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Le risorse del consorzio CIC: dalle nostre cucine alla terra















Il Consorzio Italiano Compostatori è un’organizzazione senza fini di lucro che si occupa di promuovere e valorizzare le attività di riciclo della frazione organica dei rifiuti per produzione di compost e biometano. Il Consorzio, che conta più di 130 consorziati, riunisce e rappresenta soggetti pubblici e privati interessati alle attività di produzione di fertilizzanti organici.

Il suo ruolo, fondamentale per la realizzazione di una filiera circolare, diventa importante anche all’interno del festival Circonomia, di cui è sostenitore. In quest’occasione abbiamo avuto modo di comprendere meglio il ruolo del Consorzio dialogando con Massimo Centemero, Direttore Generale di CIC.

Nel vostro campo il concetto di “economia circolare” è più che mai cruciale, non è così? Cosa significa per voi?

L’economia circolare è aumento dell’efficienza delle risorse; le risorse su cui le aziende del CIC operano sono i rifiuti organici (frazione umida, verde, fanghi di depurazione, scarti dell’agroindustria), che devono essere trasformate in nuovi prodotti di cui il mercato abbia necessità, che possano sostituire gli analoghi generati da nuove risorse prelevate dall’ambiente. La trasformazione di questi rifiuti deve rispondere innanzitutto a obiettivi di efficienza, che per noi significa massimizzazione delle raccolte differenziate, per poter gestire flussi “puliti” e valorizzabili come nuova materia, e minimizzazione degli scarti prodotti nel corso della trasformazione. Su questo secondo aspetto, devono concorrere il miglioramento continuo delle raccolte differenziate e l’ottimizzazione delle tecnologie di separazione delle frazioni estranee.


Qual è il vostro impegno nell’ambito della comunicazione ambientale?

Da sempre ci impegniamo in questo lungo tutta la filiera. Considerando che le materie prime su cui le nostre aziende operano derivano dalla raccolta differenziata dei rifiuti, un nostro costante impegno è quello di stimolare il miglioramento della qualità della raccolta differenziata. Lo facciamo attraverso le oltre 1.000 analisi merceologiche che svolgiamo ogni anno su tutto il territorio, che alimentano con dati concreti le campagne informative e gli strumenti di persuasione del cittadino al miglioramento dei propri comportamenti. Relativamente agli output, da 18 anni il CIC gestisce un programma di verifica della qualità del compost (Compost di qualità CIC) il cui obiettivo primario è quello di accrescere la fiducia degli agricoltori, principali utenti del prodotto, rispetto alla qualità di questo ammendante. Su entrambi i fronti, confermiamo l’intenzione a perseguire gli obiettivi rafforzando le campagne di comunicazione ambientale; citiamo ad esempio il nostro impegno verso la difesa del suolo e lo stimolo a mettere in atto buone pratiche per tutelarne la fertilità attraverso la campagna SOS Soil.


fonte: www.envi.info



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Oceano e clima, dieci murales per la tutela degli ecosistemi marini

 

Da Milano a Bari, passando per Chioggia, Marina di Ravenna, Firenze, Malfa e Golfo Aranci: dieci opere di street art hanno inaugurato una campagna di comunicazione a supporto di mari ed oceani del Pianeta. Un primo passo verso un Mar Mediterraneo sempre più protetto.


Ancora una volta, l’arte diviene protagonista nella comunicazione ambientale. In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani dell’8 giugno, l’onlus Worldrise ha svelato i 10 murales frutto del progetto ‘Oceano e Clima’. Da Nord a Sud, le dieci opere sono state realizzate in tutta Italia con vernici ecologiche, ma la vera novità in termini comunicativi è che ogni singolo murales è stato associato a un talk divulgativo finalizzato a sensibilizzare riguardo il ruolo della tutela dell’ambiente marino nel fronteggiare la crisi climatica. Dalla fauna tipica al rapporto indissolubile uomo-oceano, le opere raffigurano le bellezze del mondo marino e altre forme evocative in grado di suscitare interesse e far riflettere. 


Alcuni esempi dei murales della campagna. Qui tutte le foto: Oceano e Clima


L’iniziativa si colloca all’interno della campagna 30×30 nata per puntare i riflettori sull’importanza degli ecosistemi marini del Pianeta. “Il mare – scrivono i promotori nella sezione “conoscenza” – genera tra il 50 e l’80% dell’ossigeno che respiriamo, rappresentando il polmone blu del nostro Pianeta, e assorbe un terzo del biossido di carbonio (CO₂) emesso nell’atmosfera”. Questo prezioso comparto della Terra è però in pericolo, ricordano nella sezione “consapevolezza” dove suggeriscono diverse sfide necessarie da affrontare per salvaguardarlo. Ma le potenziali soluzioni non mancano: nella sezione “rispetto”, infatti, sono diverse le possibilità elencate che potremmo adottare per proteggere mari ed oceani del Pianeta. A partire dalle Aree Marine Protette. L’iniziativa, non a caso, contribuisce ad uno sforzo internazionale indirizzato alla protezione di almeno il 30% dell’oceano entro il 2030. “La campagna – scrive Worldrise – punta ad applicare questo target nelle acque italiane, un obiettivo tanto grande quanto necessario a garantire la funzionalità e produttività del Mare nostrum, il Mar Mediterraneo”.

Una campagna a 360 gradi, ben fatta in termini grafici ed esaustiva a livello di contenuti. Promossa da un video dal forte impatto emotivo e corredata di tutte le informazioni utili per facilitare, anche a chi privo di un background scientifico, la comprensione dell’importanza dei nostri mari, nonché per capirne le problematiche e, di conseguenza, trovare il coraggio di agire. Inoltre, ha una marcia in più: non che il solo fine di sensibilizzare sia meno nobile, tuttavia, rispetto ad altre campagne, 30×30 si prefigge di dare seguito a degli obiettivi ecologici indispensabili, quali quelli stabiliti dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), oltreché ai nuovi target del Global Biodiversity Framework e della Eu biodiversity strategy.




fonte: www.envi.info


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Basta mozziconi a terra, al via la campagna #seiunsupereroe










In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente dello scorso 5 giugno, l’associazione Assomozziconi ha dato il via ad una nuova e singolare campagna di comunicazione ambientale: #seiunsupereroe, parte del progetto europeo Let’s Clean Up Europe. Presentata a Firenze, l’obiettivo è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’annoso problema dei mozziconi di sigaretta dispersi nell’ambiente. Abbiamo intervistato Tiziano Brembilla, Presidente di Assorecuperi e Vicepresidente di Assomozziconi.

Tiziano Brembilla

Salve Tiziano, in cosa consiste l’iniziativa da voi promossa?

Assomozziconi ha progettato questa nuova campagna di sensibilizzazione indirizzata ai fumatori. Vogliamo lanciare un messaggio diverso e nuovo. Mentre fino ad oggi gran parte delle campagne che affrontano il problema si è concentrata sull’organizzare giornate dedicate alla raccolta dei mozziconi, il nostro obiettivo è invece quello di convincere le persone a modificare a monte l’abitudine di abbandonarli dove capita, educandole a riporre il mozzicone negli appositi contenitori.

Più nel dettaglio, con quali mezzi e con quali modalità avete scelto di comunicare la campagna?

Per promuovere questo messaggio abbiamo pensato alla produzione di un brano musicale, interpretato da giovani, con un messaggio ben chiaro: “sei un supereroe se non mi lasci qua”, riferito al mozzicone. Abbiamo poi amplificato il messaggio con un video, sempre interpretato da ragazzi, i quali, in vari momenti della giornata, vengono sensibilizzati a non buttare il mozzicone a terra proteggendo la propria città.

Un messaggio studiato e creato da giovani menti che vogliono mandare un messaggio ai loro coetanei attraverso il loro stesso linguaggio: la musica, i video, i social.





Il problema dell’inquinamento da mozziconi di sigaretta è un problema annoso. Quale si stima sia il suo impatto sull’ecosistema urbano?

Non c’è solo il problema dell’inquinamento dell’ambiente, che comunque non è da sottovalutare. Il mozzicone buttato in strada spesso finisce nei tombini di raccolta delle acque, da lì va nelle fogne e poi corre sempre più veloce fino a raggiungere il mare. Qui diventa cibo per i pesci, che scambiano questi piccoli rifiuti come possibili fonti nutritive, e in definitiva entra quindi nella rete alimentare. Le sostanze che costituiscono i mozziconi finiscono così sulle nostre tavole e nel nostro corpo.

Poi c’è l’aspetto del decoro delle nostre città. In Italia abbiamo le città più belle del mondo, ma sono anche le più sporche, dove troviamo mozziconi ovunque: alle fermate dei bus, dei treni, fuori dai bar, sui marciapiedi. I turisti che vengono a vedere i nostri monumenti, le nostre opere d’arte uniche al mondo, passeggiano per le città e di sicuro non sono felici di vedere questo spettacolo indecoroso.

Avete avuto già qualche riscontro positivo? La campagna sta avendo i risultati attesi?

Abbiamo lanciato la campagna il 5 giugno, a Firenze. È stato un successo, dalla Piazza San 
Firenze, luogo della manifestazione, sono passati tantissimi giovani che hanno apprezzato e si sono uniti ai protagonisti della campagna per festeggiare con loro l’iniziativa. Abbiamo inoltre distribuito gratuitamente più di 1.500 porta-mozziconi portatili, è stato un vero successo. Dopo la manifestazione di Firenze abbiamo ricevuto numerose richieste di sindaci che vorrebbero che questa manifestazione si ripetesse anche nelle loro città. Stiamo cercando di organizzarci al meglio per poter raggiungere più centri urbani possibili.



Assomozziconi, ci ricorda infine Brembilla, è un’associazione costituita da Assorecuperi e Fit, Federazione Italiana tabaccai, nata con lo scopo preciso di promuovere iniziative al fine di affrontare il triste problema delle “cicche” buttate a terra.

fonte: www.envi.info/

 

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‘Naturalmente Green’: la nuova campagna di comunicazione di CIAL

Sarà “Responsabilità Circolare” la nuova firma che da oggi accompagnerà e rafforzerà la missione e la visione di CIAL




Sarà “Responsabilità Circolare” la nuova firma che da oggi accompagnerà e rafforzerà la missione e la visione di CIAL. A lanciare il nuovo posizionamento strategico sarà la campagna di comunicazione “Naturalmente Green”.

“Per molto tempo abbiamo date per scontate la dimensione ecologica degli imballaggi in alluminio e le virtù intrinseche che rendono questo materiale un alleato naturale della svolta green in atto: leggero, protettivo, ideale per la conservazione dei cibi, flessibile e soprattutto riciclabile all’infinito e facile da raccogliere e differenziare” – commenta Stefano Stellini, Responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne CIAL. “È giunto il momento di tornare a sensibilizzare Istituzioni, Aziende e Cittadini e farli sentire attori protagonisti, nelle decisioni e nelle scelte quotidiane, di un’economia circolare basata sull’azione responsabile di ognuno. Il nuovo concetto di Responsabilità Circolare nasce proprio con l’intento di affermare che la sostenibilità e la transizione ecologica sono un obiettivo praticabile e perseguibile da tutti, nella vita reale”.

La creatività della campagna integrata, online da oggi e pianificata per tutto il 2021 sui principali media e canali digitali nazionali e sui profili social di CIAL, con formati statici e dinamici, mette al centro e sottolinea i tratti distintivi – unici, naturali e positivi – che accomunano le persone e il materiale e fanno della loro interazione la chiave del successo del “Naturalmente Green”: sviluppata in forma di multi-soggetto, si basa sul coinvolgimento di persone autentiche, precisamente 7 persone più un gatto, selezionate per essere rappresentative di età, etnie, stili trasversali e universali.

Debutta infine, naturale sintesi visiva del pensiero strategico e creativo, il nuovo logo AL 100% RESPONSABILE che, partendo dal simbolo chimico dell’alluminio nella tavola degli elementi (AL13), affianca e attribuisce agli stessi imballaggi in alluminio quell’assunzione di responsabilità che sempre più, nella strategia di CIAL, vuole essere minimo comune denominatore di tutti gli attori della filiera: Istituzioni, produttori, utilizzatori, operatori della raccolta differenziata, cittadini.nuovo logo Consorzio CIAL _ 2021





La campagna di comunicazione CIAL vuole essere un contributo reale e concreto al processo di transizione ecologica del nostro Paese e che deve esprimersi nella vita di tutti i giorni.


fonte: www.ecodallecitta.it


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I cittadini protagonisti delle politiche

Le scelte e i comportamenti dei singoli aumentano l'efficacia delle iniziative di governo, soprattutto in campo ambientale












Che i cittadini abbiano oggi giorno un ruolo fondamentale per la buona riuscita di politiche e iniziative di governo è ormai innegabile: senza il contributo di ciascuno di noi, con i nostri stili di vita, le nostre azioni quotidiane e le nostre scelte, di consumo e di mobilità per dirne solo alcune, difficilmente si otterranno quei cambiamenti significativi che piani e programmi, internazionali, nazionali e locali, prospettano.

Ecco che il coinvolgimento del cittadino deve necessariamente diventare un obiettivo della pubblica amministrazione che quei piani e programmi mette in pratica. Per fare ciò è sicuramente prioritario che la PA si metta in ascolto del cittadino, andandogli incontro e facilitando il più possibile la relazione; assunto del resto richiamato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che tra gli obiettivi indica proprio una "Pubblica Amministrazione efficiente, digitalizzata, ben organizzata e sburocratizzata, veramente al servizio del cittadino".

Senza scomodare l'attualità, non possiamo non dimenticare poi che sono ormai diversi anni che l’ordinamento comunitario e le norme internazionali prevedono diritti e obblighi partecipativi dei cittadini, che le istituzioni sono tenuti a garantire. Su Arpatnews abbiamo più volte parlato dell'esperienza a tal proposito della Regione Toscana.

Dal canto loro, i cittadini, se non attivati dall'ente pubblico, si muovono anche in maniera autonoma, rendendosi sempre più parte attiva della cosa pubblica, realizzando, nel proprio contesto locale o su una scala anche più ampia, dei cambiamenti tangibili. Stiamo parlando di persone che si rimboccano le maniche per risolvere un problema che affligge il territorio o la comunità, diventando a tutti gli effetti corresponsabili del buon andamento del bene comune.

Da parte delle amministrazioni invece, al di là delle norme e dei coinvolgimenti più o meno formali, quanto è davvero messa in pratica e realmente sentita la partecipazione del cittadino? Quanto quest'ultimo è considerato un partner irrinunciabile per raggiungere gli obiettivi di governo e delle amministrazioni in generale, in particolare in campo ambientale?

Le iniziative forse più interessanti da questo punto di vista sono quelle che esulano dalla consuetudine e dalla concezione stereotipata della PA, composta di tavoli ed organismi più o meno formali: ne è un esempio la nascita, negli ultimi anni, dell'assessore alla gentilezza, una figura cioè che dovrebbe favorire proprio lo sviluppo di pratiche costruttive condivise, coinvolgendo le istituzioni e i cittadini in un’organizzazione allargata e partecipativa, stimolando quindi soluzioni per rendere la società più aperta, inclusiva e rispettosa. L'iniziativa, nata nel 2019 su impulso dell'associazione Cor et Amor e del Movimento Mezzopieno, porta con sé anche il principio secondo cui con la gentilezza si possano raggiungere proprio quei cambiamenti di cui parlavamo all'inizio.

Le amministrazioni e i decisori politici hanno a tal proposito a disposizione da qualche tempo uno strumento che utilizza i risultati dell'economia cognitiva applicata attraverso l'introduzione di una regolamentazione basata sul nudge, concetto nato dal lavoro dell’economista Richard Thaler e del giurista Cass Sunstein. Si tratta, tradotte in italiano, delle “spinte gentili” (rinforzi positivi, suggerimenti, aiuti indiretti..), adatte a orientare e cambiare i comportamenti dei cittadini, rendendoli armonici e incanalati verso il bene collettivo, senza però proibire o sanzionare in alcun modo le altre possibili opzioni. La teoria del nudge sostiene quindi che si possano indirizzare le scelte dei cittadini attraverso stimoli più o meno impliciti, piuttosto che tramite il canale rigido e burocratico delle norme.

Le spinte gentili, come racconta in un'intervista a Il cantiere delle donne Irene Ivoi, esperta di sostenibilità ed anche di nudge, inducono a risultati positivi anche nel campo delle buone pratiche ambientali poiché possono orientare il comportamento e incidere fortemente sulla sostenibilità.

Nell'intervista si racconta, ad esempio, l'esperienza del muro della gentilezza, nata nel 2015 in Iran con lo scopo di offrire cappotti e coperte ai senzatetto per proteggersi dal freddo e arrivata oggi a riguardare non solo vestiti, ma anche libri ed altri oggetti, un esempio di atto gentile che risponde al concetto di condivisione e rimessa in circolo, nel segno del rispetto per il prossimo e l'ambiente. Anche ARPAT, nella sua Pillola di sostenibilità dedicata a Vestirsi in modo sostenibile, ha indicato proprio questa buona pratica come una delle possibili azioni per ridurre l'impronta ecologica del nostro stile di vita.

I muri della gentilezza sono sparsi in tutto il mondo, anche in Italia, alcuni hanno avuto successo, altri meno, come quello di Roma, che era purtroppo diventato una sorta di discarica. Per evitare il fallimento di questa bella idea di solidarietà una delle risposte messe in campo, ad esempio in Svezia, a Uppsala, è quella di far diventare il muro un’istallazione artistica che, oltre a offrire un servizio, abbellisce anche la città.

La stessa Ivoi è coautrice del recente studio Ref Ricerche La “spinta gentile”: riforma a costo zero in cui vengono analizzati in particolare i servizi pubblici locali, come la gestione delle acque e dei rifiuti, in quanto terreni importanti di sperimentazione di questi strumenti.

A tal proposito lo studio riporta l'esperimento condotto nel 2014 presso il collegio Sant’Anna di Pisa dove è stato misurato il numero di bicchierini presenti nei cestini dedicati alla raccolta differenziata posizionati nei paraggi delle macchinette del caffè. L'esperimento ha previsto due interventi che utilizzavano due diverse leve comportamentali: da una parte la facilità, ovvero l’utilizzo di cestini più grandi e più accessibili in cui correttamente smaltire i bicchierini usati, dall'altra la pressione sociale stimolata tramite una serie di cartelli che stimolavano una competizione con prestigiose università estere. Un primo trattamento prevedeva l’utilizzo esclusivo della pressione sociale, un secondo invece prevedeva l’implementazione anche del nudge con il re-design dei conferimenti. L’esito dell'esperimento è stato molto significativo: in assenza di nudge la percentuale di bicchierini correttamente conferiti era pari a circa il 4%, l’uso esclusivo della pressione sociale ha fatto crescere la percentuale a circa il 35% e l’uso integrato dei due stimoli ha invece fatto crescere questa percentuale sino a quasi il 100%.

Un altro esperimento riportato nello studio riguarda lo spreco alimentare ed è stato condotto nel 2018 dalle università Tor Vergata e di Ferrara in ristoranti delle province di Torino e Rieti, in cui sono state distribuite 716 doggy bag (70% in più rispetto a quanto distribuito normalmente negli stessi locali). I clienti dei ristoranti interessati sono stati sottoposti a due tipi di comunicazione: da una parte cartellini sui tavoli con il messaggio “Sempre più Italiani utilizzano la doggy bag per portare via il cibo non consumato. Qui, se vuoi, puoi farlo anche tu. Chiedi la doggy bag al tuo cameriere”, con lo scopo di ridurre il senso di vergogna e stimolare l'azione attraverso il comportamento degli altri. Dall'altra i cartellini avevano il messaggio “Alla fine del pasto ti consegneremo la doggy bag con il cibo che non hai consumato. Se oggi non la vuoi, fallo sapere al tuo cameriere. Grazie!”, prevedendo che fosse il cliente a dover chiedere la doggy bag in caso di avanzi. Tra i due gruppi quello che ha dato i risultati migliori è stato il primo: potersi sentire simili ad altri cittadini nella richiesta della doggy bag ha generato un beneficio maggiore rispetto all’ottenerla in modo automatico.

Un'interessante rassegna di altre esperienze di nudging condotte in ambito ambientale è stata anche realizzata dalla Fondazione Cariplo e disponibile on line.

Gli studiosi sono concordi nel riconoscere che attraverso il nudging e la gentilezza in generale, lasciando il cittadino sempre libero di decidere, a differenza delle norme, delle disposizioni e delle direttive, si possa dar vita a tanti piccoli comportamenti sostenibili, armonici e coerenti; non saranno cambiamenti repentini e di grande portata, ma la loro somma potrà generare, poco alla volta, quel "salto di specie" che si rende sempre più necessario. Le Pillole di sostenibilità di ARPAT, dal canto loro vorrebbero fare proprio questo: nessun medico le prescrive e le impone, sono piccole azioni, da applicarsi in contesti differenti della nostra quotidianità, che ciascuno può scegliere, "assumere" e mixare secondo le proprie attitudini e i propri tempi.

fonte: www.www.arpat.toscana.it/


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Nascono “I Lunedati”

Nell’ambito del progetto “Leggere i dati e farne buon uso” una rubrica sui canali social con infografiche su ambiente e sostenibilità



Inaugurata lunedì 19 aprile “I Lunedati”, la rubrica che aprirà ogni settimana i profili social di Educazione alla Sostenibilità, presentando le infografiche realizzate e rese disponibili dai servizi informativi di Arpae in collaborazione con le diverse strutture dell’Agenzia. E, per l’occasione, alle pagine Facebook e Linkedin, si affiancherà anche il nuovo profilo Instagram di Educazione alla Sostenibilità.

Saranno proprio i canali social lo spazio privilegiato per veicolare periodicamente “I Lunedati”. Le infografiche, che potranno avere a corredo altri elementi come report, videopillole o contenuti di altro tipo, verranno messe a disposizione di scuole, organizzazioni professionali e civiche, imprese e, più in generale, di cittadinanza e comunità. La rubrica si rivolge infatti a tutti coloro che da un lato sono interessati ad accrescere la propria consapevolezza su possibilità e limiti dei nostri sistemi ambientali, sociali ed economici, e dall’altro possono contribuire attivamente alla costruzione dei possibili scenari sostenibili.

L’iniziativa rientra nel progetto “Leggere i dati e farne buon uso”, che mira a fornire conoscenze e strumenti per una migliore interpretazione, accurata sotto il profilo scientifico e più comprensibile mediante un linguaggio grafico-divulgativo, dell’ambiente, delle sue caratteristiche e della sua evoluzione. Laddove il ”buon uso” significa soprattutto l’adozione di nuovi comportamenti con metodi e strumenti educativi, formativi e partecipativi, e l’empowerment individuale e di e comunità per migliorare le politiche e prevenire i rischi ambientali.

Questa la pagina del progetto, aperto ai contributi e alla partecipazione concreta di addetti ai lavori (e non).
Qui le video pillole su infografiche e report.
Questi i collegamenti ai canali social del CTR Educazione alla Sostenibilità:


alla pagina Facebook
alla pagina Linkedin
al neonato profilo Instagram

fonte: www.snpambiente.it/


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Simulare i cambiamenti climatici per comunicarli al meglio, l’intervista a Riccardo Parigi

Uno strumento online, unico nel suo genere, consente di simulare l’efficacia delle politiche climatiche e di sensibilizzare sul complesso tema del riscaldamento globale















Fonti fossili o rinnovabili? Prevale la deforestazione o il rimboschimento? È maggiore la crescita demografica o quella economica? Sono solo alcuni dei possibili scenari che si possono costruire utilizzando il simulatore di soluzioni climatiche En-Roads. È possibile intervenire su 18 potenziali sfumature di politica energetico-climatica: dal gas naturale all’efficienza energetica, passando per la rimozione del carbonio e la deforestazione. Ogni combinazione di scelte viene assimilata sotto forma di linguaggio matematico e tradotta poi in uno dei possibili andamenti delle temperature medie del pianeta da qui al 2100.





Riccardo Parigi, Ambassador italiano del progetto, ci fornisce ulteriori dettagli.

Ciao Riccardo, quale potrebbe essere l’utilità di questa iniziativa?

Personalmente, per me che sono un consulente di comunicazione ambientale per aziende ed enti pubblici, questo strumento si è dimostrato di grande utilità. Il concetto di cambiamento climatico non è facile da spiegare, ma grazie a queste simulazioni grafiche sono spesso riuscito a comunicarlo in modo più chiaro ed incisivo. E questo è un requisito essenziale per una consulenza che attivi un processo comunicativo tra le parti, al fine di mediare tra i bisogni aziendali di produzione, l’opinione pubblica e le normative ambientali vigenti.

Hai qualche esempio concreto di come questo strumento sia stato impiegato per educare e sensibilizzare sul tema dei cambiamenti climatici?

Sì. In occasione dell’Internet Festival di Pisa abbiamo sperimentato un interessante gioco di ruolo con le diverse scuole che vi hanno aderito. Ad ogni classe, con il relativo insegnante, abbiamo assegnato il ruolo di uno degli otto principali stakeholder, come “paesi in via di sviluppo”, “paesi da sviluppare”, “produttori di energie pulite”, “rappresentanti di gas e petrolio” eccetera… Ad ogni “attore” abbiamo conferito il tema di dover difendere gli interessi della propria categoria, cercando però di salvaguardare il clima. Dopodiché, in occasione dell’evento di rappresentazione online, ogni classe ha illustrato il proprio percorso ed abbiamo ottenuto un quadro finale che è diventato poi il riflesso del risultato di quanto ci siamo avvicinati agli obiettivi degli Accordi di Parigi.



E quali risultati avete ottenuto?

Gli studenti in questo modo, simulando un processo di negoziazione interna, hanno potuto sviluppare la capacità di identificare un leader, un percorso comune e di condividere delle idee e delle scelte. L’esperimento è stato poi particolarmente apprezzato dai professori, non solo per il lavoro finalizzato alla tutela dell’ambiente ma anche e soprattutto per lo spirito di gruppo che ne è scaturito.

Uno strumento prezioso quindi, utile per comunicare temi tanto vicini quanto di difficile comprensione. Ma non solo. Inizialmente disponibile solo ai policy makers, tra gli altri, ad utilizzarlo è stata la Segreteria generale dell’Onu, così come il Congresso degli Stati Uniti e il governo cinese.

fonte: www.envi.info



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Edizione speciale di CinemAmbiente Junior aperta a tutta Italia

 

I FRIDAYS DI CINEMAMBIENTE JUNIOR

Proiezioni e incontri online per le scuole
(29 gennaio – 15 aprile 2021)

Il 23° Festival CinemAmbiente completa nel nuovo anno la sua attività proponendo dal 29 gennaio al 15 aprile 2021 l’ormai consueta rassegna di film e incontri a tema ambientale dedicati alle scuole.

In genere antecedente al Festival, ma posticipato a causa della pandemia, CinemAmbiente Junior si presenta quest’anno con un’edizione speciale che si svolge interamente online ed è quindi aperta al pubblico scolastico dell’intero territorio nazionale.Il cartellonecinematografico si articola in dieci proiezioni, ad accesso gratuito, che saranno disponibili, dietro prenotazione, su diverse piattaforme raggiungibili attraverso il sito del Festival www.cinemambiente.it.

Rivolti alle Scuole dei diversi ordini e gradi, i film si succederanno a cadenza settimanale, in concomitanza con i Fridays for Future, le giornate di mobilitazione scolastica dedicate all’ambiente.
Ogni venerdì alle ore 9.00 verrà proposto un nuovo titolo seguito dall’intervento di un esperto che dialogherà (sulla piattaforma Zoom) con il giovanissimo pubblico presente alla prima proiezione.
Il film e la registrazione dell’incontro rimarranno disponibili per la visione dalla prima proiezione per un’intera settimana.

Organizzata dall’Associazione Cinemambiente in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da MiBACT e MI, la rassegna si propone non solo come utile strumento di educazione ambientale, modellato con l’edizione online sulle attuali esigenze della didattica a distanza, ma anche come concreto complemento dei programmi scolastici. In particolare, le proiezioni proposte possono offrire spunti e contenuti specifici per l’insegnamento di educazione civica che, diventata da quest’anno materia con voto dedicato e obbligatoria in tutti i gradi d’istruzione, contempla come sua specifica area tematica anche quella dello sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Organizzata con la collaborazione di enti e associazioni che figurano tra i più importanti attori nazionali e locali impegnati nella tutela dell’ambiente e del territorio – Legambiente, WWF Italia, Slow Food, Società Meteorologica Italiana, Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, Arpa Piemonte, Casa Comune, Achab Group e Eduiren – e che mettono a disposizione le competenze dei loro esperti e studiosi negli incontri successivi alle proiezioni, la rassegna affronta svariati temi green con film diversificati secondo l’età scolastica.

Info e prenotazioni

Le proiezioni sono gratuite previa prenotazione obbligatoria. Alle classi prenotate verrà comunicata una password con cui sarà possibile accedere alla proiezione in qualunque momento nell’arco della programmazione settimanale del film prescelto.

Posti disponibili per ciascun film 1000.

Consulta il programma

Per informazioni e prenotazioni: junior@cinemambiente.it

fonte: https://www.snpambiente.it


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Studio di Arpa Veneto sulle performance di sensori low-cost per la misura del PM10

Il rapporto dello studio effettuato da Arpa Veneto e le risposte ad alcune domande di Alessandro Benassi, coordinatore del gruppo di lavoro SNPA sulla citizen science











Negli ultimi anni si sono diffusi diversi tipi di sensori a basso costo (qualche decina di euro) per la determinazione di inquinanti atmosferici. ARPA Veneto, viste anche le diverse segnalazioni e richieste di informazioni da parte dell’utenza, ha deciso di intraprendere uno studio per comprendere potenzialità e limiti di un modello molto diffuso di sensore low-cost per il particolato, effettuando un rigoroso confronto con la strumentazione di riferimento, normalmente utilizzata per le misure ai sensi della norma. Infatti tra i sensori a basso costo, quelli che hanno avuto più successo tra la popolazione sono stati sicuramente quelli per la determinazione di PM10 e PM2.5

Questi dispositivi, per il cui assemblaggio e funzionamento esiste un’ampia documentazione online, effettuano delle misure di concentrazione del particolato con alte frequenze (anche ogni minuto), con la possibilità di pubblicare il dato su piattaforme online dedicate, in cui sono presenti un gran numero di dispositivi ubicati anche in Veneto.

https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2020/12/Aria-Sensori-lowcost_Report-2020.pdf

Prendendo spunto da questo rapporto, abbiamo chiesto ad Alessandro Benassi che coordina il gruppo di lavoro SNPA sulla “Citizen science” di rispondere ad alcune domande.

l lavoro che Arpa Veneto ha fatto sui dispositivi di monitoraggio low-cost ha permesso di individuarne alcuni che possono essere considerati “affidabili” e con l’individuazione dello “scarto” fra i loro risultati e quelli delle stazioni di monitoraggio gestite dalle Arpa?

Questo primo studio di ARPAV è stato compiuto valutando le performance del modello di sensore low cost più diffuso tra i cittadini, a causa della grande mole di informazioni presente online sul suo funzionamento e relativo assemblaggio. Questi sensori funzionano sul principio del light scattering come la gran parte dei modelli sul mercato e sia dallo studio che da dati di letteratura si può evincere che proprio al principio di funzionamento, e non tanto la strutturazione del sensore, è legata l’affidabilità di questi monitor. Infatti in condizioni di elevata umidità relativa, in particolare associata a fenomeni meteorologici di foschia o nebbia, la determinazione legata al light scattering può subire dei cali di performance, portando ad una significativa sovrastima del particolato. Tali condizioni purtroppo sono particolarmente frequenti specialmente durante i mesi invernali, proprio quando i livelli di particolato atmosferico sono massimi. D’altro canto le schede tecniche di molti modelli di sensori fanno espresso riferimento a necessità di funzionamento in condizioni di lavoro con umidità relative non estremamente alte, di solito inferiori al 70-80%. Purtroppo questa problematica, particolarmente importante nel caso di funzionamento dei sensori outdoor, non è conosciuta o tenuta in debita considerazione dagli utenti, che utilizzano nella grandissima parte dei casi questi strumenti all’aperto: per questo motivo lo studio ha cercato di evidenziare e circostanziare puntualmente il problema, per portarlo alla conoscenza del pubblico. Al contrario, si è appurato che in condizioni di lavoro ottimali, per esempio durante i mesi estivi (ma anche e soprattutto in ambienti indoor, con condizioni di umidità controllata), questi sensori presentano una discreta accuratezza e la possibilità di evidenziare fenomeni di variazione delle concentrazioni di particolato anche di durata molto breve, grazie all’elevata risoluzione temporale delle misure.

Questo lavoro può servire per definire un “protocollo di monitoraggio” che permetta di promuovere iniziative di citizen science?

Le iniziative di Citizen Science partono spesso e giustamente dai cittadini, in maniera spontanea. Proprio nel campo della qualità dell’aria, in Italia, vi sono gli esempi collaudati di tale fenomeno. Ne abbiamo recentemente parlato anche nel convegno Aree Fragili in cui hanno partecipato anche alcuni di noi attori del SNPA.

A volte i cittadini ci chiedono un confronto sulle misure che svolgono, altre volte no.

Quello che ci sembra importante sottolineare in questo contesto è che noi, operatori del SNPA, dobbiamo innanzitutto essere in grado di sapere come si comportano i misuratori più comunemente usati in queste sperimentazioni, quali sono le loro caratteristiche, in quali condizioni essi possano dare misure indicative ed in quali invece, magari, si dimostrino inaffidabili od inefficaci. Si tratta di un approfondimento che non è da considerarsi in opposizione o concorrenza con le misure e i sistemi di riferimento ufficiali, ma piuttosto come la premessa culturale per costruire un confronto con i cittadini e condividere con essi il percorso di conoscenza su questa tipologia di sensori.

Secondo lei sarebbe auspicabile che il SNPA si facesse promotore di iniziative di citizen science, ed in quali campi?

Personalmente ritengo che la CS sia un tema su cui tutti noi, operatori del SNPA, dobbiamo prestare attenzione, proponendo atteggiamenti positivi e costruttivi. E’ una realtà attraverso la quale potremo anche veicolare i contenuti e le numerosissime informazioni prodotte dal Sistema, fornendo degli importanti spunti di educazione ambientale.

Come già accennato, quello che non va dimenticato è la componente spontanea del fenomeno, il fatto che le iniziative nascano da bisogni specifici, interessi ed attenzioni che si rendono evidenti nelle singole realtà territoriali.

Per questo, di fronte ad una realtà in così forte sviluppo, ritengo che sia importante prioritariamente dotare il SNPA di uno strumento di osservazione delle iniziative di CS. Dall’esperienza nascerà, sono sicuro, una capacità del Sistema di saper sempre meglio e sempre più valorizzare i grandi vantaggi di queste sperimentazioni, in qualsiasi campo ambientale esse siano applicate.

A breve inizieremo a raccogliere in maniera più sistematica di quanto fatto finora, i progetti con componenti di Citizen Science che hanno visto coinvolti, a vario titolo, Agenzie Ambientali o ISPRA. Non vorremmo solo costruire un ennesimo catalogo che rischierebbe di diventare vecchio non appena concluso, quanto cominciare a creare punti di riferimento per chi volesse affrontare progetti di CS. Molti cittadini hanno voglia di partecipare in prima persona ad iniziative, anche sperimentali, in campo ambientale: si tratterebbe semplicemente di diventare partner affidabili ed autorevoli in questi processi. L’importante è non creare una rete troppo rigida, impermeabile e con regole di ingaggio troppo complesse . Così facendo ci troveremmo fuori da un fenomeno che nasce “spontaneo” , dove il cittadino può (non deve!) rivolgersi all’istituzione per partecipare e non per essere giudicato.

fonte: www.snpambiente.it


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Ue: 280 milioni di euro per progetti in materia di ambiente, natura e azione per il clima

I finanziamenti vengono veicolati attraverso il programma LIFE, ossia lo strumento finanziario dell'UE per l'ambiente e l'azione per il clima. È attivo dal 1992 e ha cofinanziato finora più di 5 500 progetti in tutta l'UE e nei paesi terzi.









La Commissione europea ha approvato un pacchetto di investimenti per oltre 280 milioni di € provenienti dal bilancio dell'UE per oltre 120 nuovi progetti del programma LIFE.
Complessivamente questo finanziamento dell'UE stimolerà investimenti per quasi 590 milioni di € che concorreranno al conseguimento degli ambiziosi obiettivi di questi progetti in materia di ambiente, natura e azione per il clima. Tale importo rappresenta un aumento del 37 % rispetto allo scorso anno.
I progetti contribuiranno a conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo sostenendo la strategia dell'UE sulla biodiversità e il piano d'azione per l'economia circolare, dando impulso alla ripresa verde dalla pandemia di coronavirus, aiutando l'Europa a diventare un continente a impatto climatico zero entro il 2050 e non solo. Molti di essi hanno carattere transnazionale e coinvolgono più Stati membri.
Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, ha dichiarato: "Il Green Deal europeo è la nostra tabella di marcia verso un'Europa verde, inclusiva e resiliente. I progetti LIFE incarnano questi valori in quanto uniscono gli Stati membri intorno agli obiettivi comuni della protezione dell'ambiente, del ripristino della natura e del sostegno alla biodiversità. Attendo con interesse di osservarne i risultati."
Circa 220 milioni di € sono destinati a un'ampia gamma di progetti in materia di ambiente e uso efficiente delle risorse, natura e biodiversità e governance e informazione in materia di ambiente e oltre 60 milioni di € sono invece destinati al sostegno di progetti per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici e per la governance e l'informazione.
Sono previsti importanti investimenti volti a proteggere e rafforzare la biodiversità europea. Progetti quali il ripristino delle torbiere — ecosistemi unici che ospitano molte specie altamente adattate, rare e minacciate — contribuiranno all'attuazione della strategia dell'UE sulla biodiversità. Le torbiere sono anche importanti pozzi di assorbimento del carbonio e possono essere molto utili negli sforzi che l'Europa deve compiere per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

fonte: www.greencity.it

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La scienza vola in una scatola di biscotti

 













Tra le ultime esperienze di Citizen Science realizzate da Arpa Valle D’Aosta, quella effettuata da 5 studenti del V anno dell’Istituto Manzetti, Michel Ferrod, André Ramolivaz, Erik Sacchet, Fabio Scali e Federico Zappia, nel corso di uno stage di tre settimane svolto presso la propria sede, merita sicuramente di essere “raccontata” in quanto esempio di particolare creatività e ingegno.

Spesso si rimprovera agli adolescenti di essere passivi e privi di iniziativa: in realtà, se adeguatamente stimolati e incuriositi, i giovani mostrano di essere pronti a rispondere alle sfide, mettendo in campo vivaci risorse intellettive e avanzate competenze tecniche. E questo è quello che hanno fatto i 5 giovani volontari cui Arpa VdA ha “commissionato” la creazione di un sistema per la misura delle polveri sottili, pericolosi inquinanti presenti nell’aria che respiriamo.

I giovani studenti, partendo da una serie di materiali low cost e utilizzando la piattaforma Arduino, hanno messo a punto un sensore di più parametri (temperatura, umidità e polveri) collegandolo a un processore. Il tutto è stato inserito in una scatola di biscotti vuota e montato su un drone: ed ecco realizzato un valido e ingegnoso strumento, capace di monitorare, con la variazione della quota, più grandezze nello stesso momento! I dati ottenuti durante un percorso aereo effettuato dal drone sull’area verde Croux di Saint Christophe sono stati raccolti, analizzati e riportati in una lunga e dettagliata relazione scientifica.


Il lavoro realizzato è stato presentato al pubblico nel corso della conferenza “Riscaldamento a legna tra cambiamenti climatici e qualità dell’aria: quanto ne sappiamo?”, moderata da Luca Mercalli e realizzata da Arpa il 15 ottobre scorso presso la sala conferenze della BCC Valdostana (link video conferenza Mercalli Arpa). L’esperienza svolta è risultata positiva sia per gli studenti, sia per il personale tecnico di ARPA.

La realizzazione concreta di un progetto ha arricchito la formazione degli stagisti, consolidando le conoscenze acquisite a scuola e testando sul campo le loro attitudini. Inserendoli in un ambiente dove si fa ricerca, Arpa ha dato ai ragazzi la possibilità di confrontarsi con tutto ciò che implica la realizzazione di un progetto scientifico, creando il contesto che ha stimolato le loro competenze tecniche e che li ha spinti a collaborare e a confrontarsi tra loro per risolvere le numerose difficoltà della cui esistenza, quando ci si ferma solo alla teoria, spesso non si ha la percezione.

Dal canto suo, Arpa, lavorando con i giovani grazie a diverse proposte didattiche e ad esperienze di alternanza scuola-lavoro, ha avuto, oltre all’occasione di far conoscere ciò di cui si occupa, anche la possibilità di affrontare, secondo un approccio scientifico, temi di attualità tra i giovani. E questa è risultata essere una modalità vincente di coinvolgimento e sensibilizzazione del mondo giovanile sulle tematiche ambientali del nostro secolo.

PRESENTAZIONE DEGLI STUDENTI




I ragazzi di V dell’Ist. Scolastica Manzetti che hanno partecipato al progetto di Alternanza scuola – lavoro




Alcuni momenti dell’esperienza di volo del misuratore low cost




Alcuni momenti dell’esperienza di volo del misuratore low cost

fonte: www.snpambiente.it

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L’educazione alla sostenibilità in Emilia-Romagna

 


Approvate e finanziate le prime azioni del programma regionale di informazione ed educazione alla sostenibilità (Infeas) 2020-2022 in Emilia-Romagna, coordinato dal centro tematico regionale educazione alla sostenibilità di Arpae e con la partecipazione della rete dei 38 centri di educazione regionali.

Il programma è fortemente integrato con l’Agenda 2030 ed è sostenuto, oltre che da risorse regionali, da mezzi statali grazie all’accordo di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e il Ministero dell’Ambiente.

Per saperne di più leggi la notizia sul sito di Arpae

quaderno-programma-2020-2022


fonte: www.snpambiente.it/

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