianeta. A partire dalle Aree Marine Protette. L’iniziativa, non a caso, contribuisce ad uno sforzo internazionale indirizzato alla protezione di almeno il 30% dell’oceano entro il 2030. “La campagna – scrive Worldrise – punta ad applicare questo target nelle acque italiane, un obiettivo tanto grande quanto necessario a garantire la funzionalità e produttività del Mare nostrum, il Mar Mediterraneo”.

Una campagna a 360 gradi, ben fatta in termini grafici ed esaustiva a livello di contenuti. Promossa da un video dal forte impatto emotivo e corredata di tutte le informazioni utili per facilitare, anche a chi privo di un background scientifico, la comprensione dell’importanza dei nostri mari, nonché per capirne le problematiche e, di conseguenza, trovare il coraggio di agire. Inoltre, ha una marcia in più: non che il solo fine di sensibilizzare sia meno nobile, tuttavia, rispetto ad altre campagne, 30×30 si prefigge di dare seguito a degli obiettivi ecologici indispensabili, quali quelli stabiliti dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), oltreché ai nuovi target del Global Biodiversity Framework e della Eu biodiversity strategy.




fonte: www.envi.info


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Nascono “I Lunedati”

Nell’ambito del progetto “Leggere i dati e farne buon uso” una rubrica sui canali social con infografiche su ambiente e sostenibilità



Inaugurata lunedì 19 aprile “I Lunedati”, la rubrica che aprirà ogni settimana i profili social di Educazione alla Sostenibilità, presentando le infografiche realizzate e rese disponibili dai servizi informativi di Arpae in collaborazione con le diverse strutture dell’Agenzia. E, per l’occasione, alle pagine Facebook e Linkedin, si affiancherà anche il nuovo profilo Instagram di Educazione alla Sostenibilità.

Saranno proprio i canali social lo spazio privilegiato per veicolare periodicamente “I Lunedati”. Le infografiche, che potranno avere a corredo altri elementi come report, videopillole o contenuti di altro tipo, verranno messe a disposizione di scuole, organizzazioni professionali e civiche, imprese e, più in generale, di cittadinanza e comunità. La rubrica si rivolge infatti a tutti coloro che da un lato sono interessati ad accrescere la propria consapevolezza su possibilità e limiti dei nostri sistemi ambientali, sociali ed economici, e dall’altro possono contribuire attivamente alla costruzione dei possibili scenari sostenibili.

L’iniziativa rientra nel progetto “Leggere i dati e farne buon uso”, che mira a fornire conoscenze e strumenti per una migliore interpretazione, accurata sotto il profilo scientifico e più comprensibile mediante un linguaggio grafico-divulgativo, dell’ambiente, delle sue caratteristiche e della sua evoluzione. Laddove il ”buon uso” significa soprattutto l’adozione di nuovi comportamenti con metodi e strumenti educativi, formativi e partecipativi, e l’empowerment individuale e di e comunità per migliorare le politiche e prevenire i rischi ambientali.

Questa la pagina del progetto, aperto ai contributi e alla partecipazione concreta di addetti ai lavori (e non).
Qui le video pillole su infografiche e report.
Questi i collegamenti ai canali social del CTR Educazione alla Sostenibilità:


alla pagina Facebook
alla pagina Linkedin
al neonato profilo Instagram

fonte: www.snpambiente.it/


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L'Alta Francia, dove la transizione ecologica funziona

Università Zero Carbonio, fotovoltaico sui tetti degli asili nido, scuole per i nuovi mestieri green



Nel Governo guidato da un Draghi che proclama l’importanza non solo di “una buona moneta”, ma anche di “un buon pianeta”, il tema della transizione ecologica è inaspettatamente diventato di grande attualità politica. Ma pochi sanno che l’idea di un ministero della Transizione ecologica viene da lontano, e precisamente dalla Regione francese del Nord Pas de Calais, oggi Hauts-de-France.

Era il 2012. Jeremy Rifkin aveva incontrato al Comitato delle regioni, a Bruxelles, Claude Lenglet, un ingegnere che a Meudon, nei sobborghi di Parigi, aveva progettato il primo edificio francese che produceva più energia di quanta ne consumava per la multinazionale delle costruzioni Bouygues. E’ un edificio da 25.000 metri quadrati che consuma 62 chilowattora annui per metro quadro e ne produce 64. Lenglet era stato nominato responsabile delle politiche ambientali della regione del Nord Pas de Calais, e disse a Rifkin che Daniel Percheron, presidente della Regione del Nord Pas de Calais, voleva incontrarlo.

L’intesa fra i due fu totale. Fu concordato un Master Plan per la “transizione ecologica a una economia di Terza Rivoluzione Industriale”, un nuovo modello economico attento alle leggi della termodinamica e rispettoso degli ecosistemi locali e globali.

Nel workshop iniziale di 4 giorni che si tenne nella capitale Lilla, gli esperti locali si incontrarono con gli esperti internazionali della task force guidata dallo stesso Rifkin per progettare una trasformazione economica radicale verso una economia di Terza Rivoluzione Industriale. Un processo basato su un mix di innovazioni: un sistema energetico distribuito costituito da migliaia di piccoli impianti di energia rinnovabile con tecnologie dell’idrogeno; la prima comunità dell’energia secondo i principi esposti dal pro rettore della Sapienza Livio de Santoli; un modello di consumi ispirato ai principi dell’economia circolare in cui il concetto di rifiuto non esiste più. Infine si prevedeva anche un radicale processo di reindustrializzazione basato sul modello delle stampanti 3D e la manifattura additiva, e una nuova sharing economy (chiamata “Economie de la fonctionnalité”) per dare massima efficienza alla produzione di beni e servizi.

Per la regione Nord Pas de Calais non si trattava di una impresa da poco perché era stata la culla del modello tradizionale basato sulla seconda rivoluzione industriale e sui fossili, con i suoi bacini carboniferi, le sue acciaierie e le sue grandi fabbriche automobilistiche.

Per raggiungere questi obiettivi era necessario creare una cabina di regia unica che potesse coordinare le politiche energetiche, ambientali, alimentari, agricole, industriali, commerciali e sociali prima disperse in una pletora di dipartimenti e assessorati diversi. Per questo Rifkin propose un nuovo sistema di governance con la creazione di un Assessorato alla Terza Rivoluzione Industriale e alla Transizione Ecologica che venne affidato proprio a Claude Lenglet. L’Assessorato aveva una dotazione di 200 miliardi di euro da investire in un arco di tempo lungo: fino al 2050.

Si trattava di un investimento che secondo il Master Plan avrebbe comportato risparmi energetici ed economici, per lo stesso periodo, di 320 miliardi, con un saldo attivo di 120 miliardi. Lo scenario convenzionale che continuava a mantenere la dipendenza dalle fonti fossili, avrebbe invece comportato una spesa netta al 2050 di minimo 400 miliardi di euro senza alcun ritorno. Anche il saldo occupazionale al 2050 era positivo: nello scenario di transizione, si prevedeva un saldo netto positivo di 165.000 posti di lavoro, nello scenario fossile il saldo era negativo, e cioè si perdevano 102.000 posti di lavoro.

Dopo la fusione amministrativa fra il Nord Pas de Calais e la Picardia, che diede luogo a una nuova regione da 7 milioni di abitanti chiamata Hauts de France, il Master Plan venne esteso alla nuova entità amministrativa e la Transizione ecologica venne trasferita dall’assessorato a una vicepresidenza regionale che venne affidata al numero due della Regione.

A quel punto Ségolène Royale (in procinto di diventare ministro dell’Ambiente), dopo un lungo colloquio con Rifkin, decise di sposare il progetto trasferendolo sul piano nazionale. Nacque così il ministero all’Ecologia, che concentrava le competenze di sviluppo economico, energia, trasporti, ambiente ed edilizia popolare e si diede l’obiettivo di elaborare e far approvare quanto prima una legge per la transizione ecologica e la crescita verde

Vennero aggiunte le competenze relative all’economia circolare, alla digitalizzazione e all’economia della condivisione. A quel punto il ministero venne ridenominato “ministero per la Transizione ecologica” e fu riconfermato in tutte le successive amministrazioni e oggi, nell’amministrazione Macron è guidato una ministra di origine italiana, Barbara Pompili.

Ma nel frattempo l’esperimento è andato avanti nella Regione Nord – Pas de Calais / Hauts de France a vari livelli. Il primo sono i nuovi modelli finanziari green che possono essere sostenuti direttamente dai cittadini. Ad esempio la regione ha promosso l’azionariato diffuso dalla sua pagina web con la start up innovativa Cow Funding che ha già finanziato progetti come il bike sharing elettrico, l’acqua in bottiglia di plastica con vuoto riutilizzabile, il fotovoltaico sui tetti degli asili nido.

Il secondo riguarda le nuove figure professionali richieste dalla transizione ecologica (esperti di idrogeno, smart grid, economia circolare, sharing economy). A Lilla è nata la Scuola di Formazione della Terza Rivoluzione Industriale, i cui locali sono stati ricavati in una ex fabbrica. Il Centro Specialistico ha preso il nome di Università Zero Carbonio. La più grande università della regione, l’Université Catholique de Lille, è già impegnata su questo fronte.

Il terzo livello è l’educazione all’economia circolare basata su campagne di comunicazione che sono all’ordine del giorno in Francia e di cui in Italia non si vede neanche l’ombra.

fonte: www.huffingtonpost.it


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Micropolis: il Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero di Anna Rita Guarducci

 


fonte: Micropolis

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Robidone, il robot che insegna la raccolta differenziata a Italia’s Got Talent

 




Questa sera possiamo dirlo, un #Robot​ ci ha effettivamente fatto comprendere tutti i nostri sbagli. Almeno, lo ha fatto sulla raccolta differenziata. Dopo la sua performance non abbiamo più scuse, non sono ammessi errori. I #Giudici​ di #IGT​ hanno apprezzato l’idea, per lui 4 si.  

Italia's Got Talent


https://www.robidone.com


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RICREA: i proverbi sul riciclo dell’acciaio prendono forma nelle scuole italiane di tutto il mondo

Dall'Asia all’Africa, fino al Sud America, il progetto promosso da RICREA si estende alle scuole italiane estere, per insegnare agli alunni la cultura della lingua italiana e l’importanza della corretta raccolta differenziata e riciclo degli imballaggi in acciaio




Tutto il mondo è paese”: questo noto proverbio insegna che alcuni comportamenti umani e certe dinamiche sociali si trovano dappertutto. Così come dovrebbe essere per la cultura della sostenibilità e l’attenzione all’ambiente.

Proprio i proverbi, e l’importanza della raccolta differenziata e del riciclo, sono al centro del progetto educativo per le scuole primarie Ambarabà Ricicloclò, promosso da RICREA, il Consorzio Nazionale senza scopo di lucro per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Acciaio, per far scoprire ai più piccoli, giocando con la lingua italiana, l’importanza di una corretta raccolta differenziata.

Ideato e realizzato insieme alla rivista Andersen, il mensile italiano di informazione sui libri per ragazzi e la cultura dell’infanzia con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente, Ambarabà Ricicloclò giunge quest’anno alla sua ottava edizione e per la prima volta coinvolgerà anche le scuole italiane presenti all’estero grazie alla collaborazione con la Direzione Generale per la promozione del sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Alle 120 scuole italiane che hanno già aderito all’iniziativa nazionale potranno quindi aggiungersi le scuole italiane presenti in 27 Paesi del mondo, dall’Etiopia all’Argentina, dalla Cina agli Stati Uniti passando per la Grecia e la Spagna.

«Per noi è un importante traguardo: con la nuova sezione RICREA Edu Mondo portiamo per la prima volta le nostre attività educational fuori dai confini nazionali» ha dichiarato Domenico Rinaldini presidente del Consorzio RICREA «Siamo felici di poter dare un nostro contributo per diffondere la cultura italiana nel mondo, migliorando la conoscenza della lingua e delle buone pratiche nei confronti dell’ambiente con l’obiettivo di rendere le nuove generazioni sempre più consapevoli dell’importanza del recupero e del riciclo degli imballaggi in acciaio quali barattoli, scatolette, latte, fusti, tappi e bombolette».



«Unire sensibilità ambientale, attenzione ai giovani e promozione della lingua italiana è una strategia culturale che condividiamo» ha commentato Roberto Vellano, Direttore centrale per la promozione della cultura e della lingua italiana al Ministero degli esteri. «Non a caso tra le nostre iniziative c’è anche una mostra multimediale, Trash, dedicata proprio al tema del riciclo, che sta viaggiando tra gli Istituti italiani di Cultura. Ci auguriamo che il concorso di RICREA abbia successo tra gli studenti della nostra rete».

Con Ambarabà Ricicloclò RICREA invita le classi delle scuole primarie a giocare creativamente con le parole della lingua italiana. Proprio i più giovani, infatti, si sono rivelati i più attenti al tema della raccolta differenziata e dell’avvio al riciclo degli imballaggi in acciaio che, una volta usati, possono essere riciclati all’infinito e tornare a nuova vita. Quest’anno i ragazzi saranno stimolati a comporre dei proverbi, pillole di saggezza per eccellenza.

Le scuole primarie italiane presenti all’estero potranno iscriversi fino a venerdì 26 marzo e un massimo di quattro proverbi dovranno essere inviati entro il 30 aprile. Per le scuole nazionali invece le iscrizioni all’edizione di quest’anno sono già concluse.

Sia per l’edizione nazionale che per l’edizione internazionale una giuria designerà le classi vincitrici, e la premiazione si svolgerà in occasione della quarantesima edizione del Premio Andersen.

fonte: www.ecodallecitta.it

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Edizione speciale di CinemAmbiente Junior aperta a tutta Italia

 

I FRIDAYS DI CINEMAMBIENTE JUNIOR

Proiezioni e incontri online per le scuole
(29 gennaio – 15 aprile 2021)

Il 23° Festival CinemAmbiente completa nel nuovo anno la sua attività proponendo dal 29 gennaio al 15 aprile 2021 l’ormai consueta rassegna di film e incontri a tema ambientale dedicati alle scuole.

In genere antecedente al Festival, ma posticipato a causa della pandemia, CinemAmbiente Junior si presenta quest’anno con un’edizione speciale che si svolge interamente online ed è quindi aperta al pubblico scolastico dell’intero territorio nazionale.Il cartellonecinematografico si articola in dieci proiezioni, ad accesso gratuito, che saranno disponibili, dietro prenotazione, su diverse piattaforme raggiungibili attraverso il sito del Festival www.cinemambiente.it.

Rivolti alle Scuole dei diversi ordini e gradi, i film si succederanno a cadenza settimanale, in concomitanza con i Fridays for Future, le giornate di mobilitazione scolastica dedicate all’ambiente.
Ogni venerdì alle ore 9.00 verrà proposto un nuovo titolo seguito dall’intervento di un esperto che dialogherà (sulla piattaforma Zoom) con il giovanissimo pubblico presente alla prima proiezione.
Il film e la registrazione dell’incontro rimarranno disponibili per la visione dalla prima proiezione per un’intera settimana.

Organizzata dall’Associazione Cinemambiente in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da MiBACT e MI, la rassegna si propone non solo come utile strumento di educazione ambientale, modellato con l’edizione online sulle attuali esigenze della didattica a distanza, ma anche come concreto complemento dei programmi scolastici. In particolare, le proiezioni proposte possono offrire spunti e contenuti specifici per l’insegnamento di educazione civica che, diventata da quest’anno materia con voto dedicato e obbligatoria in tutti i gradi d’istruzione, contempla come sua specifica area tematica anche quella dello sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Organizzata con la collaborazione di enti e associazioni che figurano tra i più importanti attori nazionali e locali impegnati nella tutela dell’ambiente e del territorio – Legambiente, WWF Italia, Slow Food, Società Meteorologica Italiana, Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, Arpa Piemonte, Casa Comune, Achab Group e Eduiren – e che mettono a disposizione le competenze dei loro esperti e studiosi negli incontri successivi alle proiezioni, la rassegna affronta svariati temi green con film diversificati secondo l’età scolastica.

Info e prenotazioni

Le proiezioni sono gratuite previa prenotazione obbligatoria. Alle classi prenotate verrà comunicata una password con cui sarà possibile accedere alla proiezione in qualunque momento nell’arco della programmazione settimanale del film prescelto.

Posti disponibili per ciascun film 1000.

Consulta il programma

Per informazioni e prenotazioni: junior@cinemambiente.it

fonte: https://www.snpambiente.it


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ScartOff, l’ecobottega artigianale di comunità. “Dai rifiuti ricaviamo bellezza”

Dal 2013 il laboratorio artigianale coinvolge cittadini, artigiani e imprese nella sfida di trovare una nuova vita ai materiali di scarto attraverso il design e la creatività. La sua ideatrice, Michela Raciola, racconta la genesi di un progetto giovane e che guarda al futuro: "Tutto nasce in Serbia"



“Dar valore alla pratica del riuso prima del riciclo” è il principio da cui, nella mente di Michela Rociola, muove i primi passi l’idea di un’ecobottega. Passi fatti su una strada, che parte da una discarica in Serbia e arriva a Barletta. È quella dell’upcycling, che unisce valore artistico e funzionalità attraverso il design ecosostenibile. Michela la intravede dopo una laurea in scenografia e un master in progettazione sostenibile.

“L’ho scelta – racconta – per sentirmi più utile dopo un’esperienza importante sia dal punto di vista umano che ambientale. Sono stata selezionata per un progetto di gemellaggio tra l’Accademia delle Belle Arti di Firenze e quella di Belgrado. Per sei mesi abbiamo lavorato in una discarica a cielo aperto con lo scopo di far uscire bellezza da quel cumulo di rifiuti. Quella è stata la mia prima sfida nell’economia circolare. Un conto è quando lo ascolti dai racconti, un altro quanto lo tocchi con mano”. Così è scattata in Serbia la scintilla che ha dato vita all’associazione culturale ScartOff e alla prima ecobottega di artigianato e riuso creativo in Puglia.

Designer e artigiani per la riduzione dei rifiuti

Niente più scarti perché sono risorse: si evince già dal nome, ScartOff, che apre i battenti a Barletta nel 2013. Il recupero dei sottoprodotti e degli oggetti in disuso attraverso la progettazione creativa fanno di questo laboratorio – censito nell’Atlante Italiano dell’Economia Circolare – un chiaro esempio di economia circolare e rigenerativa che unisce le vecchie tecniche artigianali in via di estinzione al valore ambientale intrinseco alle pratiche di upcycling. Un riconoscimento che, ancora prima, arriva per il progetto Ri_fatti non parole, vincitore nel 2012 del bando della regione Puglia Principi Attivi, con cui Michela Rociola, presidente dell’associazione, ha richiamato artigiani, designers, makers e creativi del territorio che si riconoscono nei suoi stessi principi.

Inizia così la produzione di gadget personalizzabili, accessori, complementi d’arredo e allestimenti con materiali di scarto – legno, alluminio, tessuti, plexiglass, pannelli plastici, PVC in fogli, ceramiche, gomma, sughero, sacchi di iuta provenienti dalle torrefazioni e tutto ciò che si presta per essere recuperato – organizzati in 15 settori nel magazzino dietro il negozio. Come spiega Michela “ci lega la passione per l’artigianato, i lavori manuali e la voglia di votare la nostra esperienza professionale alla conservazione dell’ambiente. Il laboratorio è uno spazio sempre aperto a chi vuole condividere idee, competenze e strumenti o esporre le proprie creazioni”.

Un laboratorio di comunità

Alla produzione si affianca la necessità di farsi conoscere e far comprendere un modello produttivo e di progettazione sostenibile, che si ispira all’economia circolare e mira alla riduzione dei rifiuti per il benessere collettivo. Con questa consapevolezza il gruppo di creativi ha avviato da subito un’azione di coinvolgimento dei concittadini, che è passata nelle scuole e nelle piazze.

“Inizialmente è stato difficile far capire che ScartOff non era un mercatino dell’usato ma un posto in cui le cose vengono trasformate e reinventate per dargli una vita nuova” racconta la presidente dell’associazione. Un vecchio vinile, disco rotto, che diventa un orologio per battere un tempo nuovo. Pneumatici dismessi si trasformano in pezzi di arredamento foderato con ritagli di stoffe variopinte. “Di volta in volta abbiamo spiegato come nasce un oggetto all’interno di queste mura, e il dubbio di fronte alla novità si è trasformato in curiosità – prosegue – C’è stata anche una campagna, attraverso una tessera di raccolta punti, ecopunti, per invitare le persone a portare in laboratorio ciò che non usano più”.

Oggi, dopo sette anni, la relazione è consolidata, “molti cittadini hanno accolto anche l’idea di fare formazione dentro l’ecobottega e tanti, prima di buttare qualcosa, ci fanno la stessa domanda: questo vi può servire?” afferma con orgoglio la giovane designer. L’associazione è un filo rosso che, con le sue iniziative, ha attraversato tutta la città raggiungendo circa 50.000 persone.

I numeri del recupero

Nel 2018 si aggiunge un tassello chiave per la mission di ScartOff, il coinvolgimento delle imprese, “grazie alla Camera di Commercio, abbiamo avuto l’opportunità di entrare nell’elenco sottoprodotti come utilizzatori, ovvero un ente che può recuperare gli scarti e gli sfridi delle imprese prima che vengano classificati come rifiuti. Ancora oggi siamo gli unici nella provincia di Barletta-Andria-Trani (BAT)” spiega l’ideatrice di ScartOff. Un percorso passato per la mappatura delle imprese manifatturiere e che, messo a sistema, ha portato alla collaborazione con circa 20 imprese e a un recupero costante dei materiali di scarto, fino ad arrivare a circa 6 tonnellate all’anno. Un peso importante non solo per l’ambiente ma anche per le aziende che così possono evitare i costi di smaltimento.

L’educazione al riuso e il progetto Loop

Le attività di ScartOff vanno oltre la produzione. Ogni anno vengono realizzati laboratori di educazione ambientale che coinvolgono scuole e altre realtà della città o dedicati alla valorizzazione del talento creativo di soggetti con disabilità. Non mancano i percorsi di formazione per chi vuole imparare il riuso fai da te o per studenti che si incamminano sulla strada dell’eco-design.

Ridurre la produzione dei rifiuti coinvolgendo le nuove generazioni è uno degli obiettivi dell’associazione. E la partnership con le realtà pubbliche e private è stato il trampolino di lancio per partecipare al bando B Circular, fight climate change! – 2 NoPlanetB con il progetto Loop: un circuito virtuoso che porta i progetti di educazione per gli studenti ad avere una ricaduta pratica.

“Loop è stato l’unico selezionato per la Puglia – racconta ancora Rociola – Lo abbiamo realizzato insieme a due partner: l’istituto di istruzione secondaria superiore ‘N. Garrone’ e l’azienda Fabbrica 42, entrambi di Barletta, e con il supporto di Fondazione Con il Sud, Fondazione punto.sud e European Commission – Development & Cooperation – EuropeAid. Abbiamo coinvolto 40 studenti e studentesse dell’indirizzo di grafica e design. Seguendo le linee guida per la realizzazione di oggetti con caratteristiche rispondenti al modello circolare – allungamento alla vita del prodotto, riciclabilità e monomatericità – la classe di design ha progettato gadget ecosostenibili con gli sfridi delle trenta aziende della provincia BAT che hanno aderito all’iniziativa. L’altra anima di Loop è la campagna di sensibilizzazione ideata dalla classe di grafica. I ragazzi e le ragazze hanno elaborato un contest per fotografi, artisti e designer, e una guida al riuso, ricca di consigli e giochi didattici. La campagna si è poi conclusa con un’azione di guerrilla marketing: sotto il palazzo del Comune è stata esposta una clessidra alta tre metri con dentro un mondo che si sgretola diventando rifiuto. Vederli parlare alla città attraverso l’arte e la creatività e spiegare ai passanti incuriositi quale fosse il messaggio di quella installazione è stato coinvolgente”.

Progetti per il futuro

ScartOff è giovane e guarda lontano. “Loop – specifica Rociola – è un progetto pilota che si concluderà con la redazione di un vademecum, grazie anche al supporto dell’albo dei gestori ambientali, utile per rendere l’esperienza replicabile. È stato possibile attuare il progetto perché la regione Puglia, circa due anni fa, ha firmato la Carta Italiana per l’Economia Circolare, anche se poi, di fatto, nulla di simile era ancora stato messo a sistema. Il prossimo passo sarà quello di presentare il vademecum agli enti regionali per estendere l’iniziativa su scala regionale”. L’associazione però, ci confida Michela, insegue anche un altro sogno: aprire un centro del riuso.

fonte: economiacircolare.com


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Carbon footprint, on line il nuovo calcolatore dell’Arpa Piemonte con consigli pratici per combattere da casa i cambiamenti climatici

L’iniziativa pensata con un taglio didattico mira a sensibilizzare gli studenti e le loro famiglie a un consumo consapevole e sostenibile. Lo strumento è corredato da una serie di consigli pratici per ridurre la carbon footprint familiare





Quest'anno la Settimana Unesco per l'Educazione alla Sostenibilità 2020, che ha preso avvio il 23 novembre ha per tema "Cambiamenti Climatici e la Pandemia" e si sviluppa in tutta Italia con una ricca serie di iniziative.

In questa occasione Arpa Piemonte ha presentato il nuovo calcolatore on-line che permette di misurare quanto il nostro stile di vita familiare e personale può incidere sulle emissioni di gas serra. Ogni nostro consumo infatti, dal riscaldamento all'illuminazione, dall'alimentazione alla mobilità, genera processi diretti e indiretti di emissione di gas climalteranti, a seconda dell’utilizzo di materie prime e di energia (da combustibili fossili) coinvolte nel ciclo di produzione.

Il calcolatore si base sulla metodologia della carbon footprint (o impronta di carbonio) che esprime il totale delle emissioni di gas a effetto serra associate direttamente o indirettamente a un prodotto o un servizio. L’iniziativa, pensata con un taglio didattico, mira a sensibilizzare gli studenti e le loro famiglie a un consumo consapevole e sostenibile. Lo strumento è corredato da una serie di consigli pratici, per ridurre la carbon footprint familiare, e permette di conoscere l’estensione forestale necessaria a compensarla.

“In questa particolare situazione pandemica, anche chiusi nelle nostre case, - scrive l’Apra Piemonte - possiamo contribuire a limitare gli effetti climatici che potrebbero ripercuotersi in aree lontane ma anche vicine a noi. Come ci dimostrano le risultanze del progetto CClimatt, gli effetti dei cambiamenti climatici si stanno avvertendo già ora sui nostri territori (ghiacciai e aree urbane in primis)”.

fonte: www.ecodallecitta.it


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Settimana UNESCO 2020 per L'educazione alla sostenibilità

La settimana dal 23 al 28 novembre apre la campagna 2020-2021 di informazione ed educazione alla sostenibilità dell'UNESCO dal tema “La salute del pianeta e la nostra salute: cosa dobbiamo fare davanti ai cambiamenti climatici e alla pandemia?


Le campagne di sensibilizzazione di Educazione allo Sviluppo Sostenibile dell'UNESCO sono iniziate nel 2016 per aderire e sostenere il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità “Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

L'Agenda 2030 fa propri i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 target da raggiungere entro il 2030.

Il tema dei cambiamenti climatici per molti anni è stato dibattuto dall'UNESCO e da molte organizzazioni mondiali per testimoniare la necessità di cambiare il modello di sviluppo per la stessa sopravvivenza del pianeta terra ed oggi possiamo dire che il tema è entrato nella coscienza collettiva.

Il tema di quest'anno per celebrare la settimana dell'Educazione ambientale 2020 lo dimostra: “La salute del pianeta e la nostra salute: cosa dobbiamo fare davanti ai cambiamenti climatici e alla pandemia?"

La pandemia da Covid 19 ha mostrato chiaramente gli effetti delle perturbazioni ambientali nell’emergenza di nuovi patogeni: il blocco delle attività umane ha reso più pulita l’aria nelle città e limpida l’acqua e rammentato a ciascuno di noi la necessità di proteggere l'ambiente per ridurre l'inquinamento.

Importanti lavori scientifici hanno evidenziato la rilevanza della qualità dell'aria nella gravità della malattia causata dal virus Sars- Cov-2 rilevando come “l'inquinamento possa costituire un ulteriore fattore di rischio, al pari di ipertensione, diabete ed obesità, che può aumentare la suscettibilità all'infezione o aggravare i sintomi di Covid-19".

Le ARPA, gli studiosi ed i professionisti coinvolti nella tutela dell'ambiente e della salute sono impegnati a integrare le proprie competenze e conoscenze per valutare e gestire i rischi ambientali nell'ottica della “One Health” "per essere in grado di analizzare e comparare pericoli diversi (per esempio chimici e microbiologici) per compiere scelte più informate” e per “ trasferire conoscenze ai decisori ed al pubblico, che sono i veri promotori dei cambiamenti.”

A tal proposito, dal 25 novembre al 9 dicembre si terrà La terza “International Electronic Conference on Environmental Research and Public Health. Public health issues in the context of Covid 19 pandemic” proprio per confrontarsi sui temi ambientali legati alla salute nel contesto dei cambiamenti prodotti dalla Covid 19.

Il confronto sui temi ambientali quali l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, i rifiuti, i liquami, i cambiamenti climatici in un'ottica multidisciplinare è infatti l'unica possibilità per sconfiggere la pandemia e trovare soluzioni.

fonte: www.arpat.toscana.it/


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La scienza vola in una scatola di biscotti

 













Tra le ultime esperienze di Citizen Science realizzate da Arpa Valle D’Aosta, quella effettuata da 5 studenti del V anno dell’Istituto Manzetti, Michel Ferrod, André Ramolivaz, Erik Sacchet, Fabio Scali e Federico Zappia, nel corso di uno stage di tre settimane svolto presso la propria sede, merita sicuramente di essere “raccontata” in quanto esempio di particolare creatività e ingegno.

Spesso si rimprovera agli adolescenti di essere passivi e privi di iniziativa: in realtà, se adeguatamente stimolati e incuriositi, i giovani mostrano di essere pronti a rispondere alle sfide, mettendo in campo vivaci risorse intellettive e avanzate competenze tecniche. E questo è quello che hanno fatto i 5 giovani volontari cui Arpa VdA ha “commissionato” la creazione di un sistema per la misura delle polveri sottili, pericolosi inquinanti presenti nell’aria che respiriamo.

I giovani studenti, partendo da una serie di materiali low cost e utilizzando la piattaforma Arduino, hanno messo a punto un sensore di più parametri (temperatura, umidità e polveri) collegandolo a un processore. Il tutto è stato inserito in una scatola di biscotti vuota e montato su un drone: ed ecco realizzato un valido e ingegnoso strumento, capace di monitorare, con la variazione della quota, più grandezze nello stesso momento! I dati ottenuti durante un percorso aereo effettuato dal drone sull’area verde Croux di Saint Christophe sono stati raccolti, analizzati e riportati in una lunga e dettagliata relazione scientifica.


Il lavoro realizzato è stato presentato al pubblico nel corso della conferenza “Riscaldamento a legna tra cambiamenti climatici e qualità dell’aria: quanto ne sappiamo?”, moderata da Luca Mercalli e realizzata da Arpa il 15 ottobre scorso presso la sala conferenze della BCC Valdostana (link video conferenza Mercalli Arpa). L’esperienza svolta è risultata positiva sia per gli studenti, sia per il personale tecnico di ARPA.

La realizzazione concreta di un progetto ha arricchito la formazione degli stagisti, consolidando le conoscenze acquisite a scuola e testando sul campo le loro attitudini. Inserendoli in un ambiente dove si fa ricerca, Arpa ha dato ai ragazzi la possibilità di confrontarsi con tutto ciò che implica la realizzazione di un progetto scientifico, creando il contesto che ha stimolato le loro competenze tecniche e che li ha spinti a collaborare e a confrontarsi tra loro per risolvere le numerose difficoltà della cui esistenza, quando ci si ferma solo alla teoria, spesso non si ha la percezione.

Dal canto suo, Arpa, lavorando con i giovani grazie a diverse proposte didattiche e ad esperienze di alternanza scuola-lavoro, ha avuto, oltre all’occasione di far conoscere ciò di cui si occupa, anche la possibilità di affrontare, secondo un approccio scientifico, temi di attualità tra i giovani. E questa è risultata essere una modalità vincente di coinvolgimento e sensibilizzazione del mondo giovanile sulle tematiche ambientali del nostro secolo.

PRESENTAZIONE DEGLI STUDENTI




I ragazzi di V dell’Ist. Scolastica Manzetti che hanno partecipato al progetto di Alternanza scuola – lavoro




Alcuni momenti dell’esperienza di volo del misuratore low cost




Alcuni momenti dell’esperienza di volo del misuratore low cost

fonte: www.snpambiente.it

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L’educazione alla sostenibilità in Emilia-Romagna

 


Approvate e finanziate le prime azioni del programma regionale di informazione ed educazione alla sostenibilità (Infeas) 2020-2022 in Emilia-Romagna, coordinato dal centro tematico regionale educazione alla sostenibilità di Arpae e con la partecipazione della rete dei 38 centri di educazione regionali.

Il programma è fortemente integrato con l’Agenda 2030 ed è sostenuto, oltre che da risorse regionali, da mezzi statali grazie all’accordo di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e il Ministero dell’Ambiente.

Per saperne di più leggi la notizia sul sito di Arpae

quaderno-programma-2020-2022


fonte: www.snpambiente.it/

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Prendersi cura dell’ambiente: l’impegno dei giovani nei video vincitori del concorso #ARPAVIDEO 2020



Sono sei i video premiati al contest promosso da Arpav dedicato alle scuole secondarie di I e II grado. I brevi filmati girati dagli studenti promuovono la sensibilizzazione ai temi e agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu partendo da problematiche del territorio o dell’ambiente scolastico vissute dai ragazzi. I video raccontano il rispetto per l’ambiente e per le persone affrontando temi come la salute e il benessere per tutti, obiettivo 3 dell’Agenda Onu, la parità di genere, obiettivo 5, la necessità di garantire modelli di consumi sostenibili, obiettivo 12, tutti interconnessi tra di loro e con gli altri obiettivi globali che insieme concorrono a migliorare la vita sul pianeta entro il 2030 attraverso uno sforzo collettivo e trasversale
.

Al concorso hanno aderito 20 classi per un totale di 400 studenti di tutto il territorio veneto.

I ragazzi hanno dimostrato la capacità di comunicare con le immagini l’importanza di cambiare stili di vita e di prendersi cura dell’ambiente proponendo azioni concrete. I video, realizzati in parte durante l’emergenza sanitaria da covid-19 e nel periodo della didattica a distanza, testimoniano il periodo di isolamento vissuto dai ragazzi, che nonostante le difficoltà sono riusciti a portare a termine con impegno e creatività il progetto.

Il concorso #arpaVideo, promosso da Arpav in collaborazione con la Regione del Veneto e con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, si è concluso con la premiazione delle scuole vincitrici e la pubblicazione e diffusione dei video sul canale youtube dell’Agenzia.
Le scuole premiate:
Sezione Scuola Secondaria di I grado
1° premio Scuola A. Fogazzaro di Noventa Vicentina (VI) con il video Postapernonni

2° premio Scuola Francesco Venezze di Rovigo (RO) con il video Ali in pericolo…

3° premio Scuola Santa Giovanna D’Arco di Vittorio Veneto (TV) con il video Green week

Sezione Scuola Secondaria di II grado
1° premio Scuola ITE P. F. Calvi, di Belluno (BL) con il video We are green school

2° premio ISIS Florence Nightingale – Liceo delle scienze umane di Castelfranco Veneto (TV) con il video Si forma la terra, nasce la vita


3° premio Liceo delle Scienze Applicate Cardinal Cesare Baronio di Vicenza (VI)con il video Le parole hanno un peso


Le scuole prime classificate ricevono in premio 2000 € per l’acquisto di materiale e servizi didattici. Le seconde e terze classificate rispettivamente 800 € e 600 € quali contributi per escursioni in aree naturali e parchi o visite a musei naturalistici, etnografici, archeologici, civici o altre strutture museali del Veneto.

Regolamento e organizzazione del concorso

fonte: https://www.snpambiente.it/


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Uffa che Caldo!

La Società Meteorologica Italiana e la Fondazione Garrone offrono alle scuole e alle famiglie italiane un contributo all'educazione ambientale: un cartone animato sul riscaldamento globale, ispirato al libro di Luca Mercalli "Uffa che caldo!" . Settembre 2020.








SocietaMeteoItaliana


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Innesto, l’orto urbano che riqualifica la periferia educando al verde

Innesto è un progetto di orti urbani a Torino che, in questi anni, sta coinvolgendo la cittadinanza per riscoprire insieme la vera “arte del coltivare”. Qui si recupera il legame con la terra, si educa al verde, si trascorre il tempo insieme, valorizzando un'area periferica della città grazie al potere della collettività.



Riqualificare aree cittadine, sottraendole alla speculazione edilizia, al degrado e all’inquinamento, realizzando orti urbani è già di per sé una risposta concreta a favore della collettività. A Torino c’è un’associazione che fa questo e molto di più:  educa al verde, recuperando il legame con la terra e con i cicli della natura.

Come? «Quando all’inizio del 2015, ci siamo ritrovati a immaginare Innesto, – racconta Sara Ceraolo, co-fondatrice e segretario dell’associazione – abbiamo semplicemente pensato a che genere di opportunità di contatto con il verde avremmo voluto nella nostra città e, non trovandone di rispondenti ai nostri bisogni, abbiamo deciso di crearla da zero». L’individuazione dei bisogni è l’azione preliminare per eccellenza, necessaria per la realizzazione di qualsiasi progetto. La chiave per il successo.

La dimensione più innovativa di Innesto è proprio quella di non rientrare in una definizione canonica di “associazione di orticoltura”. Oltre alla sperimentazione nel campo della produzione orto-floro-vivaistica, Innesto si dedica allo sviluppo di progetti a sfondo sociale, finalizzati alla sensibilizzazione della collettività. «Dietro alla possibilità di coltivare un metro cubo di terra in mezzo alla città, – prosegue Sara – si apre automaticamente una dimensione di cittadinanza attiva». Ecco perché tutti i progetti di Innesto includono momenti di aggregazione, come workshop, gruppi di lettura nell’orto, aperitivi e merende.

«Il nostro tentativo – continua – è volto alla creazione di micro-comunità virtuose, ma si tratta di un processo lungo, che va continuamente alimentato». Le iniziative, sempre gratuite e aperte a tutti, creano occasioni di incontro tra gli ortolani che coltivano i cassoni negli spazi gestiti dall’associazione, i cittadini col pollice verde ma anche semplici

curiosi.



Ortoterapia? In un certo senso sì, perché il verde risponde a un bisogno, che non è solo legato al contatto con la realtà naturale, ma rivela una profonda connessione con il desiderio di appartenenza a un gruppo, che si riconosce nella condivisione di conoscenze che rischiano di andare perdute.

Innesto fa parte di OrMe, rete degli orti metropolitani di Torino. Durante il lockdown, i decreti in vigore hanno impedito a tutti il raggiungimento dell’orto. Innesto però, insieme agli altri enti della rete, ha discusso con la Città di Torino e con tutti gli attori istituzionali per portare l’attenzione del governo nazionale e locale sul tema dell’orticoltura urbana.

Durante quest’emergenza sanitaria, presto trasformatasi in emergenza sociale, la povertà alimentare, si è presto manifestata e per alcuni l’orto sta rappresentando una chance in più di contribuire a portare sulla propria tavola prodotti freschi e a costi molto ridotti. I mesi di marzo e aprile, tra l’altro, sono fondamentali per la semina e l’impostazione dell’orto.

Dopo diversi tentativi e richieste, la Città di Torino il 20 aprile ha sbloccato gli accessi agli orti di proprietà (o in locazione) e il 10 maggio a quelli associativi (come Innesto), così gli ortolani hanno sono riusciti ad accedere nuovamente ai propri orti. L’organizzazione in rete con le altre realtà di orticoltura urbana ha dimostrato una fondamentale risorsa e punto di forza per l’interlocuzione con le autorità. 



Inoltre, da ottobre 2019, gli ortolani del gruppo degli “Orti al Centro” hanno raccolto il testimone da Innesto e hanno iniziato ad autogestire il proprio spazio, rimanendo un gruppo informale con due referenti che oggi si interfacciano con il direttore del Parco Commerciale, che continua a coprire le spese del gruppo di ortolani poiché crede molto nel progetto.

Si può creare “un Innesto” in altre città? «Il nostro progetto principale, Orti Dora in Poi, è strettamente legato al contesto di Parco Dora, il territorio nel quale si sviluppa». Con una lettura sensibile, può certamente essere replicato in altri contesti, analizzanndo i caratteri specifici del luogo scelto.

Allora, diamoci da fare!

fonte: www.italiachecambia.org


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Riciclo di classe: 133 scuole mostrano il loro amore per l’ambiente

Decretati i vincitori del progetto scuole di CONAI, a partire dai 1.500 elaborati, inviati da 133 Istituti di tutta Italia. Ai primi posti, i personalissimi sguardi sul riciclo della “Gignese ai suoi prodi” di Gignese e della “Di Via San Salvatore” di Settimo San Pietro



Si chiude con numeri in crescita Riciclo di classe, il progetto ludico-educativo che da quattro anni CONAI dedica ai ragazzi delle scuole primarie di tutta Italia. L’ultima edizione è stata caratterizzata da 1.500 elaborati (lo scorso anno erano 1.047) provenienti da 133 scuole che, nonostante la pandemia e l’interruzione della didattica in aula, hanno aderito con entusiasmo e creatività. Distanti solo fisicamente, gli studenti hanno portato avanti da casa, supportati dalle famiglie e dai loro insegnanti, il lavoro iniziato a scuola.
Riciclo di classe, il progetto 2019/20

Realizzato ancora una volta in partnership con Corriere della sera, per quest’anno scolastico Riciclo di classe è stato aperto da uno spettacolo teatrale: Dipende da noi, atto unico di un’ora andato in scena a Milano, al Teatro Munari, lo scorso ottobre davanti a 400 giovanissimi spettatori. Un plot che strizza l’occhio al fantasy: sei personaggi a rappresentare i sei materiali di imballaggio (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro), due teenager che scoprono l’importanza del riciclo, due villain pro-discarica. E un messaggio che arriva limpido e forte: la cura dell’ambiente e il suo futuro dipendono anche – o forse soprattutto – da noi.

3.000 kit didattici, poi, sono partiti verso 2.500 scuole: fra i materiali, il copione dello spettacolo e una mini-guida su come differenziare correttamente gli imballaggi e sui loro processi di riciclo.

Con il lockdown, la registrazione dello spettacolo teatrale è stata messa on-line e resa fruibile in streaming. I ragazzi, così, si sono trovati a reinventare il copione della pièce in tante personalissime ri-messe in scena, dimostrando di aver ben compreso l’importanza della raccolta differenziata, primo passo verso il riciclo.

«Non ci aspettavamo una risposta così entusiasta, soprattutto vista la difficile situazione che gli studenti si sono trovati a vivere da marzo» commenta il presidente CONAI Luca Ruini. «È stato sorprendente scoprire come l’emergenza sanitaria non abbia fermato la creatività dei ragazzi. Il loro entusiasmo emerge da tutti gli elaborati che sono stati presentati. Un risultato che ci convince sempre di più della bontà del percorso che abbiamo intrapreso: formare i giovani per una cultura ambientale sempre più forte e radicata, che guardi a un uso delle risorse attento e responsabile».


I premi

Una giuria – composta da esperti in ambiente e in comunicazione di CONAI e di RCS, da una docente di scuola primaria e dallo sceneggiatore di Dipende da noi – ha valutato tutti i progetti presentati in base a pertinenza al tema, creatività e originalità ed efficacia dell’interpretazione.

Due i primi premi.

Per le prime due classi della scuola primaria, la vincitrice è stata la scuola Gignese ai suoi prodi di Gignese (Verbano-Cusio-Ossola) grazie a un efficace mix di disegni, recite filmate dai genitori e persino una locandina promozionale.

Per le classi terza, quarta e quinta della scuola primaria, vince invece la scuola Di Via San Salvatore, di Settimo San Pietro (Cagliari): da applauso il video-spettacolo degli alunni della 4a B, composto da tanti frammenti inviati dai singoli studenti e montati dalla loro insegnante, completo di backstage con commenti sul progetto e sullo spettacolo.

Entrambi gli istituti ottengono 1.000 euro in materiali didattici per le attività scolastiche.

Due ex-aequo per le scuole seconde classificate.

Per le prime e le seconde classi, sul secondo gradino del podio si piazzano la Aldo Moro di Robecchetto con Induno (Milano) e la Armando Diaz di Vernole (Lecce). La prima per un sorprendente lavoro da costumisti: gli alunni della 2a B hanno infatti vestito i panni dei creatori di costumi di scena, dai bozzetti alle realizzazioni con carta, legno, alluminio e plastica. La seconda, invece, grazie ai suoi alunni della 2a A che hanno reinterpretato il copione di Dipende da noi con forti riferimenti al proprio territorio e, di riflesso, alla tutela del mare.

Per le classi dalla terza alla quinta primaria, invece, arrivano seconde la Carlo Levi di Novara e la scuola Di Via Mancini di Afragola (Napoli). La prima ha visto gli alunni della 4a A e della 4a B impegnati nello shooting di tante scene singole poi montate in un unico filmato. La Scuola Di Via Mancini, invece, entra in classifica grazie al progetto degli alunni della 5a H che, divisi in una serie di gruppi (scenografi, costumisti, attori, scrittori, pubblicitari…), hanno realizzato un progetto dettagliato per un nuovo spettacolo teatrale.

Le quattro scuole vincono un premio di 500 euro in materiali didattici ciascuna.

fonte: www.rinnovabili.it



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